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Ufficio Stampa 21/12/2021

TORNA DAL VIVO L’OMAGGIO DI VERONA AL GENIO DI MOZART:
UNA SETTIMANA DI INIZIATIVE NEL 252° ANNIVERSARIO DELLA VISITA ALLA CITTÀ

Giunge al terzo anno la collaborazione tra il Comune di Verona, Fondazione Cariverona, l’Accademia Filarmonica di Verona e Fondazione Arena, dopo le celebrazioni 2020 e ‘21 per ricordare i 250 anni dalla visita di Mozart a Verona. L’omaggio al genio salisburghese si concretizza in una settimana di eventi aperti al pubblico in presenza dal 5 all’11 gennaio nei luoghi storici della città che lo hanno visto esibirsi giovanissimo.
Nel Settecento l’Italia era meta principale del Grand Tour attraverso il quale giovani, artisti e letterati da tutta Europa affrontavano un viaggio lungo e periglioso per entrare in contatto diretto con l’immenso patrimonio storico, artistico e culturale del Belpaese. In questo fondamentale percorso non poteva mancare Verona: qui il giovane Mozart arriva col padre Leopold il 27 dicembre 1769 nel primo di tre viaggi in Italia. I due entrano in contatto con l’élite culturale della città e la visita culmina il 5 gennaio 1770 con l’esibizione del giovane Mozart, non ancora quattordicenne, nella prestigiosa Sala Maffeiana ospite dell’Accademia Filarmonica veronese, la prima del suo genere in Europa.
Per il terzo anno consecutivo, Comune di Verona, Fondazione Cariverona, Accademia Filarmonica di Verona e Fondazione Arena rinnovano la collaborazione in occasione dell’anniversario dei 252 anni da quest’importante visita. Alla prima edizione, svolta tra concerti, dirette su maxischermo e una mostra presso la Biblioteca Civica, ha fatto seguito una ricca proposta ad inizio 2021 attraverso lo streaming, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, ma sempre con l’obiettivo di mantenere il legame con il pubblico. Nel 2022, dal 5 all’11 gennaio, le stesse istituzioni insieme rendono omaggio al genio di Mozart attraverso una settimana di concerti che tornano a svolgersi in presenza di pubblico, proseguendo l’obiettivo di mettere in rete risorse e competenze delle diverse Istituzioni a servizio dello sviluppo culturale ed economico della città.
Dopo il recital di Costantino Mastroprimiano del 2021 per il 250° anniversario della nomina di Mozart a Maestro di Cappella dell’Accademia Filarmonica di Verona (5 gennaio 1771), ritorna quest’anno il tradizionale concerto in ricordo della prima esibizione pubblica in Italia del salisburghese, ospitata venerdì 5 gennaio 1770 in Sala Maffeiana (all’epoca chiamata Sala della Conversazione) dalla «Illustrissima Accademia Philarmonica», il più antico sodalizio musicale d’Europa. Protagonista dell’evento di mercoledì 5 gennaio alle 20.30 sarà il pianista Elia Cecino, giovane promessa del panorama musicale internazionale (classe 2001), che prendendo le mosse dall’apollinea musicalità di Mozart accompagnerà il pubblico nell’evoluzione del repertorio pianistico fino al virtuosismo più raffinato del primo Romanticismo. Due capolavori della produzione tastieristica mozartiana aprono la serata, la Sonata in do maggiore k330 e la Fantasia in re minore k397 di più raro ascolto, ai quali faranno seguito le impegnative Variations sérieuses Op. 54 di Felix Mendelssohn Bartholdy, forse il più «classico» dei romantici. La seconda parte del concerto sarà invece dedicata a Fryderyk Chopin, il compositore che nell’immaginario collettivo più di tutti incarna il prototipo del musicista romantico; del compositore di Żelazowa Wola Elia Cecino proporrà le Quattro mazurke Op. 24, i Due notturni Op. 32 e la Polacca in fa diesis minore Op. 44. Il concerto è a ingresso libero, con obbligo di Green Pass rafforzato, fino a esaurimento di posti disponibili.
Venerdì 7 gennaio alle 20.30 la Chiesa di S. Tomaso Cantuariense ospiterà il tradizionale e atteso appuntamento musicale organizzato da Fondazione Cariverona per celebrare la storica esecuzione mozartiana del 7 gennaio 1770protagonista sarà La Divina Armonia, ensemble italiano specializzato nel repertorio barocco e del Settecento che ha all’attivo collaborazioni internazionali e incisioni discografiche. I musicisti Stefano Barneschi, Anna Maddalena Ghielmi (violini), Vanni Moretto (contrabbasso) e Lorenzo Ghielmi (organo e direzione musicale) eseguiranno un programma intitolato Mozart in Italia e dedicato ad intrecci e contaminazioni della musica sacra di Mozart e del suo tempo: sonate e concerti per organo e di Sammartini, Haydn, Fioroni, Padre Martini e naturalmente dello stesso Salisburghese (Sonate da chiesa k224, k241, k328 e il rarissimo Andante per organo k616).
