Ufficio Stampa 26/04/2022
PIETRO RIZZO DIRIGE L’ORCHESTRA DI FONDAZIONE ARENA IN UN INEDITO PROGRAMMA TUTTO STRAUSS
Per il 7° concerto della Stagione Sinfonica 2022, Pietro Rizzo torna al Teatro Filarmonico di Verona nel segno di Richard Strauss con la raffinata Suite da Il Borghese gentiluomo e il capolavoro crepuscolare Concerto per oboe: solista la prima parte areniana Francesca Rodomonti
7° Concerto
Venerdì 29 aprile · ore 20.00
Sabato 30 aprile · ore 17.00
Teatro Filarmonico di Verona
Prime volte al Filarmonico con Fondazione Arena: sia per entrambe le opere di Strauss, mai eseguite nelle stagioni sinfoniche di Fondazione Arena, sia per la solista all’oboe Francesca Rodomonti. Pietro Rizzo, dopo il debutto veronese lo scorso fine settimana in occasione del sesto concerto, torna sul podio del Filarmonico in sostituzione di Marco Guidarini.
«Sono l’unico compositore vivente che ha cattiva stampa – riconosceva di sé, con una certa amarezza, l’ultra-ottantenne Richard Strauss, proseguendo però col suo humour tipicamente sapido – per questo la mia musica è tanto migliore». Nel movimentato e affollatissimo passaggio storico e musicale fra tardo Ottocento e Novecento, Strauss (1864-1949) aveva rivestito a lungo un ruolo di primo piano: nell’ultimo decennio del XIX secolo si era imposto come prodigioso talento dell’orchestrazione e mago nel genere del poema sinfonico, fino al dirompente (per non dire scioccante) cimento nel teatro musicale, soprattutto, dopo i primi titoli non particolarmente fortunati, con Salome (1905) ed Elektra (1909). In quest’ultima occasione, l’incontro col grande letterato Hugo von Hofmannsthal avrebbe sancito una delle più significative e durature collaborazioni della storia dell’Opera nonché la rinascita del Festival di Salisburgo, rifondato dai due con Max Reinhardt nel 1918. Lo stile preziosamente letterario e simbolista, alternato all’evocazione nostalgica della Vienna rococò e teresiana, sarebbero presto entrati in collisione con lo Zeitgeist delle due guerre mondiali e il gusto emerso da quelle macerie. Fu allora che Strauss divenne improvvisamente troppo borghese (le sue scelte drammaturgiche e musicali ne sono una sorta di manifesto) e “inattuale”, cosa a cui era invece meno avvezzo, immerso com’era sempre stato nella musica, anche come richiesto direttore d’orchestra.
Al gioco meta-teatrale (sempre attuale) mascherato da commedia rococò dobbiamo le musiche di scena per Der Bűrger als Edelemann, ossia Il Borghese gentiluomo, che nel 1912 Strauss compose per un originale adattamento della commedia di Molière. Il lavoro proposto da Hofmannsthal era decisamente ambizioso: la pièce originaria, creata con Lully per Luigi XIV e la sua corte nel 1670, era infatti una comédie-ballet in 5 atti, culminante in un gran ballo finale; il letterato viennese ne propose un adattamento in due atti, seguiti da un’opera al posto del ballo che unisse le maschere della commedia dell’arte al mito classico. Il risultato, ibrido fra prosa e opera, scontentò gli amatori di ambedue i generi, senza tener conto della notevole lunghezza. Dell’ultima parte, le sorti sono note: l’opera finale, riveduta e liberata dalla prosa di Molière, beneficiò di un nuovo prologo in musica volto a mostrarne la genesi meta-teatrale, divenendo la ben più celebre Ariadne auf Naxos del 1916. Il progetto Bourgeois gentilhomme non fu però del tutto abbandonato: l’anno dopo Ariadne, andò in scena in una revisione in tre atti che riguardò anche le musiche di scena già composte da Strauss. Da queste, nel 1918 il compositore trasse una Suite (op. 60) occasionalmente ripresa in sede di concerto ed incisa. Sui nove raffinatissimi brani, presentati in questa occasione per la prima volta a Verona, aleggiano più lo sperimentalismo timbrico e le idee melodiche di Strauss che il pur citato Jean-Baptiste Lully (Giovanni Battista Lulli, danzatore e compositore, trasmigrato in Francia per divenire musicista del Re Sole). La commedia di Molière vuole essere una satira sui nuovi ricchi come il protagonista Jourdain (e molti spettatori della prima) e sui parassiti che ne assecondano le ambizioni sociali (puntualmente frustrate) e vi affianca una trama secondaria più classica in cui le donne e i giovani si oppongono ai matrimoni combinati in favore del vero amore.
