Serena conduce operaclassica eco italiano

Ufficio Stampa                                                                                                                                                                 23/03/2023

 

Dal classico di Goethe alla musica di Massenet, torna una delle opere più amate del grande repertorio internazionale dopo 45 anni dall’unica volta al Filarmonico

SOFFIO DI PRIMAVERA: FONDAZIONE ARENA RIPORTA A VERONA LA PASSIONE DI WERTHER

L’opera ispirata ai Dolori del giovane Werther va in scena con un giovane cast di prestigio. L’allestimento di Stefano Vizioli, con un mondo intero che prende vita dalle appassionate lettere, porta al Teatro Filarmonico l’amore più celebre del Romanticismo letterario.

Dirige Francesco Pasqualetti, per la prima volta alla guida dell’Orchestra areniana

Werther

di Jules Massenet

 

Domenica 26 marzo ore 15.30

Mercoledì 29 marzo ore 19.00

Venerdì 31 marzo ore 20.00

Domenica 2 aprile ore 15.30

Teatro Filarmonico di Verona

 

Il richiesto e poliedrico Dmitry Korchak debutta al Filarmonico come protagonista di Werther, ruolo ambìto da tutti i tenori, accanto alle Charlotte di Vasilisa Berzhanskaya e Chiara Tirotta e all’Albert di Gëzim Myshketa Completano il cast artisti emergenti come Granatiero, Park, Mezzaro, Sagona, Guglielmi, Todorovitch e i bimbi del coro di voci bianche A.Li.Ve. diretti da Pasqualetti Il regista Vizioli guida la narrazione dell’opera in un allestimento potentemente evocativo con le scene di Emanuele Sinisi, i costumi di Anna Maria Heinreich, le luci di Vincenzo Raponi e i contributi video multimediali di Imaginarium Creative studio Terzo titolo della Stagione Lirica 2023, Werther offre con la musica più toccante di Massenet anche un’occasione imperdibile di ampliamento del repertorio per i complessi di Fondazione Arena e per il pubblico del Teatro Filarmonico

Già al suo apparire nel 1774, il romanzo epistolare di Goethe destò scalpore in tutta Europa: I dolori del giovane Werther, manifesto dello Sturm und Drang, unisce la consapevolezza dell’uomo illuminista all’urgenza emotiva del venturo Romanticismo, in una storia in grado di avvincere i lettori di ogni epoca anche per i celati ma autentici tratti autobiografici. Avvinse anche Jules Massenet (1842-1912), prolifico operista di punta della scuola francese: il compositore ne accarezzava da anni un adattamento quando decise di unire le forze di tre diversi librettisti (Blau, Miliet, Hartmann). Nel 1887 il suo drame lyrique era già pronto ma i teatri francesi, ancora feriti dalla sconfitta di Sedan, rifiutarono di mettere in scena un capolavoro nazionale tedesco. Infatti Werther debuttò nel 1892 tradotto in tedesco a Vienna e solo l’anno dopo arrivò a Parigi, iniziando un cammino trionfale in tutto il mondo e diventando subito cavallo di battaglia nel repertorio tenorile: fra gli interpreti più acclamati in 130 anni, De Lucia, Thill, Schipa, Lugo, Tagliavini, Valletti, Gedda, Kraus, Carreras, Domingo, Hadley, Alagna, Villazon, Álvarez, Kaufmann… L’opera fu subito tanto celebre da interessare baritoni come Battistini, per il quale fu adattata dallo stesso autore.

Il 26 marzo Werther arriva sul palcoscenico del Teatro Filarmonico nella regia dell’apprezzato Stefano Vizioli (uomo di teatro e docente forte di collaborazioni internazionali) prodotta dai Teatri di OperaLombardia nel primo autunno della pandemia, quindi ripensata per norme e recitazione più libere nella recente ripresa a Bari. Un mondo avvincente e di immediata empatia come la musica di Massenet che si ricollega alla fonte letteraria di Goethe in scene, costumi, luci e proiezioni (rispettivamente di Emanuele Sinisi, Anna Maria Heinreich, Vincenzo Raponi e Imaginarium Creative Studio). La realtà esteriore e il rapporto che il protagonista ha con sé, la natura, l’arte, l’amore e l’esplosione di pensieri ed emozioni prendono vita su un grande foglio bianco accartocciato, che è insieme lettera e teatro.

