Comunicato stampa
Venerdì 1 ottobre 2021, alle ore 20, il maestro Manfred Honeck sul podio alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
In programma le musiche di Arvo Pärt, György Ligeti e Pëtr Il’ič Čajkovskij.
Firenze, 30 settembre 2021 – Il maestro Manfred Honeck, uno dei direttori più apprezzati del panorama internazionale il cui debutto sul podio del Teatro del Maggio risale al 12 marzo 2004,
torna alla guida dell’Orchestra del Maggio venerdì 1 ottobre 2021, a breve distanza dal concerto diretto a Grosseto del 3 settembre 2021 e ad una manciata di mesi dal concerto, poi trasmesso in streaming, del 21 marzo 2021.
In cartellone un programma, che si articola con il Cantus in Memoriam Benjamin Britten di Arvo Pärt, scritto nel 1977, anno successivo alla scomparsa di Britten, prosegue con il Doppio Concerto per flauto, oboe e orchestra di György Ligeti, scritto dal compositore ungherese nel 1972. In questo concerto le parti soliste sono affidate a due musicisti di grande rilievo al flauto e all’oboe: Henrik Wiese, primo flauto alla Bayerische Staatsoper dal 1995 al 2006 sotto la direzione del maestro Zubin Mehta e, sempre dal 2006, primo flauto alla Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks e da Tobias Vogelmann, altro importante solista della Bayerischen Rundfunks, membro dell’orchestra tedesca dal settembre del 2000.
Il programma diretto dal maestro Honeck si conclude con la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, composta sul finire del 1888 e rappresentata per la prima volta a Mosca nel novembre dello stesso anno.
Il programma:
Dopo aver attraversato un’iniziale fase avanguardista, il compositore estone Arvo Pärt approda negli anni Settanta a una scrittura minimalista improntata alla spiritualità. La riscoperta della monodia antica lo aiuta a mettere a fuoco un linguaggio evocativo basato su pochi elementi armonico-melodici e sul silenzio, elemento fondamentale nelle sue opere. Cantus in memoriam Benjamin Britten, composto nel 1977 come omaggio al musicista inglese scomparso l’anno precedente, è una trenodia per orchestra d’archi e campana tubolare costruita sul principio elementare del ‘tintinnabulum’ – marchio di fabbrica di tanta musica di Pärt – che trae origine dalle note della triade prodotte dalle risonanze della campana.
Protagonista dell’avanguardia del secondo dopoguerra, l’ungherese György Sándor Ligeti si è distinto per lo studio e la ricerca sulla materia sonora anche attraverso l’esperienza di musica elettronica maturata a fianco di Stockhausen. Il Doppelkonzert per flauto, oboe e orchestra fu commissionato a Ligeti nel 1971 dal Festival di Berlino ed eseguito la prima volta il 16 settembre dell’anno successivo diretto da Christoph von Dohnányi.
A dieci anni di distanza dalla Quarta Sinfonia, nel 1888 Čajkovskij torna a confrontarsi nuovamente con il tema del destino, motivo ispiratore anche della Quinta. Dopo un periodo di abulìa, il compositore pare aver ritrovato l’ispirazione giusta che lo sprona, come scrive all’amica e confidente Nadezda von Meck, a realizzare alacremente la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 54. L’esecuzione della Quinta, diretta dallo stesso autore nel novembre del 1888 a San Pietroburgo, è accolta con favore dal pubblico ma meno dalla critica. Čajkovskij inizia a dubitare della validità della sua ultima opera giudicandola inferiore al lavoro precedente, salvo poi ricredersi dopo i successi riportati dalla Quinta nei concerti della tournée europea dell’anno successivo. A differenza della Quarta, la Quinta manca di un programma vero e proprio, sebbene vi siano a margine della partitura brevi pensieri che alludono al tema della lotta dell’uomo contro il destino avverso. Secondo il modello codificato da Berlioz, la Quinta è costruita sul principio ciclico dell’idea tematica ricorrente che collega i quattro movimenti.
Prezzi: Visibilità limitata e ascolto: 15€ – Galleria: 25€ -Palchi: 35€ -Platea4: 45€ – Platea3: 60€ – Platea2: 80€ – Platea1: 100€.