La Fondazione Arena di Verona, dopo i due concerti sinfonici inaugurali 2020 e 2021 e il memorabile Requiem eseguito tra le millenarie pietre areniane nel corso del Festival d’estate, propone un pomeriggio monografico dedicato interamente al Mozart da camera, musica di rara esecuzione e raffinatissima fattura, con alcuni professori dell’Orchestra della Fondazione Arena: Sofia Gelsomini (violino), Massimiliano Di Stefano (viola), Massimiliano Martinelli (violoncello), Pier Filippo Barbano (flauto), Francesca Rodomonti e Francesco Scandolari (oboi), Paolo Guelfi e Domenico Faccin (fagotti), Andrea Leasi e Domenico Guglielmello (corni). Il concerto si terrà al Teatro Filarmonico domenica 9 gennaio alle 15.30 e saranno eseguite composizioni per diversi organici concepite dal giovane Mozart tra il 1775 e il 1781: due Divertimenti per fiati k213 e k270, i Quartetti per archi e oboe k370 e per archi e flauto k285 e il primo Preludio e fuga per trio d’archi dal k404a orchestrato da omonime pagine di Bach. Per l’occasione i biglietti di ogni ordine e posto del Teatro saranno in vendita da domani 22 dicembre al prezzo speciale di 10€ online sul sito arena.it, presso la Biglietteria centrale e, due ore prima dello spettacolo, anche presso la Biglietteria di via Mutilati.
Le iniziative Mozart a Verona 2022 si concluderanno martedì 11 gennaio alle 17.30 presso la Sala Convegni del Palazzo della Gran Guardia: Giorgio Fossaluzza, storico dell’Arte e docente dell’Università degli Studi di Verona, insieme a Michele Magnabosco, bibliotecario conservatore dell’Accademia Filarmonica di Verona, terranno una conferenza dedicata a Il giovane Mozart a Verona e il suo ritratto d’occasione al clavicembalo. Una riproduzione in altissima definizione del celebre dipinto, che raffigura il compositore tredicenne nei giorni del suo soggiorno italiano – realizzata dalla ditta specializzata Haltadefinizione, tech company di Franco Cosimo Panini Editore, e dal laboratorio artigiano B. Restauro di Reggio Emilia – sarà esposta durante l’incontro, ad ingresso libero.
Per l’accesso ad ogni iniziativa è richiesto per legge di esibire il cosiddetto “green pass rafforzato” (ottenibile dall’avvenuta vaccinazione o guarigione) e di indossare la mascherina per tutta la durata dell’evento. Per ulteriori informazioni: www.fondazionecariverona.org/mozart-a-verona/, arena.it e canali social.
Informazioni
Comune di Verona – piazza Bra 1, Verona
tel. +39 045 807 7358-7752-7714
ufficiostampa@comune.verona.it – www.comune.verona.it

Fondazione Cariverona – Comunicazione e Relazioni esterne – via A. Forti 3/A, 37121 Verona
tel. +39 045 805 7379-7397
comunicazione@fondazionecariverona.org – www.fondazionecariverona.org

Accademia Filarmonica di Verona – via dei Mutilati 4-4F, 37121 Verona
tel. +39 045 8005616 – fax +39 045 8012603
info@accademiafilarmonica.org – www.accademiafilarmonica.org

Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona – via Roma 7/D, 37121 Verona
tel. +39 045 805 1861-1905-1891-1939
ufficio.stampa@arenadiverona.it – www.arena.it

PROGRAMMA DEGLI EVENTI

MERCOLEDÌ 5 GENNAIO 2022 ore 20.30
Sala Maffeiana

Elia Cecino, pianoforte

WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791)
Sonata in Do maggiore k330
I. Allegro moderato – II. Andante cantabile – III. Allegretto

Fantasia in re minore k397

Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847)
Variations sérieuses op.54

~~~

Fryderyk Chopin (1810-1849)
Quattro mazurche op.24
n. 1 in sol minore (Lento) – n. 2 in Do maggiore (Allegro non troppo) – n. 3 in La bemolle maggiore (Moderato con anima) – n. 4 in si bemolle minore (Moderato)

Due notturni op.32
n. 1 in Si maggiore (Andante sostenuto) – n. 2 in La bemolle maggiore (Lento)

Polacca in fa diesis minore op.44

VENERDÌ 7 GENNAIO 2021 ore 20.30
Chiesa di S. Tomaso Cantuariense

MOZART IN ITALIA

La Divina Armonia
Stefano Barneschi – Anna Maddalena Ghielmi, violini
Vanni Moretto, contrabbasso
Lorenzo Ghielmi, organo e direzione musicale

GIOVAN BATTISTA SAMMARTINI (1701-1775)
Sinfonia in Fa maggiore a due violini e basso
