FRANCO PIZZOLLA, EX SINDACO DI BERNALDA, VITTIMA DEL COVID – Lo stimato professionista è morto ieri nella sua città, gemellata con L’Aquila

 

11 dicembre 2020

FRANCO PIZZOLLA, EX SINDACO DI BERNALDA, VITTIMA DEL COVID

Lo stimato professionista è morto ieri nella sua città, gemellata con L’Aquila

di Goffredo Palmerini

L’AQUILA – E’ giunta ieri in tarda serata da amici di Bernalda la dolorosa notizia della morte di Francesco Pizzolla, comunemente chiamato Franco, spentosi a 77 anni in seguito al contagio da Coronavirus. E’ stato sindaco di Bernalda, cittadina in provincia di Matera gemellata con L’Aquila, dal 1985 al 1990, un amministratore di grande sensibilità e cultura di governo, una persona davvero perbene. A lui si deve la programmazione e la realizzazione di importanti progetti di valorizzazione della città e del suo territorio che si espande fino al mare di Metaponto. Proprio sul metapontino e sul suo sviluppo turistico, oltre al pregio delle produzioni agricole che connota quello splendido territorio definito “California d’Italia”, si fondò la sua rilevante azione amministrativa, che si nutriva di un solido ancoraggio ai valori cristiani e all’azione politica della Dc che da essi traeva ispirazione.

Franco Pizzolla promosse infatti un piano di opere pubbliche rilevante, con la valorizzazione del lungomare, con strutture sportive e di ricettività culturale, con un programma organico che al potenziamento del turismo balneare associava il turismo culturale, imperniato sul cospicuo patrimonio di emergenze archeologiche magnogreche presenti nell’area e nel relativo Museo. Assai ricche sono infatti le vestigia archeologiche di Metapontum, uno dei più importanti insediamenti della Magna Grecia, edificato nel VI secolo a.C. dagli Achei del Peloponneso settentrionale, dove Pitagora portò la sua scuola filosofica. Davvero una forte attrattiva per il turismo culturale. Vi si può ammirare la bellezza delle Tavole Palatine e, nel Parco archeologico, il Teatro, i Templi di Hera e Apollo Licio, i santuari dedicati ad Artemide e Atena, la necropoli Crucinia. Nel Museo archeologico nazionale di Metaponto si conservano ricche testimonianze, dall’età del Bronzo al periodo tardo antico, provenienti dagli scavi operati nella città e nel territorio circostante.

Franco Pizzolla ha poi valorizzato Bernalda anche attraverso i suoi figli migliori, in Italia e all’estero. Basti citare il conferimento della cittadinanza onoraria al grande regista Francis Ford Coppola, il cui nonno Agostino era emigrato negli Stati Uniti proprio da Bernalda, la città d’origine dove Francis con la figlia Sofia, acquistando un antico palazzo, ha poi realizzato uno splendido Resort, riallacciando ancor meglio i legami con la terra dei propri avi. E’ stato un bravo sindaco, Franco Pizzolla, un valente professionista con un apprezzato studio tecnico di progettazione. Un grande amico dell’Aquila, dove conta ancora tante amicizie, coltivate con finezza e signorilità. Anche chi scrive ha il privilegio di essergli amico, legato alla sua bella famiglia. Ne posso essere testimone, della sua gentilezza e attenzione. Non solo riscontrate nelle visite rese in tante occasioni, durante le vacanze estive della mia famiglia al mare di Metaponto, ma soprattutto quando Franco e sua moglie Rosanna vennero a casa a trovarci, qualche mese dopo il terremoto che il 6 aprile 2009 aveva sconvolto L’Aquila. Vollero sincerarsi sulle condizioni dell’Aquila e su come stava la mia famiglia venendo di persona. Un gesto di grande sensibilità e amicizia che non dimenticherò mai. Ci siamo poi rivisti a Bernalda, nel 2016, in occasione di un’altra breve mia vacanza a Metaponto. Sono molto addolorato per la sua scomparsa, sono vicino alla sua famiglia, ai suoi figli e all’intera comunità di Bernalda che perde uno dei suoi esponenti migliori.

