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83esimo Festival del Maggio Musicale Fiorentino

Teatro del Maggio, mercoledì 19 maggio 2021, ore 19

Tosca, di Giacomo Puccini

(in forma di concerto)

 

Recita straordinaria per l’85esimo compleanno del maestro Zubin Mehta

Tra gli interpreti nei ruoli principali Saioa Hernàndez, Francesco Meli, Luca Salsi.

Al pubblico in sala, grazie alla collaborazione con Nasus Pharma, verrà distribuito gratuitamente il Taffix uno spray nasale in polvere a effetto barriera per i virus trasmessi per via aerea.

Firenze 15 maggio 2021 – Una recita straordinaria di Tosca, opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini, in forma di concerto mercoledì 19 maggio alle ore 19, per festeggiare l’85esimo compleanno del maestro Zubin Mehta, direttore onorario a vita del Maggio Musicale Fiorentino. Con lui sul palco, al suo debutto fiorentino, Saioa Hernàndez Tosca, Francesco Meli Cavaradossi, Luca Salsi Scarpia, Francesco Milanese Angelotti, Alfonso Antoniozzi il sagrestano, Francesco Pittari Spoletta, Giulio Mastrototaro Sciarrone, Adolfo Corrado un carceriere.   Coro, Coro di voci bianche e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Direttore del Coro, Lorenzo Fratini.

Nella lunga e luminosa carriera di Zubin Mehta, dopo un avvio sinfonico e concertistico che lo ha visto dirigere sin dal 1961 i Wiener Philharmoniker, i Berliner Philhamoniker, e la Israel Philharminic, Tosca di Giacomo Puccini, è proprio il primo titolo con il quale in maestro Mehta segna il suo debutto assoluto operistico nel 1963 a Montreal. Da allora l’ha affrontata innumerevoli volte sui palcoscenici di tutto il mondo e incisa in molte edizioni discografiche. Al Maggio Fiorentino l’ha diretta per la prima volta nel 1965, tornando a offrirla nel 1986, 1991, 2005, 2010 e 2011 (in tour), collezionando fin ora 29 recite complessive. Al Maggio, sin dal suo debutto – giovanissimo – domenica 11 febbraio 1962 al Teatro Comunale, con un concerto sinfonico che ottenne un successo pieno e caloroso, il maestro Mehta ha stabilito un legame privilegiato, affettuoso e pienamente ricambiato con Firenze, con il pubblico e con il teatro, un legame forte culminato nel 1985 con la nomina a direttore musicale e nel 2017 a direttore onorario a vita e che lo vede tuttora nel pieno della sua attività. Questo fa sì che in circa sessant’anni se da una parte non è possibile tracciare un bilancio della sua attività fiorentina si possono invece comunque sottolineare alcuni punti indiscutibili di un lunghissimo e fecondo percorso evidenziato dal costante miglioramento artistico dell’Orchestra e del Coro, nell’impegno profuso per ampliarne il repertorio, oggi vastissimo, e nell’internazionalizzarne gli impegni sinfonici e lirici in una lunga serie di tourneé.  In quasi tutto il mondo e in quasi ogni Paese europeo, Mehta e il Maggio hanno portato Firenze ovunque. E se a proposito di Firenze importante ribadire che è praticamente impossibile tentare di seguire quasi sessant’anni di attività del Maestro in Città con centinaia e centinaia di concerti e decine e decine di opere da lui dirette alcune delle quali entrate di diritto nel novero delle esecuzioni di riferimento sia del sinfonico che del repertorio lirico, è significativo comunque sottolineare che a tenere saldo il rapporto tra Mehta e i musicisti del Maggio nei confronti di Firenze è stata la sua costante partecipata presenza in momenti particolari della vita del Teatro e della Città (che l’ha nominato cittadino onorario): dal pronto accorrere di Mehta, insieme all’amico Barenboim, in una Firenze devastata dall’alluvione, per un concerto al Salone dei Cinquecento nel febbraio 1967: un segno tangibile di una solidarietà non di maniera, il primo di una lunga serie. Si ricorda inoltre almeno l’impegno che Mehta ha profuso per la realizzazione dei grandi concerti in Piazza della Signoria, offerti dall’Orchestra e dal Coro del Maggio e da lui più volte diretti, alla città di Firenze; il concerto di inaugurazione di Firenze Capitale Europea della Cultura nel 1986 (con la Messa da Requiem di Verdi) e il commovente Concerto in memoria delle vittime della strage del 27 giugno 1993 in via dei Georgofili, entrambi ancora in Piazza Signoria. E ancora il suo continuo impegno in difesa dei valori del Maggio e della cultura fiorentina, la generosità nel contribuire a iniziative benefiche e non ultimo l’aver scelto i dintorni di Firenze per la sua seconda casa dopo quella di Los Angeles. Se dunque i fiorentini vedono in Mehta uno di loro anche il Maestro ha più volte dichiarato di sentirsi fiorentino e l’applauso che ogni volta l’accoglie quando sale sul podio, una sorta di abbraccio affettuoso, testimonia il legame strettissimo che unisce il grande Maestro alla sua Città.