I. Presto – II. Andante – III. Allegro assai

Padre GIOVANNI BATTISTA MARTINI (1706-1784)
Sonata VI per l’organo in Do maggiore
I. Andante – II. Allegro

WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791)
Sonata da chiesa in Fa maggiore k224
Allegro con spirito

Sonata da chiesa in Sol maggiore k241
Allegro

GIOVAN BATTISTA SAMMARTINI (1701-1775)
Sonata per organo in Sol maggiore

GIANANDREA FIORONI (1716-1778)
Sonata per organo in fa maggiore

Sonata per organo in re maggiore

FRANZ JOSEPH HAYDN (1732-1809)
Concerto per organo in Do maggiore, H XVII n.1
I. Moderato – II. Adagio – III. Allegro

WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791)
Andante «für eine Walze in eine kleine Orgel» k616

Sonata da chiesa in Do maggiore k328
Allegro

DOMENICA 9 GENNAIO ore 15.30
Teatro Filarmonico di Verona

MOZART DA CAMERA

Professori dell’Orchestra della Fondazione Arena di Verona
Sofia Gelsomini, violino
Massimiliano Di Stefano, viola
Massimiliano Martinelli, violoncello
Pier Filippo Barbano, flauto
Francesca Rodomonti – Francesco Scandolari, oboe
Paolo Guelfi – Domenico Faccin, fagotto
Andrea Leasi – Domenico Guglielmello, corno

Preludio e fuga per trio d’archi K404a
n.1 in re minore dall’Adagio e fuga BWV853 di Johann Sebastian Bach

Divertimento per fiati n.8 in Fa maggiore k213 “Tafelmusik”
I. Allegro spiritoso – II. Andante – III. Menuetto e trio – IV. Contredanse en Rondeau

Quartetto per flauto ed archi n.1 in Re maggiore k285
I. Allegro – II. Adagio – III. Rondò. Allegretto

Divertimento per fiati n.14 in Sib maggiore k270
I. Allegro molto – II. Andantino – III. Minuetto e trio. Moderato – IV. Presto

Quartetto per oboe ed archi in Fa maggiore k370 (K368b)
I. Allegro – II. Adagio – III. Rondò. Allegro

Posto unico numerato: 10€
Info e biglietti: www.arena.it, call center 045.8005151 e canali social Facebook e Instagram

MARTEDI’ 11 GENNAIO ore 17.30
Sala Convegni del Palazzo della Gran Guardia

IL GIOVANE MOZART A VERONA E IL SUO RITRATTO D’OCCASIONE AL CLAVICEMBALO

Giorgio Fossaluzza storico dell’Arte, Università degli Studi di Verona
Michele Magnabosco bibliotecario conservatore, Accademia Filarmonica di Verona

Verrà esposta la riproduzione ad altissima definizione del dipinto Ritratto di W.A. Mozart all’età di 13 anni. Durante l’incontro Luca Ponzio, co-founder di Haltadefinizione, illustrerà i dettagli dell’acquisizione dell’opera.

Accesso a tutti gli eventi con green-pass rafforzato. Eventi soggetti a disponibilità ridotta in relazione alle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica del virus covid-19.
Informazioni: www.fondazionecariverona.org/mozart-a-verona/

WOLFGANG AMADEUS MOZART
(Salisburgo 1756 – Vienna 1791)

Wolfgang Amadeus Mozart fu avviato assai presto dal padre Leopold allo studio del clavicembalo, insieme alla sorella Maria Anna, detta Nannerl. I suoi primi saggi di composizione risalgono al 1759; nel 1762 scrisse il suo primo minuetto e un Allegro in si bemolle, che è un vero primo tempo di sonata in miniatura. Con il 1762 ebbero inizio anche i viaggi musicali di Mozart: il bambino era dotato di un eccezionale talento e il padre non si lasciò sfuggire l’occasione di condurlo in giro, insieme con la sorella, per farlo conoscere e ammirare. In una di queste occasioni Mozart fu presentato all’arcivescovo di Passau e suonò a Vienna alla presenza delle maestà imperiali.
Nel 1763 percorse un itinerario più lungo, con soste a Monaco, Augusta, Ulma, Mannheim, Francoforte, Colonia, Bruxelles, Parigi. Dopo un soggiorno di sei mesi a Parigi, Leopold e i figli passarono in Inghilterra, dove rimasero per più di un anno. A Londra l’esperienza musicale di Mozart ebbe modo di arricchirsi notevolmente: durante il periodo londinese egli compose la sua prima sinfonia, sulle tracce di J. C. Bach che doveva essere il suo primo modello anche nella composizione di concerti. Dall’Inghilterra la famiglia passò in Olanda, da dove, dopo una lunga sosta a Lilla per una grave malattia di Wolfgang, fece ritorno a Salisburgo, passando per Parigi, la Svizzera e la Baviera.
