Serena conduce Operaclassica Eco Italiano

Serena intervista Franco Cardaropoli, percussionista

S – Come hai scoperto il tuo talento come percussionista?
F – Grazie a mio padre, suonava nella banda di Bracigliano, assai rinomata in quel periodo.

S – Quando hai deciso che la musica sarebbe stata il lavoro della tua vita?
F – L’ho sempre saputo, ho sempre suonato. Da piccolo giocavo con i coperchi e le pentole.

S – Sei un professore aggiunto dell’orchestra del teatro San Carlo di Napoli, quale è stato il percorso che ti ha portato a suonare in questa importante orchestra?
F – Ho iniziato con la banda, ho fatto tanti concerti in giro, audizioni e concorsi. Poi un giorno sono stato chiamato dal teatro San Carlo e, dopo 20 anni,sono ancora là.

S – Cosa ricordi del tuo periodo di studi?
F – Il sacrificio e le rinunce, ma anche la voglia di riuscire e la felicità che mi dava suonare.
S – Collabori con prestigiose orchestre in qualità di Timpanista, ci puoi dire con quali orchestre ed in quali occasioni?
F – Attualmente collaboro con L’ORCHESTRA del teatro di San Carlo di Napoli, però negli anni precedenti ho collaborato con l’orchestra del Teatro Verdi di Salerno, La Nuova Orchestra A. Scarlatti di Napoli, l’orchestra Regionale della Toscana, l’orchestra Reale Barocca di Napoli e tante altre.

S – Per 10 anni hai fatto parte dell’Orchestra di Fiati e Percussioni di Bracigliano, suonando tutto il vasto repertorio Bandistico. Cosa conservi di questa esperienza?
F – I piedi doloranti e il caldo asfissiante. E poi il contatto con le persone, il rispetto dei vecchietti che ci ascoltavano in religioso silenzio.

S – Svolgi intensa attività concertistica solistica, sia come Timpanista, che come Percussionista. C’è qualche evento che porti particolarmente a cuore?
F – Il concerto di Natale nel duomo di Napoli, sono circa 30 anni che vi partecipo.

S – Nel 1996 hai fondato l’ Ensemble di percussioni “Rhythmic: da cosa nasce questo progetto?
F – Dalla voglia di dare ai ragazzi una possibilità in più, per facilitare il loro percorso di studio e sostenerli nei periodi bui, probabilmente una sorta di protezione che a me è mancata.

S – Oltre alla formazione e agli studi di musica Classica , hai intrapreso ed approfondito lo studio della musica “extracolta”, delle tradizioni Popolari e Etniche. Come mai questa ulteriore scelta musicale?
F -Perché insegno in una città, Pagani, profondamente legata alla musica popolare, dove il folkore e le tradizioni popolari si fondono e sono impresse nel Dna delle persone.

S – Ti sei esibito, inoltre con grandi artisti italiani, parlaci di queste esperienze.
F – Una grande emozione, cerco di prendere uno spunto positivo da ogni artista. Ognuno può e deve insegnarmi qualcosa, ne devo uscire arricchito, ogni esperienza mi deve segnare.

S – Suona con alcuni tra i migliori direttori del mondo, puoi farci qualche nome? Cosa si impara dai grandi nomi della direzione d’orchestra? Che rapporto instaura un professore d’orchestra con un direttore?

F – Suonare con personaggi di caratura mondiale è una vera fortuna, perché permette di arricchire il proprio bagaglio culturale, allargare lo sguardo di insieme sulla musica e arricchirsi dal punto di vista personale. Il direttore di orchestra è una guida, una sorta di padre che opera affinché si faccia bene. Io ho avuto la fortuna di suonare con direttori del calibro di : Nello Santi, Zubin Metah, Gary Bertini, Gustav Khun, Riccardo Muti, Yury Valchua, Renzetti Donato e tanti ancora.

S – Nel Dicembre 2006 hai svolto come “Docente” un corso di Perfezionamento per giovani musicisti, collaborando con l’Orchestra “Collegium Philarmonicum”, dove hai fondato e diretto l’Ensemble “Talking Percussion’s”. Secondo le tue esperienze è più difficile insegnare o fare attivamente musica?
F – Insegnare, perché i ragazzi li devi motivare, perché non devono essere considerati dei vuoti da riempire ma delle fiaccole da accendere. Bisogna fornirgli gli strumenti giusti per poter camminare, un giorno, da soli.

S – Nel 2009 è stato in Diretta Rai Uno con le Orchestre di Santa Cecilia e del Teatro San Carlo per il concerto di Piazza Plebiscito (Napoli) diretto dal M° Antonio Pappano. Cosa ricordi e che emozioni conservi di questa esperienza?
F – L’emozione di suonare nella città che mi ha adottato e che mi ha portato a grandi livelli. A Napoli si respira musica, si vive di musica e io mi sento libero di esprimermi.

S – Cosa è per te la musica?
F – La. Vita. L’ossigeno. Senza non potrei vivere.

S – C’è un brano di classica od una opera lirica che ti emozionando quando le esegui in pubblico?
F – Le opere di Puccini.

S – Dal 2018 sei artista Yamaha. Parlaci di questa importante nomina.
F – È stato per me un grande traguardo, un sogno diventato realtà, grazie agli sforzi di una vita dedicata alla musica. Ne sono veramente onorato.

S – Dal 2019 sei artista UFIP di piatti sinfonici orchestrali. Una nomina rara ed onorevole per un percussionista. Raccontaci di questa prestigiosa nomina.

F – L’aspetto che maggiormente mi enora è quello di essere l’unico artista Ufip di piatti sinfonici in Italia. Inoltre, a Los Angeles, è stato presentato un nuovo modello di piatti orchestrali testato da me.

S – Ti emozioni mentre suoni?
F – Sempre, senza emozioni non suoni ma produci note.

S – Hai partecipato a molte produzioni, magari puoi ricordarcene qualcuna di cui porti qualche ricordo in particolare?
F – La produzione che ricordo con maggiore intensità è l’esecuzione del Bolero di Ravel come primo tamburo.

S – Ci sono impegni futuri che ti vedranno protagonista e di cui puoi darci qualche anticipazione?
F – Attualmente sto preparando una masterclass di strumenti a percussione a suono indeterminato che si terrà il 21 Marzo prossimo a Nocera inferiore presso il Liceo Musicale «A. Galizia».

S sta per Serena conduce opera classica

F sta per Franco Cardaropoli, percussionista

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Fonte biografia Franco Cardaropoli, percussionista

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