La consacrazione di Massenet operista a Verona avviene esattamente 100 anni fa, quando Ettore Fagiuoli allestisce in Arena l’esotico Re di Lahore diretto da Panizza per l’estate 1923 (alternato a Norma di Bellini). Nel Festival 1951 arriva Manon (sempre in italiano) con Magda Olivero e Giuseppe Di Stefano diretti da Molinari Pradelli. Da allora, sia in Anfiteatro che al Filarmonico, nonostante la ricorrenza di brani in concerti, balletti, recital e gala, le opere integrali di Massenet sono solo due: nel 1977, Il Ritratto di Manon, breve “sequel” in cui l’autore ritorna al suo più grande successo (protagonista Leo Nucci) e l’anno dopo Werther, un tempo frequentissimo, con Max-René Cosotti e Carmen Gonzales diretti da Giovaninetti.

Dopo 45 anni, Werther torna a sedurre (nella versione originale in lingua francese) con una musica avvincente in cui alle voci è richiesto molto (si ricordino le due arie di Charlotte, i virtuosismi di Sophie, e i vari difficili assoli del tenore fra cui la celeberrima Pourquoi me réveiller) e ancora di più all’orchestra, chiamata a svelare i sentimenti dei personaggi con una strumentazione raffinatissima (in cui affiora anche l’allora nuovo saxofono). Ognuno dei quattro atti (gli ultimi due sono legati tra loro quasi cinematograficamente) è introdotto da un preludio orchestrale, occasione di elaborare i diversi Leitmotiv che guidano lo spettatore attraverso l’opera e il suo torrente di emozioni in una trama fatta di piccoli gesti quotidiani che suscitano grandi sconvolgimenti interiori, ben rappresentati dal duetto centrale di Charlotte e Werther, fatto di memorie, poesie di Ossian sfogliate in un libro, baci rubati.

Oltre che cantanti impavidi, gli interpreti devono essere attori impegnati e credibili: il cast internazionale scelto da Fondazione Arena di Verona ha questa missione. Werther esperto è Dmitry Korchak, tenore lirico già applaudito in Arena che debutta al Filarmonico, accanto al mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya, attesa anche nel prossimo Festival areniano, che si alterna con Chiara Tirotta (29/3) per la prima volta nel ruolo di Charlotte. Albert, suo sposo innamorato è il baritono Gëzim Myshketa (anch’egli più volte in Anfiteatro) mentre la sorella Sophie e il padre Bailli sono impersonati dal soprano Veronica Granatiero e dal baritono Youngjun Park. Sono una garanzia Gabriele Sagona e Matteo Mezzaro nei ruoli di fianco degli amici Johann e Schmidt, mentre una scommessa i giovanissimi Maria Giuditta Guglielmi e Pierre Todorovitch come Käthchen e Brhülmann. In scena ci saranno anche gli altri sei più piccoli figli del Borgomastro/Bailli, interpretati dai valorosi solisti del Coro di voci bianche A.Li.Ve. preparato da Paolo Facincani. Orchestra e Tecnici di Fondazione Arena seguiranno la bacchetta (esordiente a Verona) di Francesco Pasqualetti, maestro apprezzato in Italia e all’estero, che ben conosce questa produzione sin dalla sua prima a Como nel 2020.

«Quest’opera amatissima apre l’intensa primavera della Fondazione; – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico di Fondazione Arena mentre il Coro si prepara al grande cimento della Messa di Gloria di Rossini, mai eseguita finora, l’Orchestra e i Tecnici realizzano questa produzione che, come il teatro musicale di Massenet, arriva immediatamente allo spettatore ma è frutto di un equilibrio complesso e delicato. Presentiamo con orgoglio un cast di valore ed esperienza internazionale, qui in scena con diversi debutti, confermando il nostro impegno nella valorizzazione dei talenti più giovani».

Werther va in scena domenica 26 marzo (alle 15.30) e replica mercoledì 29 (alle 19), venerdì 31 (alle 20) e domenica 2 aprile (alle 15.30). Si ricorda che per l’accesso agli spettacoli non è più obbligatoria la presentazione di certificazione verde né l’uso di mascherina. I biglietti sono disponibili al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico

L’opera Werther è stata presentata agli studenti dell’Università di Verona lo scorso giovedì 16 marzo in un incontro dedicato con il regista e gli artisti.