Nella calma della città natia seguì un periodo di studio e raccoglimento interrotto soltanto da qualche breve soggiorno a Vienna: tra i lavori di questo periodo vanno ricordati Die Schuldigkeit des ersten Gebotes, scritto su commissione dell’arcivescovo di Salisburgo ed eseguito nel maggio 1767, le opere Apollo et Hyacinthus (1767), Bastien und Bastienne (1768), La finta semplice, scritta nello stesso anno per invito dell’imperatore, e una Messa (n. 49 del catalogo di von Köchel).
La serie dei viaggi di Mozart si concluse in Italia: vi giunse nel 1768 e vi ritornò in seguito. A Roma, avendo ascoltato nella Cappella Sistina il Miserere di G. Allegri, ne trascrisse a memoria la partitura; a Bologna conobbe padre G. B. Martini, il quale fu preso da così viva simpatia e ammirazione per lui, da caldeggiarne la nomina ad accademico filarmonico; a Milano si incontrò con G. B. Sammartini e con N. Piccinni e in breve tempo scrisse l’opera Mitridate re del Ponto (1770). Lasciata l’Italia nel 1771, vi ritornò nello stesso anno per comporre e farvi eseguire l’Ascanio in Alba, su testo di G. Parini, e nel novembre del 1772 per la rappresentazione del Lucio Silla, su libretto di Giovanni de Gamerra. A quest’epoca, Mozart aveva già dato alla luce 135 lavori musicali d’ogni genere: una quantità sbalorditiva e più che mai promettente per qualità. Tornato a Salisburgo, dovette subire una serie di amarezze; molto contribuì a rendergli la vita difficile l’incomprensione del nuovo arcivescovo di Salisburgo, Geronimo di Colloredo, uomo duro e grossolano che nei Mozart, padre e figlio, non seppe vedere altro che due dipendenti. Mozart si dedicò allora a un lavoro continuo, senza riposo, e trasse notevoli vantaggi dall’influenza che su di lui non mancò di esercitare M. J. Haydn (fratello di Joseph), allora compositore e maestro dei concerti dell’arcivescovo. Tracce dei contatti avuti da Mozart con Haydn sono evidenti nelle opere strumentali e particolarmente nei quartetti composti in quel tempo. Tuttavia il gusto della corte salisburghese tendeva, per inclinazione del nuovo arcivescovo, verso la fatuità e la galanteria e in questo senso si doveva orientare la produzione mozartiana di quel periodo: La finta giardiniera, rappresentata a Monaco di Baviera nel 1775, è un’opera buffa all’italiana, piuttosto leggera e convenzionale. A essa seguì un’altra opera minore, Il re pastore, rappresentata a Salisburgo nel 1776.
Nel settembre 1777, abbandonato provvisoriamente l’ingrato impiego, Mozart prese la via di Parigi, in compagnia della madre. Durante una sosta a Mannheim, si innamorò della cantante Aloysia Weber, ma la relazione fu bruscamente troncata per volere di Leopold. A Parigi, questa volta, la presenza di Mozart fu poco notata; unico incarico offertogli fu quello di comporre per J. G. Noverre il balletto Les petits riens e unico avvenimento artistico veramente notevole fu la composizione della Sinfonia in re K 297, detta appunto La parigina. Morta la madre e scoraggiato per l’andamento delle cose, Mozart, su consiglio del padre, tornò, sia pure a malincuore, al servizio di Colloredo. Nel carnevale del 1781 fu rappresentata con successo a Monaco l’opera Idomeneo, su libretto dell’abate Varesco, composta per incarico dell’elettore di Baviera. Poco dopo ebbe luogo la rottura definitiva con Colloredo e Mozart, abbandonata Salisburgo, si trasferì a Vienna.