Vorrei raccontare brevemente come nacque il gemellaggio tra Bernalda e L’Aquila e quale il ruolo che Franco Pizzolla ha avuto nel consolidare un’amicizia ormai quarantennale tra le due città. Era sindaco dell’Aquila Tullio de Rubeis – chi scrive era assessore – quando nel 1981 la città di Bernalda, che ha per patrono San Bernardino da Siena, si gemellò con L’Aquila, dove il santo – che della città capoluogo d’Abruzzo è compatrono – il 20 maggio 1444 morì e dove le sue spoglie incorrotte sono conservate nella splendida basilica rinascimentale a lui dedicata. Nel 1980, ricorrendo il sesto Centenario della nascita di San Bernardino, il Comune di Bernalda, guidato da Cosimo Pizzolla, si era gemellato con Siena e con Massa Marittima, quest’ultima luogo di nascita del Santo. L’anno del gemellaggio con L’Aquila, nella grande festa del Patrono che si tiene nella seconda metà di agosto, andò a rappresentare la Municipalità il vicesindaco Giampiero Berti De Marinis. Negli anni che seguirono furono il consigliere comunale Sergio Braccani e chi scrive presenti in quell’annuale ricorrenza a rappresentare L’Aquila. Si ricorda ancora con emozione la peregrinatio di San Bernardino, con l’urna delle sacre spoglie del santo scortata dal francescano Padre Casimiro Centi sfilare su un carro trainato dai buoi lungo il percorso processionale che solca tutto il centro di Bernalda, dall’antica chiesa dedicata al Patrono fino alla chiesa di San Donato, all’altro capo della città.

Ma fu nel 1985 che il rapporto di gemellaggio prese davvero il volo, con Franco Pizzolla da poco eletto sindaco. Nell’agosto di quell’anno ero andato ancora una volta a rappresentare la municipalità. Si chiudeva il mandato dell’amministrazione De Rubeis e dopo le elezioni di giugno ancora non si era costituita la nuova amministrazione (il nuovo sindaco Enzo Lombardi fu eletto a fine ottobre). Il giorno clou della festa del patrono a Bernalda, il 24 agosto, don Tullio de Rubeis, che il 23 sera aveva aperto le celebrazioni della Perdonanza Celestiniana, partito in auto al mattino di buonora, era sceso a Bernalda per rendere personalmente omaggio alla città gemellata. Nacque così una bella amicizia tra i due sindaci, coltivata negli anni successivi quando Franco Pizzolla veniva a L’Aquila con la delegazione bernaldese per partecipare alla Perdonanza o il 20 maggio per la festa di San Bernardino, recando come i senesi l’olio che alimenta la lampada nel mausoleo del Santo. Nel 1988, dopo la morte di don Tullio de Rubeis all’età di 80 anni, il sindaco Pizzolla subito manifestò l’intenzione di dedicare all’ex sindaco dell’Aquila l’intitolazione di una strada di Bernalda, a suggello dell’amicizia tra le due città.

Negli anni, dopo il forte impulso impresso da Franco Pizzolla, l’amicizia tra le due città si è cementata gradualmente con le amministrazioni guidate dai sindaci che gli sono succeduti: Nicola Dommarco, Angelo Tataranno, Nunzio Dibiase, Giuseppe Pesare, Giuseppe Patrocelli, Francesco A. Renna, Leonardo Chiruzzi, Domenico R. Tataranno, e dai sindaci dell’Aquila succeduti a Tullio de Rubeis: Enzo Lombardi, Maria Luisa Baldoni, Giuseppe Placidi, Antonio Centi, Biagio Tempesta, Massimo Cialente, Pierluigi Biondi. Il rapporto si è consolidato fortemente, tanto che quest’anno a Bernalda si sarebbe dovuto celebrare il quarantennale con tutte le città gemellate, con un convegno commemorativo al quale anche chi scrive era stato contattato per essere tra i relatori. Ma le opportune misure contro la pandemia ne hanno tuttavia consigliato il rinvio al prossimo anno.

Molto appropriate, infine, le parole che l’on. Giuseppe Molinari, già deputato per due legislature per la circoscrizione Basilicata, ha espresso in ricordo di Franco Pizzolla: “Oggi, complice questo maledetto virus, è stato strappato alla sua famiglia, ai suoi tanti amici, alla sua Bernalda di cui è stato sindaco dal 1985 al 1990 un caro amico, Franco Pizzolla. Una bella persona con una grande passione per la politica, vero democristiano convinto, sempre attento a raccogliere le esigenze della popolazione di Bernalda-Metaponto ed allo sviluppo del Metapontino anche in una visione europea…”. Il giusto tributo in riconoscimento del valore dell’uomo e del politico, del quale l’intera comunità di Bernalda piange la scomparsa, ma anche da lontano si vive la tristezza di tale perdita.

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