Diego Matheuz: la mia ricerca è fare música migliore per la meravigliosa arte dell’opera

Nella città natale di Rossini, il venezuelano ha affascinato con la sua energica bacchetta

Diego Matheuz: la mia ricerca è fare música migliore

per la meravigliosa arte dell’opera

 Applaudito per la sua «vibrante» direzione musicale in Il Conte Ory, che ha aperto la 43a edizione del Festival Rossini, il regista saluta questo venerdì 19 il pubblico italiano per volare in Francia e preparare il suo debutto all’Opera di Parigi, a fine settembre, con Cenerentola, terzo titolo del compositore pesarese che dirige quest’anno

DIEGO MATHEUZ PRESS

FOTOS: CARLOS VARGAS OVALLES

Per Diego Matheuz questo potrebbe essere definito «l’anno rossiniano»: appena iniziato il 2022 ha diretto cinque presentazioni di Il Barbiere di Siviglia, alla Staatsoper di Berlino; Una settimana fa ha aperto la 43a edizione del Festival Rossini, nella città italiana di Pesaro, con Il Conte Ory, e dieci spettacoli lo aspettano, a fine settembre e inizio ottobre, di Cenerentola, all’Opera di Parigi.

Questo venerdì, 19 agosto, Matheuz completerà le sue cinque presentazioni di Il Conte Ory, un dramma giocoso scritto da Rossini nel 1828. Con una formazione stellare guidata dal tenore peruviano Juan Diego Flórez, alla Vitrifigo Arena il nostro regista ha ricevuto ancora una volta il favoritismo del pubblico italiano, questa volta alla guida dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

«Applausi al regista Diego Matheuz, bravissimo a dirigere il complicato ‘traffico’ scenico-musicale e a non far perdere il filo allo spettatore», ha scritto il critico de Il Resto del Carlino. E Alessandra Massi di Ansa.it, ha commentato: «Un’accoglienza trionfante soprattutto per la parte musicale (…) Affascinante la direzione di Diego Matheuz sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai».

– Com’è stata l’esperienza al Rossini Festival e quali sono le sue impressioni sulla regia di tre titoli del compositore italiano quest’anno?

-Sì, questo è stato un anno rossiniano per me. Appena presentato Il Barbiere di Siviglia, a Berlino, mi sono concentrato sullo studio de Il Conte di Ory -tra gli altri impegni in Giappone e in Italia- e in pochi giorni sono volato a Parigi per iniziare le prove di Cenerentola. Rossini è un compositore molto speciale, che sembra facile da interpretare, ma ha molti dettagli e per scoprirli bisogna cercare e scavare sempre più a fondo nelle sue partiture.

“Ho la fortuna di essere qui al Rossini Festival, che è il luogo dove, per tradizione, storia e grandi cantanti che vengono, si fa il miglior Rossini del mondo. È un festival di riferimento e un trampolino di lancio, soprattutto per i cantanti, perché il pubblico viene da ogni parte per ascoltarli e per vedere le nuove produzioni e allestimenti”, commenta Matheuz dalla città di Pesaro, un giorno dopo aver salutato il pubblico italiano.

Opera per arricchire

Seduzione e tecnica, ispirazione e studio dell’opera lirica, sono stati in gran parte al centro del percorso artistico di Diego Matheuz, che per quattro anni è stato Direttore Principale del memorabile Teatro La Fenice di Venezia. Per questo non sorprende che in un solo anno gli venga commissionata la direzione di tre titoli di Gioachino Rossini, e che la sua bacchetta sia richiesta da prestigiose compagnie e teatri d’opera di tutto il mondo.

– Cosa rappresenta l’opera per un regista che si dedica anche al genere sinfonico?

– L’opera è un genere molto importante per un direttore d’orchestra, perché il modo di pronunciare e respirare è fondamentale, e questo si impara solo attraverso l’opera. E poi essere in grado di applicare quella conoscenza nella sinfonia dà molta più ricchezza alla direzione. Opera richiede molto lavoro e devi approfondire questo linguaggio.

Un altro commento positivo ricevuto da Matheuz al Festival Rossini è venuto dal critico di OperaWire Alain Neilson, che ha scritto: “Matheuz ha provocato un’energica esibizione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, che è stata ritmicamente forte, vibrante e conteneva una piacevole spinta. che ha permesso alle vivaci melodie di Rossini di prosperare, pur rimanendo sensibile ai drammatici colpi di scena. (…) L’equilibrio tra tutte le forze musicali era ottimo”.

Altri pubblici e nuove sfide

Diego Matheuz, che alla fine dello scorso giugno è stato nominato Direttore Principale della Seiji Ozawa Academy Orchestra in Giappone, debutterà nella sua nuova posizione dirigendo La Bohéme di Puccini. In questo lavoro lavorerà con nuovi musicisti, come fa ogni volta che torna in Venezuela con i giovani di El Sistema de Orquestas y Coros dove si è formato da bambino, a Barquisimeto, suo stato natale.

-Con così tante nuove varianti e formati musicali, nuovi generi musicali in competizione, come si potrebbe catturare un nuovo pubblico, in particolare il pubblico giovane per l’opera?

– C’è molta preoccupazione oggi per avvicinare i giovani all’opera e penso che debba essere un processo naturale; Certo sarebbe bello avere un nuovo pubblico e molti giovani nei teatri, ma dobbiamo anche preoccuparci di quel pubblico consolidato, che ama l’opera, che arriva sempre. Penso che questo pubblico venga un po’ dimenticato perché ci concentriamo così tanto sul prendere i giovani.

“L’opera è un genere molto attuale, che ci permette di innovare e crescere sempre. In questo senso, è attraente per il pubblico di tutte le età. Penso che grandi compositori come Mozart, Puccini, Verdi, che hanno creato quei capolavori, non sapessero che sarebbero stati così attuali. Ecco perché i teatri si riempiono per vedere, ad esempio, una Traviata, con il pubblico che l’ha già vista più volte, ma torna per godersi una nuova messa in scena o per ascoltare un nuovo cantante. Perché l’opera e la musica, si sa, possono sempre essere migliori. La mia ricerca è: fare musica migliore per la meravigliosa arte dell’opera”, dice Matheuz.

 

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