Il decennio 1781-91 fu quello dei capolavori, ma anche un periodo triste per la vita del compositore, che già volgeva al tramonto. Nel 1782 sposò Costanza Weber, sorella di Aloysia. Durante il periodo del fidanzamento aveva scritto il Singspiel Die Entführung aus dem Serail, che si può considerare come primo esempio di dramma lirico tedesco, distante sia dall’opera italiana sia dalla concezione drammatica di Gluck. Dal 1782 al 1785 Mozart si dedicò particolarmente alla composizione di musica strumentale, scrivendo tra l’altro la Sinfonia Haffner (1782), quella di Linz e i sei mirabili quartetti dedicati a Joseph Haydn e pubblicati nel 1785. Nel 1786, dopo la breve opera Der Schauspieldirektor, scrisse Le nozze di Figaro, una delle sue opere principali; il bel libretto di Lorenzo Da Ponte, ricavato dalla commedia di Beaumarchais, offrì al temperamento mozartiano la possibilità di espandersi liberamente. La rappresentazione delle Nozze di Figaro, prima a Vienna e poi a Praga, fu un vero trionfo per Mozart, che tuttavia non riuscì a trarne vantaggi economici notevoli. In seguito al successo ottenuto, Bondini, direttore del Teatro di Praga, gli diede incarico di scrivere una nuova opera per la stagione seguente: il Don Giovanni. Nel libretto di Lorenzo Da Ponte il buffo si innesta nel drammatico, il cavalleresco nel fantastico; ma il lavoro acquista la sua reale vitalità soltanto attraverso la musica di Mozart. A differenza delle Nozze di Figaro, in cui la commedia quasi affoga nella musica, personaggi e azione risaltano in una plastica cui la musica dà un’evidenza nuova: Mozart coglie rapidamente quello che di drammatico è nella vicenda e lo scolpisce con un vigore di stile e una profondità di accenti che sembrano annunciare il mondo romantico, mentre tuttavia la commedia, attorno, non ne risulta sacrificata. Il Don Giovanni fu rappresentato per la prima volta a Praga il 29 ottobre 1787 ed ebbe un’accoglienza entusiastica.
Tornato a Vienna, Mozart fu nominato Kammermusikus dell’imperatore Giuseppe II. Nel 1788 scrisse le sue tre ultime e stupende sinfonie: in mi bemolle K 543, in sol minore K 550 e in do maggiore (Jupiter) K 551. Nel 1789 seguì il principe Karl Lichnowsky, suo allievo, in un giro attraverso la Germania, ricevendo lusinghiere offerte da parte di Federico Guglielmo II. Ma preferì tornare a Vienna, dove per incarico di Giuseppe II scrisse una nuova opera, Così fan tutte, anche questa su libretto di Lorenzo Da Ponte, che fu rappresentata nel gennaio 1790. Morto in quel periodo Giuseppe II, il nuovo imperatore Leopoldo II non mostrò per la musica l’interesse del suo predecessore. Bisognoso di denaro, Mozart entrò in rapporti con Emanuel Schikaneder, l’impresario del Theater auf der Wieden, il quale gli fece balenare l’idea di scrivere un’opera di puro carattere tedesco; nacque così la terza delle maggiori opere teatrali di Mozart, Die Zauberflöte su libretto dello stesso Schikaneder, rappresentata il 30 settembre 1791. Nell’agosto era stata composta, in soli dodici giorni, La clemenza di Tito, su un vecchio libretto rimaneggiato di P. Metastasio. La composizione del Requiem, iniziata nel luglio del 1791, fu interrotta, con dolorosa coincidenza, dalla morte del musicista, avvenuta il 6 dicembre 1791. La produzione di Mozart fu di una quantità veramente prodigiosa, specialmente se si confronta con la sua breve vita: il catalogo delle sue opere, compilato da Ludwig von Köchel nel 1862, elenca 626 composizioni. Tutte le forme di ogni genere interessarono l’inesauribile facoltà inventiva di Mozart, dalla musica vocale sacra e profana alla musica teatrale, dalla musica sinfonica a quella da camera.
Egli scrisse 21 opere, 49 sinfonie, 25 concerti per pianoforte e orchestra, 5 concerti per violino e orchestra, 23 quartetti per archi, 17 sonate per pianoforte, 35 sonate per violino e pianoforte, e inoltre messe, cantate, litanie, vespri, composizioni liturgiche minori, sonate da chiesa, arie con orchestra, Lieder, canoni, trii, quartetti per vari strumenti, quintetti, marce e danze per orchestra, divertimenti, serenate, cassazioni, concerti per diversi strumenti e orchestra.
L’arte di Mozart è complessa e molteplice, opera geniale di un indiscusso protagonista dei mutamenti culturali europei del tardo Settecento. L’apparente facilità della sua musica ha consentito letture critiche spesso persino contrastanti; all’interpretazione «classica» di O. Jahn (contenuta nella documentata biografia di Mozart pubblicata tra il 1856 e il 1859) e a quella «storica» (1911-46) di Th. de Wyzewa e G. de Saint-Foix si contrappongono quella «preromantica» di A. Einstein (1945) o quella «espressiva» di E. Hanslick (1854). La molteplicità delle critiche testimonia l’universalità del genio mozartiano, ricco di elementi diversi, di influenze (soprattutto italiane e tedesche) mirabilmente assimilate e lasciate alle spalle, capace di un raro equilibrio tra la facilità dell’invenzione e la necessità della strutturazione formale, tra contenuti spirituali e configurazioni morfologiche. Nel trapasso epocale dall’ancien régime all’età rivoluzionaria Mozart fu perno nodale: la sua musica, pur non rinunciando a tratti di serenità e compostezza sempre interiori, è difatti permeata di una sensibilità ormai indiscutibilmente moderna.