Per questa sua trentesima volta sul podio del Maggio per una Tosca, con il maestro Mehta sul palco ci saranno Saioa Hernàndez Tosca, Francesco Meli Cavaradossi, Luca Salsi Scarpia, Francesco Milanese Angelotti, Alfonso Antoniozzi il sagrestano, Francesco Pittari Spoletta, Giulio Mastrototaro Sciarrone, Adolfo Corrado un carceriere, Costanza Mottola è un pastorello. Coro, Coro di voci bianche e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Direttore del Coro, Lorenzo Fratini.

Al pubblico in sala, grazie alla collaborazione con Nasus Pharma, verrà distribuito gratuitamente il Taffix uno spray nasale in polvere a effetto barriera per i virus trasmessi per via aerea che assicura, sempre associato all’uso della mascherina, una maggiore protezione delle cavità nasali per 5 ore dalla somministrazione. Questa iniziativa, estesa oltre al pubblico anche ai dipendenti, si associa a tutte le azioni disposte dal Maggio in termini di sicurezza alle quali il Teatro si è attenuto e si attiene scrupolosamente. Tra i diversi presidi messi in pratica sono già – infatti – più di 14mila i test sierologici pungidito ai quali i dipendenti e gli artisti si sottopongono con periodicità costante sin dallo scorso mese di agosto 2020.

TOSCA

Melodramma in tre atti Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa

dal dramma La Tosca di Victorien Sardou

Musica di Giacomo Puccini

Edizione: Edwin Kalmus & Co., Inc., Boca Raton, Florida

(In forma di concerto)

 

Maestro concertatore e direttore Zubin Mehta

Floria Tosca, celebre cantante Saioa Hernández

Mario Cavaradossi, pittore Francesco Meli

Il barone Scarpia, capo della polizia Luca Salsi

Cesare Angelotti, un prigioniero politico evaso Francesco Milanese

Il Sagrestano Alfonso Antoniozzi

Spoletta, agente di polizia Francesco Pittari

Sciarrone, gendarme Giulio Mastrototaro

Un carceriere Adolfo Corrado

Un pastore Costanza Mottola

Coro, Coro delle voci bianche

e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro e del Coro delle voci bianche Lorenzo Fratini

Con sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze

 

Prezzi:

Platea1: 150 € – Platea2: 120 € – Platea3: 100 € – Platea4: 80 € – Palchi: 100 € – Galleria: 50 €

Tosca

Il 14 gennaio del 1900 al Teatro Costanzi di Roma debutta Tosca, opera in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. La fonte è il dramma storico La Tosca di Victorien Sardou, scritto nel 1887 appositamente per l’attrice Sarah Bernhardt. Puccini si era infiammato per quel soggetto dopo aver assistito a una recita teatrale e fece di tutto per trasformarlo in opera. Tuttavia, l’editore Ricordi affidò inizialmente il progetto a un altro compositore, Alberto Franchetti, salvo poi rimetterlo nelle mani di Puccini nel 1895. Per realizzare il libretto di Tosca viene riconfermato il tandem Illica-Giacosa, già collaudato con successo ne La bohème. Ma i lavori procedono a rilento e con numerose lagnanze da parte dei librettisti. Entrambi ritengono il dramma di Sardou inadatto alla trasposizione operistica per i troppi avvenimenti che prendono il sopravvento sulla poesia. Puccini, invece, dal canto suo non se ne preoccupa e seguendo solo il suo intuito musicale nel 1899 firma quello che di lì a breve diventerà un altro suo grande capolavoro. Tosca è dunque un’opera d’azione dove la tensione non si allenta mai e in cui il discorso musicale deve necessariamente procedere senza sosta, salvo rare eccezioni. Questo induce il compositore lucchese ad adottare una tecnica narrativa costruita sua una fitta rete di motivi brevi e ricorrenti – spesso combinati tra loro – per commentare il frenetico svolgersi della vicenda. L’azione è ambientata nella Roma papale al tempo della battaglia di Marengo. I protagonisti Floria Tosca, primadonna al quadrato passionale e volitiva, e il suo amante Mario Cavaradossi, pittore dalle simpatie liberali e anticlericale convinto, sono ostacolati dal barone Scarpia, capo della polizia borbonica a servizio del papato. Animato da torbide passioni e da un’innata malvagità, il barone come un sadico burattinaio determina l’andamento degli eventi dall’inizio alla fine. Feroce persecutore di Mario prima, e di Tosca poi, (fino a quando non viene assassinato dalla donna dopo un tentativo di violenza) Scarpia continua ad aleggiare come un fantasma in orchestra anche da morto con la ripetizione del suo tema minaccioso costruito sul tritono, l’intervallo sinistro che da secoli in musica è associato al Male. Ma l’atmosfera drammatica della storia, che prevede tre morti violente in scena (un accoltellamento, una fucilazione e un suicidio), è accentuata ulteriormente da Puccini anche attraverso una scrittura orchestrale carica di dissonanze e tensioni, che anticipano l’estetica espressionista, e una vocalità spesso esasperata e spinta al limite.

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