Astrid affermò in seguito che senza il dolore per la separazione forzata dal figlio non sarebbe mai diventata l’autrice che conosciamo. Sposerà Sture Lindgren e nel 1934 darà alla luce una bambina, Karin. Proprio durante una malattia della figlia Astrid inizierà a raccontarle favole. Nel 1941 darà vita a Pippi Calzelunghe: una ragazzina forte e coraggiosa, con un animo ribelle, che vive con un cavallo e una scimmietta e i suoi amici, Tommy e Annika.
Inizialmente gli editori temono che Pippi Calzelunghe avrebbe istigato i bambini alla ribellione, ma quattro anni dopo le prime storie vengono pubblicate. Da qui tutta una serie di successi, popolati da personaggi liberi e vitali in cui i bambini si rivedono. In un’intervista Astrid disse “Ricodo bene com’è essere bambini, come un bambino senta e come reagisca”.
Il segreto di Astrid Lindgen sta nell’aver amato uno per uno i suoi lettori, aver donato loro un po’ di magia e di coraggio, diventando per loro un esempio. Femminista, sostenitrice del movimento operaio, in prima linea nella lotta per il riconoscimento dei diritti dei bambini, Lindgren è ancora oggi un’icona di modernità e libertà.
La quarta puntata de Il mio nome è Leggenda vedrà inoltre la partecipazione del mass-mediologo Roberto Grandi e dell’antropologo Davide Domenici.
Il mio nome è Leggenda è una produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Un programma di Michele Cogo, Giuseppe Cassaro, Gianmarco Guazzo e Antonio Monti, scritto da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti. Hanno partecipato in forma di partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a disposizione una delle location più suggestive della città: il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.
“Non voglio crescere“ – testi di Michele Cogo e Alberta Lepri.
Nota dell’autrice Alberta Lepri:
“Non voglio crescere”, la puntata dedicata alla storia personale di Astrid Lindgren, autrice di “Pippi Calzelunghe”, è un tuffo nella nostra infanzia. L’età d’oro dove potevamo diventare mille persone diverse, prima di diventarne una sola e rimpiangere quel tempo in cui non dovevamo scegliere.
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