©Enciclopedia on line Treccani.

Conferenza
Il giovane Mozart a Verona e il suo ritratto d’occasione al clavicembalo martedì 11 gennaio 2022, ore 17.30
Sala Convegni Palazzo della Gran Guardia
La testimonianza più conosciuta e riconoscibile del primo soggiorno veronese di Mozart è certamente il Ritratto di W.A. Mozart all’età di 13 anni, realizzato a Verona nei primi giorni del gennaio 1770. Elemento centrale dei festeggiamenti mozartiani veronesi fin dalla prima edizione del 2020 con la mostra 1770-2020: 250 anni di Mozart a Verona nelle collezioni della Biblioteca Civica, nella quale è stato presentato il contesto storico-culturale e musicale che il salisburghese incontrò a Verona durante il suo primo soggiorno nella nostra città, l’anno scorso, tra maggio e ottobre, il dipinto è stato protagonista di Ospiti fuori dal Comune con un’esposizione in esclusiva europea nella Galleria della Sculture al Museo di Castelvecchio, iniziativa resa possibile grazie alla preziosa collaborazione di Fondazione Cariverona e l’Accademia Filarmonica di Verona.
In occasione della mostra fu realizzato anche il concerto-documentario Il giovane Mozart torna a Verona per la regia di Daniele De Plano, disponibile sul canale YouTube di Fondazione Cariverona.
Quest’anno il percorso di ideale “riappropriazione” del celebre ritratto da parte della città di Verona prosegue con la conferenza Il giovane Mozart a Verona e il suo ritratto d’occasione al clavicembalo, che sarà tenuta da
⦁ Giorgio Fossaluzza, storico dell’arte docente dell’Università di Verona;
Michele Magnabosco, bibliotecario conservatore dell’Accademia Filarmonica di Verona,
già protagonisti del video dell’anno scorso, insieme al Direttore dei Musei Civici Francesca Rossi, al Direttore Artistico delle iniziative musicali di Fondazione Cariverona Andrea Marcon e al quartetto d’archi Venethos Ensemble.
Martedì 11 gennaio 2022, alle ore 17.30 nella Sala convegni del Palazzo della Gran Guardia, per il quinto degli appuntamenti delle conferenze 2021-2022 promosse dalla Direzione Musei Civici – in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona e con il sostegno degli Amici dei Civici Musei di Verona i due studiosi riallacceranno le fila dei molti spunti emersi grazie allo studio diretto del ritratto reso possibile dalla mostra del 2021, presentando nuove prospettive di approccio sull’attribuzione dell’opera e sulla sua iconografia musicale che potranno essere da stimolo a ulteriori futuri approfondimenti.
In occasione dell’incontro in Gran Guardia sarà anche presentata la copia ad altissima definizione del Ritratto di W.A. Mozart all’età di 13 anni realizzata dalla ditta specializzata Haltadefinizione, tech company di Franco Cosimo Panini Editore, e dal laboratorio artigiano B. Restauro di Reggio Emilia per la creazione della cornice, fedelissima all’originale.
La superficie dell’opera è stata ripresa con un sistema robotizzato sviluppato da Haltadefinizione insieme al partner tecnologico Memooria, in grado di mappare il dipinto in tutte le sue forme grazie alle tecnologie di digital imaging studiate per il monitoraggio dei dipinti.
Il procedimento utilizzato ha consentito di rilevare la matericità dell’opera e restituire un’impronta tridimensionale con precisione nell’ordine della decina di micron. Grazie ai dati ottenuti, è stato possibile attuare un processo di stampa 3D innovativo, attraverso il quale la superficie pittorica è stata fedelmente duplicata in termini fisici e cromatici, dando forma a un vero e proprio clone identico all’originale.
Sarà Luca Ponzio, co-founder di Haltadefinizione, a illustrare i dettagli dell’operazione durante la conferenza dell’11 gennaio.

Giorgio Fossaluzza dedica prevalentemente la sua ricerca alla pittura veneta, spaziando dal tardo Medioevo al Settecento. Nella sua carriera ha contribuito a ricostruire, affrontando spesso temi inediti, le congiunture artistiche territoriali (Trevigiano, Friuli, Polesine con Lendinara, Bergamasco e Bresciano), dell’arco alpino (Feltrino, Bellunese e Cadore), e dei centri delle opposte sponde dell’Adriatico (Istria, Dalmazia e Puglia). Si occupa pertanto di ricerca documentaria, delle tradizioni devozionali e degli aspetti iconografici peculiari attestati in differenti contesti ripartiti fra centri e periferia.
Ha partecipato ai cataloghi scientifici delle maggiori pinacoteche soprattutto di ambito veneto e lombardo, alla catalogazione dei patrimoni artistici di chiese e musei locali, con interessi che si spingono ai materiali di Otto e Novecento. Nella sua attività scientifica mette a frutto l’esperienza nella progettazione e gestione organizzativa di eventi espositivi di respiro internazionale, nella redazione scientifica di riviste e di cataloghi di mostre, che è stata maturata in qualità di Segretario scientifico dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, dal 1995 al 2002.
