Consiglio Generale degli Italiani all’Estero Segretario generale

 

 

 

Consiglio Generale degli Italiani all’Estero
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L’Italia deve credere di più sulle sue potenzialità

Il primo agosto la Svizzera festeggia l’unità nazionale. In questa giornata i ventisei cantoni che costituiscono la Confederazione Elvetica rinnovano il patto del Grütli, una montagna sul lago dei 4 cantoni sulla quale fu pronunciato il giuramento dal quale è evoluta la forma confederata della Svizzera moderna. Quest’anno la ricorrenza, per puro caso, è culminata con il contestuale riconoscimento della medaglia Fields,„il premio Nobel della matematica“ assegnato a Rio de Janerio a Alessio Figalli, un giovane italiano professore ordinario presso il Politecnico di Zurigo. Questo ateneo in passato ha ospitato diversi illustri professori, tra loro figure rinomate che hanno scritto pagine della storia d’Italia. Merito del giovane professore e ricercatore Alessio Figalli é aver studiato il modo più economico o ottimale per trasportare la distribuzione di massa da un luogo all’altro.

 

La notizia ha incontrato molte simpatie suscitando un pizzico d’orgoglio nella comunità italiana in Svizzera, perché negli ultimi anni sono numerosi i nostri connazionali trasferitisi nella Confederazione e tra loro, una significativa percentuale é anche impegnata in ambiti accademici e di ricerca, avendo ricevuto una alta formazione scolastica nel nostro Paese, che li colloca tra i più preparati professionalmente.

 

Questo riconoscimento fotografa, tuttavia, le allarmanti cause, anticipate nella stessa giornata, dall‘ Associazione per lo sviluppo industriale nel Mezzogiorno ( Svimez) al rapporto economico e sociale nelle regioni meridionale nel 2018, che spingono molti nostri connazionali a trasferirsi all’estero.
Il rapporto indica come l’emigrazione sia ridiventata un tratto endemico del nostro paese, favorita dall’esclusione di una quota crescente di cittadini dal mercato del lavoro. Nel 2017 ci sono stati più morti che nati, i giovani vanno via e iniziano a scappare anche gli stranieri. Negli ultimi anni ci sono stati dei segnali di ripresa occupazionale, ma se non cambia l’atteggiamento delle politiche strutturali c’è il rischio di una marcia indietro repentina.

 

Le due notizie del 1° agosto mostrano le differenze tra la Svizzera e l’Italia e lo spaccato di un Paese, il nostro, con grandi potenzialità e capacità indiscusse, che il sistema italiano non riesce a valorizzare costringendole a inventarsi un futuro di successo altrove. Vivere, oggi, nel nostro paese costa tempo e fatica, l’amarcord non è più un deterrente per frenare l’esodo verso l’estero: rectius il governo dovrà affrontare seriamente la questione migrazione in entrata e in uscita dal nostro paese, evitare le semplificazioni retoriche e in particolare dovrebbe impegnarsi a garantire l’unità nazionale.

Michele Schiavone

 

Tägerwilen, 1 agosto 2018

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