Parallele alla Stagione Lirica 2023 sono infatti le iniziative di Arena Young, rivolte a studenti e personale di scuole, università, accademie. Fra queste c’è la richiesta Anteprima di Werther, spettacolo riservato a studenti e giovani venerdì 24 marzo alle 16. Dopo il debutto, prosegue la rassegna Ritorno a teatro, un percorso di avvicinamento all’opera e alla musica sinfonica proposto dalla Fondazione Arena di Verona: il mondo della Scuola potrà assistere alle rappresentazioni infrasettimanali in cartellone per la Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico, con tariffe speciali e con l’opportunità di partecipare ad un Preludio un’ora prima dello spettacolo, un momento di approccio alla trama, ai personaggi e al linguaggio del teatro in musica, che avrà luogo nella prestigiosa Sala Maffeiana a cura di Fondazione Arena. Per Werther è possibile partecipare al Preludio mercoledì 29 alle ore 18.00 e venerdì 31 marzo alle ore 19.00. Info e prenotazioni: Area Formazione e Promozione Scuole scuola@arenadiverona.it – tel 045 8051933.

Fondazione Arena di Verona desidera ringraziare BCC di Verona e Vicenza, per il sostegno alle attività della Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico in qualità di main sponsor.

 

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45

Tel. 045 8005151

 

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo

Tel 045 8002880

 

biglietteria@arenadiverona.it

Call center (+39) 045 8005151

www.arena.it

 

Punti vendita TicketOne.it

 

informazioni

Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona – Via Roma 7/D, 37121 Verona

tel. (+39) 045 805.1861-1905-1891-1939

ufficio.stampa@arenadiverona.itwww.arena.it

 

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Domenica 26 marzo · ore 15.30 turno A

Mercoledì 29 marzo · ore 19.00 turno C

Venerdì 31 marzo · ore 20.00 turno D

Domenica 2 aprile · ore 15.30 turno B

 

Werther

Dramma lirico in quattro atti di Jules Massenet

Libretto di Édouard Blau, Paul Milliet, Georges Hartmann

dal romanzo I dolori del giovane Werther di J. W. von Goethe

Direttore Francesco Pasqualetti

Regia Stefano Vizioli

Aiuto regista Pierluigi Vanelli

Scene Emanuele Sinisi

Costumi Anna Maria Heinreich

Luci Vincenzo Raponi

Visual Imaginarium Creative studio

 

Werther  Dmitry Korchak

Albert  Gëzim Myshketa

Le Bailli  Youngjun Park

Schmidt  Matteo Mezzaro

Johann  Gabriele Sagona

Charlotte  Vasilisa Berzhanskaya 26, 31/3 – 2/4 ∙ Chiara Tirotta 29/3

Sophie  Veronica Granatiero

Brűhlmann  Pierre Todorovitch

Käthchen  Maria Giuditta Guglielmi

 

Orchestra e Tecnici della Fondazione Arena di Verona

Coro di Voci Bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani

Allestimento dei Teatri di OperaLombardia

 

Tempi di spettacolo:

Atti I e II 75’ circa – intervallo – Atti III e IV 60’ circa

 

 

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La vicenda. Fine ‘700; è estate nella ridente Wetzlar, tranquilla cittadina nel cuore della Germania. Il giovane Werther, studioso sensibile e inquieto avviato alla carriera diplomatica, qui trova finalmente calma e ispirazione nella natura. Conosce il borgomastro, buon uomo troppo presto vedovo, e i suoi otto figli; tra questi, la maggiore è la bella e gentile Charlotte, di cui Werther si innamora subito. Amore che parrebbe essere reciproco ma che di certo non può essere ricambiato: Charlotte ha promesso alla madre in punto di morte di sposare Albert e manterrà la parola. Dopo aver invano represso le proprie emozioni, il giovane cercherà pace fuggendo altrove. A Natale, non sopportando la distanza, Werther torna a Wetzlar e dichiara il suo impossibile ma implacato amore a Charlotte, strappandole anche un bacio: lei non può che respingerlo ma vede realizzarsi gli oscuri presagi già emersi nei suoi dialoghi con la sorellina Sophie. Werther infatti, che per un lungo viaggio aveva chiesto in prestito ad Albert delle pistole, userà le armi contro di sé. Proprio la notte di Natale Charlotte lo raggiunge: è troppo tardi per salvarlo ma non per parlargli un’ultima volta, sinceramente.

 

 

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PREZZI BIGLIETTI singoli 

   LIRICA Platea            LIRICA 1^Galleria         LIRICA 2^Galleria     SINFONICA Posto unico numerato

INTERO                                               € 64,00                      € 41,00                                 € 30,00                             € 26,00

RIDOTTO                                           € 54,00                      € 34,00                                 € 25,00                             € 22,00

RIDOTTO OVER 65                         € 44,00                      € 28,00                                 € 20,00                             € 17,00

RIDOTTO UNDER 30                      € 24,00                      € 15,00                                 € 11,00                             € 10,00

 

 

PREZZI NUOVI CARNET

CARNET LIRICA 3 INGRESSI (turno B pomeridiano e turno D serale)