Dal 2014 è designato dall’Università di Verona quale rappresentante presso il “Comitato permanente per la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell’Istria e nella Dalmazia” della Regione del Veneto – Dipartimento Politiche e Cooperazione Internazionale. Collabora in modo organico, in qualità di consulente, con l’Istituto Croato del Restauro, ne segue gli interventi conservativi e la valorizzazione delle opere d’arte venete della Croazia.
Michele Magnabosco occupa dal 2011 l’incarico di Bibliotecario conservatore dell’Accademia Filarmonica di Verona, preposto alla gestione e alla valorizzazione delle collezioni storiche dell’ente, che comprendono la ricca biblioteca musicale, l’archivio storico e la collezione di strumenti musicali. È inoltre responsabile delle componenti accademiche e musicologiche delle attività culturali dell’istituzione come concerti, conferenze e mostre e dei progetti di ricerca. Nel 2003 si laurea “cum laude” in musicologia presso la Facoltà di Musicologia dell’Università degli Studi di Pavia e nel 2004 consegue il Diploma in archivistica paleografia e diplomatica presso la Scuola APD dell’Archivio di Stato di Mantova.
Collabora regolarmente con importanti istituzioni quali Fondazione Antonio Stradivari – Museo del Violino di
Cremona, Musei Civici di Verona, Fondazione Museo Palazzo Madama di Torino, Biblioteca Nazionale Marciana, Fondazione Ugo e Olga Levi, Musée des beaux-arts de Montréal (Québec), Portland Art Musem
(Oregon), Museo Centrale Statale della Cultura Musicale “M. I. Glinka” di Mosca, Haute école de musique de Genève (Svizzera), Fondazione Musei Civici di Venezia, Istituto Italiano di Cultura di Mosca, Conservatori di Verona e Vicenza, Biblioteca Civica di Verona, Biblioteca Bertoliana di Vicenza.
Invitato a convegni nazionali e internazionali, ha pubblicato saggi di organologia e storia della musica in volumi collettivi e riviste.
Luca Ponzio imprenditore e manager dalla spiccata visione innovativa, nel 2006 entra nel mercato della valorizzazione dei Beni culturali come co-founder di Haltadefinizione, la prima società al mondo a pubblicare, nel corso dello stesso anno, una foto da 8,6 gigapixel di un’opera d’arte (la Parete Gaudenziana di Varallo), superata già l’anno successivo da una ripresa da 16,1 gigapixel del Cenacolo di Leonardo, rimasta per anni l’immagine digitale più grande del mondo mai realizzata.
Tra i progetti memorabili realizzati sotto la sua guida si ricordano, oltre la digitalizzazione in gigapixel dell’Ultima Cena di Leonardo, la Cappella degli Scrovegni e la Sacra Sindone.
Negli anni ha sviluppato rapporti e collaborazioni consolidate con importanti enti e realtà museali come il Cenacolo Vinciano, la Pinacoteca di Brera, le Gallerie degli Uffizi, le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma e la Galleria dell’Accademia di Firenze. Nel 2017 Haltadefinizione è stata acquisita da Franco Cosimo Panini Editore S.p.a., casa editrice modenese che da più di trent’anni si contraddistingue per le attività legate alla valorizzazione e alla conservazione del patrimonio artistico.
È fondatore di due startup innovative operanti nel settore culturale: Memooria, impresa sociale che sviluppa tecnologie per il monitoraggio dello stato di conservazione delle opere d’arte e Enjoymuseum, azienda che crea «esperienze» all’interno dei musei attraverso la fusione di alta tecnologia, usabilità e design.
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Ritratto di W.A. Mozart all’età di 13 anni
L’opera su tela datata 1770 è attribuita al pittore veronese Giambettino Cignaroli ed è stata acquisita da un collezionista privato straniero al termine di un’accesa competizione in asta da Christie’s a Parigi.
La testimonianza più significativa e affascinante del primo soggiorno veronese di Mozart non è data dai diversi documenti e lettere conservati, certamente preziosi per ricostruire quasi giorno per giorno cosa fece e chi incontrò il salisburghese, ma dal celebre Ritratto veronese, probabilmente la documentazione più fedele dell’aspetto fisico del giovane Wolfgang in nostro possesso.
Come ci informa Leopold Mozart, padre di Wolfang Amadeus in una breve annotazione presente nella lettera inviata alla moglie il 7 gennaio 1770, fu Pietro Lugiati, funzionario della Repubblica di Venezia, ad insistere per la realizzazione di quella che è forse una delle immagini più celebri della storia della musica, il quale «pregò i cavalieri di chiedermi che volessi permettere di far ritrarre Wolfgang. Ieri mattina ciò fu fatto e oggi dopo la messa egli dovette posare per la seconda volta e noi dovemmo anche pranzare lì».
