| Riccardo Frizza opens the 2025 Toscanini Festival with Mendelssohn, Haydn and Beethoven 14 June | Piazzale San Francesco, Parma |
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| Riccardo Frizza © Simone Falcetta |
| 🇬🇧 The 2025 Toscanini Festival opens with conductor Riccardo Frizza leading the Filarmonica Toscanini and rising star cellist Philipp Schupelius in an evening of masterpieces featuring Mendelssohn’s Hebrides ouverture, Haydn’s Concerto no. 1 for cello and orchestra and Beethoven’s Symphony No. 4. Maestro Frizza shares his thoughts on the programme, touching on its meaning and the coherence between the selected works:«Returning to conduct the Filarmonica Arturo Toscanini is always a great pleasure. This time, it’s an even greater satisfaction because I’m inaugurating the fourth edition of the Toscanini Festival, the tribute which the Foundation that bears the name of the legendary conductor has organized each summer since 2022 in Parma and some of the other most beautiful historical and artistic settings in the province. Our programme includes Mendelssohn’s Hebrides overture and the Beethoven Symphony no. 4: two works that I love for the richness of their ideas and orchestration but above all because, despite the thirty years that separate their creation, they narrate through music the new world which, from Beethoven onwards, was to become the realm of the Romantics. In between, we’re performing the Haydn Concerto no. 1 for cello and orchestra, entrusted to the exceptional talent of Philipp Schupelius from Berlin. Still in his early twenties, his name became familiar last year when Classic FM selected him as one of their Thirty Most Exciting Young Musicians in the World, but he is already a mature artist who breathes captivating new life into this work by a youthful Haydn. I think that the full programme is fascinating for the references in some of its pages to the moods and contours of a recent past, and that this feeling is intensified by the inclusion of Beethoven’s Fourth, resulting from a particularly successful year for the composer, 1806, with its stirring and only occasionally mysterious outpouring particularly in the Adagio, which enchanted Berlioz to the extent that he wrote that it ‘seems to have been breathed by the archangel Michael when, seized with a fit of melancholy, he contemplated the universe, standing on the threshold of the Empyrean’. From there to the perpetual motion of the prodigious Finale à la Haydn, it is with deep conviction that I have included this perfect, unjustly neglected symphony.» |
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| © La Toscanini |
| 🇮🇹 Il primo appuntamento del Festival Toscanini 2025 è affidato alla direzione di Riccardo Frizza che guiderà la Filarmonica Toscanini e il violoncellista emergente Philipp Schupelius in una serata di capolavori con l’ouverture Le Ebridi di Mendelssohn, il Concerto n. 1 per violoncello e orchestradi Haydn e la Sinfonia n. 4 diBeethoven. Il Maestro Frizza condivide una riflessione sul programma, raccontandone il senso e i legami tra i brani proposti:«Torno sempre con piacere a dirigere la Filarmonica Arturo Toscanini, questa volta sono ancora più soddisfatto perché inauguro la quarta edizione del Festival Toscanini, il tributo che la Fondazione che porta il nome del mitico direttore realizza dall’estate del 2022 a Parma e in alcuni dei siti storici e artistici più belli della sua provincia.Il nostro programma comprende l’ouverture Le Ebridi di Mendelssohn e la Sinfonia n. 4 di Beethoven: due opere che amo per la ricchezza di idee e l’orchestrazione ma soprattutto perché, pur composte a quasi trent’anni di distanza l’una dall’altra, parlano di un nuovo mondo anche in musica, quello che partendo da Beethoven sarebbe diventato il regno dei Romantici.In mezzo, eseguiremo il Concerto n. 1 per violoncello e orchestra di Haydn affidato al talento straordinario del berlinese Philipp Schupelius, poco più di vent’anni, il cui nome è noto perché Classic FM l’anno scorso lo ha inserito tra i trenta giovani musicisti più interessanti al mondo ma che è un artista già maturo che suona questo Haydn giovanile con freschezza seducente.Penso che il fascino dell’intero programma consista perciò nei rimandi ad atmosfere e forme del passato recente di alcune delle pagine e che il senso venga esaltato dalla proposta della Quarta di Beethoven, frutto di un anno particolarmente felice come fu il 1806 per il compositore, dallo scorrere frusciante e solo a tratti misterioso, specie nell’Adagio che incantava Berlioz fino al punto di fargli scrivere che “sembra essere stato sospirato dall’arcangelo Michele il giorno in cui, colto da un accesso di malinconia, contemplava i mondi ritto sulla soglia dell’Empireo”. Da lì al moto perpetuo del travolgente Finale à la Haydn, propongo con profonda convinzione questa sinfonia perfetta e ingiustamente negletta». |
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