INTERO                                           Platea € 165,00                                                       1^ e 2^ Galleria € 105,00

CARNET SINFONICA 3 INGRESSI (turno A serale)

INTERO                                            Posto unico numerato € 66,00

CARNET SINFONICA 6 INGRESSI (turno A serale)

INTERO                                            Posto unico numerato € 132,00

 

 

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Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45

Tel. 045 8005151

 

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo

Tel 045 8002880

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Call center (+39) 045 8005151

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Werther

Note di regia di Stefano Vizioli

 

Werther è come un appuntamento che si rincorre nella mia vita: negli anni Ottanta l’ho affrontato da maestro sostituto, poi da assistente di uno straordinario spettacolo parigino con Alfredo Kraus e Lucia Valentini Terrani diretti da Georges Prêtre, e ora torna con una produzione da regista, capitata in mezzo al covid.

Essendo anche un appassionato di Goethe, vivo la classica contraddizione di chi affronta una musica francese spalmata su un testo romantico tedesco: l’antieroe outsider, contradditorio, il suo rapporto con la natura, la pittura, le donne, l’amicizia, la solitudine, la morte, come è stato poi tutto ciò tradotto in musica da Jules Massenet? Quanto i succhi rivoluzionari e filosofici del carattere tedesco sono stati ammorbiditi nella partitura e in sostanza come è stato trattato musicalmente questo paradigma dell’amore infelice romantico?

Poi ci sono le fonti originali: quel biglietto di Karl Wilhelm Jerusalem ancora conservato a Weimar, dove vengono richieste «le pistole per un lungo viaggio», non solleticano l’aspetto voyeuristico, un morboso desiderio di saperne di più? E Lotte Buff, protagonista dell’immaginario (ma non tanto) romanzo Lotte a Weimar di Thomas Mann, chi era veramente?

Massenet nella sua partitura avvolgente e velenosa mette baci e finali consolatori, adolescenti pruriginose ma intuitive e complici, qualche vecchio ubriaco per sparpagliare di umorismo un romanzetto d’amore infelice. È una musica sensuale, avviluppante, che “canta” con l’orchestra molto più del testo: Charlotte, per esempio, dice sempre il contrario di quello che pensa, il suo personaggio è metafora dell’ambiguità tra un testo, finto, e la musica, invece sincera. Dichiarando «Alberto mi ama e io sono sua moglie», Charlotte nasconde tutto a sé stessa e distrugge la piena emotiva di Werther, fallendo su tutti i fronti: al suo posto parla l’orchestra. Werther è infatti un’opera di leitmotiv: il Clair de lune, brano solo orchestrale, sentenzia sin dal preludio l’amore dei due protagonisti. Tocca alla musica esprimere sentimenti inafferrabili, insinuare da subito il topos della passione impossibile, inquinarci in maniera positiva, sedurci come l’ipnosi di un serpente.

Questa produzione è nata in tempi di pandemia: era ottobre 2020, la timida riapertura dopo la prima pesante ondata. Poche repliche a Como, quindi i teatri sono stati subito richiusi. L’ordine era categorico: i cantanti non si possono toccare, non si possono baciare… intanto avevamo il dovere di commuovere: non intendevo perdere gli appuntamenti con l’emozione. Abbiamo raccolto la sfida e la necessità ha stimolato idee la cui coerenza per fortuna ci ha confermato la drammaturgia. Werther parla a una Carlotta che gli dà le spalle, lui non capisce il perché e si dispera, mentre a noi è dato vedere la sofferenza di Carlotta, costretta a evitare colui che ama. Gli occhi cantano quei sentimenti sconfessati dalle parole. In questa regia abbiamo lavorato sulla sottrazione, spogliato il superfluo. Il cuore ne ha guadagnato.

Con Emanuele Sinisi abbiamo immaginato un grande foglio bianco accartocciato in alto da una mano nervosa, un foglio che talvolta accoglie parole che si compongono e scompongono, macchiate da un inchiostro che cola, diventa lagrima o sangue, un tentativo scenografico di rapportarsi allo stile epistolare della fonte originale tedesca. Il lavoro con il gruppo Imaginarium completa con immagini evocative in movimento alcuni punti topici della partitura, lo stile asciutto e stilizzato caratterizza i costumi d’epoca evocati da Annamaria Heinreich, poca attrezzeria e la forza del gesto, un gesto “da periodo covid”, sperabilmente coerente alla verità dei sentimenti dei personaggi, con soluzioni meno prevedibili ma spero stimolanti e altrettanto poetiche.

foto Werther AsLiCo 2020

 

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