Rimasto nella dimora di Pietro Lugiati fino alla morte di questi,
nel 1788 il dipinto passò all’Accademia Filarmonica, dove sembra sia stato conservato fino al 1856, quando venne acquistato dal collezionista viennese Leopold von Sonnleithner. Nella capitale austriaca fece parte del patrimonio famigliare Sonnleithner-Kupelwieser fino ai primi decenni del secolo scorso, entrando in seguito nella collezione privata del celebre pianista Alfred Cortot. Proposto all’asta il 27 novembre 2019 presso la filiale parigina di Christie’s, il dipinto è stato acquisito da un collezionista privato asiatico.

ELIA CECINO
Elia Cecino dal 2014 si esibisce con continuità in recital spaziando nel repertorio presso numerose sale europee quali il Teatro Verdi di Trieste, Teatro La Fenice di Venezia, Fazioli Concert Hall di Sacile, Teatro Municipale di Piacenza, Teatro Toniolo di Mestre, Teatro degli Industri di Grosseto, Teatro Olimpico di Vicenza, Sala dei Notari di Perugia, Sala degli Affreschi della Società Umanitaria e Spazio 89 a Milano, Conservatorio di Bolzano, Villa Carlotta di Tremezzo, Sala dei Giganti di Padova, Auditorium della Gran Guardia e Società Letteraria di Verona, Palazzo De Nobili di Catanzaro, Casa della Musica di Cosenza, Palazzo Litta a Milano, Casa Mozart a Rovereto, Gesellschaft für Musiktheater di Vienna, Schloss Wolfsburg, Istituto di Cultura Italiano di Amburgo, Sanatorium Marconi di Busko-Zdrój, Palatul Culturii Iași, Aula de Cultura de Murcia, Teatro Thuillier di Caravaca de la Cruz, Dvorana Glasbene Šole di Radovljica. Nel 2016 ha preso parte a un tour di concerti negli Stati Uniti.
Si è proposto da solista con la Simf nica del Vallès, Sinfónica de Galicia, Düsseldorf Symphony Orchestra, Sichuan Philarmonic, Bacau Philarmonic, FVG Orchestra, Orchestra Vivaldi di Morbegno, Joven Orquesta Leonesa, Orchestra Busoni di Empoli, Complesso d’Archi del Friuli e del Veneto, Orchestra Concentus Musicus Patavinus, Orchestra San Marco di Pordenone.
Nell’ottobre 2020 la casa discografica Suonare Records ha pubblicato il suo CD di debutto dedicato a musiche di Beethoven, Chopin e Skrjabin e un secondo album monografico su Chopin é stato pubblicato da OnClassical nell’aprile 2021. Sue interpretazioni e interviste sono state trasmesse da Rai Radio 3, Radio Popolare, Rai Friuli Venezia Giulia e Radio MCA. In ottobre 2021 il suo recital presso la Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale è stato trasmesso in diretta su Rai Radio 3. É stato tra i protagonisti della prima edizione italiana della trasmissione TV di Rai 1 “Prodigi” a favore dell’Unicef.
Allo studio del repertorio solistico Elia affianca un’intensa attività cameristica in trio e quintetto con archi con cui si è esibito in numerose rassegne concertistiche quali “Carniarmonie”, “Armonie in Corte” di Udine, “Estate Concertistica di Lamole” di Greve in Chianti, “Gioie Musicali” ad Asolo, “Campus delle Arti” di Bassano, “I concerti a Palazzo” per l’Ensemble Serenissima di Sacile. Nel dicembre 2020 ha collaborato con il violoncellista Mario Brunello in occasione del 250esimo anniversario della nascita di Beethoven.
Elia si è affermato in Italia e all’estero in concorsi internazionali tra i quali spiccano il Viñes di Lleida, Ciudad de Ferrol, Premio Venezia, Pozzoli di Seregno, Casagrande di Terni, Schumann di Düsseldorf, Luciani di Cosenza, Città di Albenga, Isidor Bajic di Novi Sad, Chopin di Budapest, Marciano di Vienna. Nato nel 2001 a Treviso, Elia Cecino comincia lo studio del pianoforte a 9 anni con Maddalena De Facci sotto la cui guida si diploma da privatista con 10 e Lode presso il conservatorio di Cesena nel 2018. Nel 2020 ottiene il Diploma di Specializzazione dell’Accademia del Ridotto di Stradella studiando con Andrzej Jasinski. Si sta perfezionando con Elisso Virsaladze presso la Scuola di Musica di Fiesole. Dal 2019 Elia è artista in residenza della Fondazione “Luigi Bon” di Colugna di Tavagnacco.
www.eliacecino.it

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