Se il consenso critico non è unanime su questo pastiche, lo è invece per l’ultima stagione della lunga vita compositiva del Bavarese: il Concerto in Re maggiore per oboe e piccola orchestra (archi più legni e corni a due) appartiene alle eccellenti creazioni straussiane dell’ultimo lustro, tra cui le Metamorphosen per archi e gli Ultimi quattro Lieder. Più di queste opere, il Concerto si rifugia ancora all’ombra rasserenante del classicismo, in questo caso alla forma del concerto mozartiano, ma con la solita personalissima raffinatezza orchestrale, armonica e melodica. Il fiorito tema iniziale dell’oboe richiama per un attimo la freschezza della giovanile Serenata per fiati op. 7 (già proposta in questa stessa Stagione Sinfonica) senza però abbandonarsi alle suggestioni romantiche: l’Allegro moderato si sviluppa con un secondo tema seguendo i canoni della forma-sonata, in un dialogo continuo fra solista e intere sezioni. Più cantabile è il successivo Andante, in cui l’oboe espone un tema arioso di disincantata e crepuscolare malinconia, intorno a una ripresa del primo tempo e prima di una virtuosistica cadenza: questa si collega direttamente al movimento finale, in forma di Rondò, pervaso da una continua proposta di nuovo materiale da parte dell’oboe, a cui l’orchestra risponde in un inesauribile gioco di temi e colori, sino alla vivacissima stretta finale. Il Concerto fu scritto da Strauss in circostanze amichevoli ma decisamente anomale: fra i soldati alleati di stanza a Garmisch nella Germania occupata del 1945, vi era infatti John de Lancie, oboista dell’Orchestra di Pittsburgh. Più volte il giovane soldato statunitense esortò Strauss a scrivere un concerto per oboe, ma il compositore rispose negativamente. Solo mesi dopo, con sorpresa forse dello stesso autore, de Lancie fu informato della nascita della nuova opera (che però non poté eseguire in prima assoluta, né alla prima americana, salvo poi recuperarlo anni dopo con l’Orchestra di Philadelphia e finalmente inciderlo).
Solista del concerto odierno è la giovane Francesca Rodomonti, attualmente primo oboe dell’Orchestra areniana, al debutto in questo ruolo nella Stagione artistica. L’intero programma è diretto dal Maestro romano Pietro Rizzo.
Il 7° concerto della Stagione Sinfonica 2022 debutta venerdì 29 aprile alle 20.00 (turno A), con un programma musicale di un’ora circa più un intervallo, e replica anche sabato 30 aprile alle 17.00 (turno B). Per legge, l’accesso agli spettacoli è consentito esclusivamente agli spettatori muniti di certificazione verde Covid-19 di avvenuta vaccinazione o guarigione (Green Pass rafforzato). È inoltre confermato l’obbligo di mascherina modello ffp2. Info e aggiornamenti su https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico/info-covid
Proseguono per la Stagione Artistica 2022 le iniziative di Arena Young, rivolte a studenti e personale di scuole, università, accademie. Per ogni appuntamento è confermato il Ritorno a teatro: un percorso di avvicinamento all’opera e alla musica sinfonica proposto dalla Fondazione Arena di Verona. Il mondo della Scuola potrà assistere alle rappresentazioni in cartellone al Teatro Filarmonico, con l’opportunità di partecipare ad un Preludio un’ora prima dello spettacolo: un momento di approccio al linguaggio musicale, che avrà luogo nella prestigiosa Sala Maffeiana. Per il 7° concerto sinfonico è possibile partecipare al Preludio venerdì 29 aprile alle 19. Informazioni e prenotazioni: scuola@arenadiverona.it – tel 045 8051933 (Ufficio Formazione)
Informazioni
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Novità di biglietteria: sono disponibili nuovi mini-abbonamenti per la Stagione Lirica e la Stagione Sinfonica 2022, per offrire agli spettatori una scelta ancora più ampia e flessibile con opzioni di 3 o 5 titoli tra i programmi preferiti nell’offerta artistica della Fondazione Arena di Verona al Teatro Filarmonico.
Carnet 3 OPERE di DOMENICA – Platea € 165 oppure Galleria € 105 per:
ORLANDO FURIOSO – domenica 15 maggio, ore 15.30
LA GIOCONDA – domenica 30 ottobre, ore 15.30
LA BOHÈME – domenica 18 dicembre, ore 15.30
Carnet 3 OPERE di VENERDÌ – Platea € 165 oppure Galleria € 105 per:
ORLANDO FURIOSO – venerdì 13 maggio ore 20.00
LA GIOCONDA – venerdì 28 ottobre ore 20.00
LA BOHÈME – venerdì 16 dicembre ore 20.00
È naturalmente sempre possibile acquistare i biglietti singoli per ogni data della Stagione Artistica 2022:
PREZZI BIGLIETTI LIRICA Platea LIRICA 1^Galleria LIRICA 2^Galleria SINFONICA Posto unico numerato
INTERO € 64 € 41 € 30 € 26
RIDOTTO € 54 € 34 € 25 € 22
RIDOTTO OVER 65 € 44 € 28 € 20 € 17
RIDOTTO UNDER 30 € 24 € 15 € 11 € 10
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Venerdì 29 aprile · ore 20.00 turno A
Sabato 30 aprile · ore 17.00 turno B
7° Concerto RICHARD STRAUSS
Direttore Pietro Rizzo
Oboe Francesca Rodomonti
Richard Strauss (1864-1949)
Concerto per oboe e orchestra in Re maggiore, TrV 292
I. Allegro moderato
II. Andante
III. Finale. Vivace – Allegro
***
Suite da Der Bűrger als Edelmann (Il Borghese gentiluomo), op. 60 TrV 288c
I. Ouverture all’atto I (il borghese Jourdain)
II. Minuetto
III. Il maestro di scherma
IV. Entrata a danza dei sarti
V. Il minuetto di Lully
VI. Courante
VII. Entrata di Cleonte (da Lully)
VIII. Preludio all’atto I (Intermezzo, Dorantes e Dorimene)
IX. Il banchetto (Tafelmusik e danza dei garzoni di cucina)
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA
Durata complessiva: 80 minuti circa, compreso un intervallo.
PIETRO RIZZO
Direttore d’orchestra
Nato a Roma, dopo essersi diplomato in Violino al Conservatorio di Santa Cecilia nel 1992, Pietro Rizzo prosegue gli studi musicali all’Accademia Chigiana di Siena e successivamente negli Stati Uniti alla Southern Methodist University di Dallas. Dal 1997 al 2000 studia Direzione d’orchestra con Jorma Panula e Leif Segerstam alla prestigiosa Sibelius Academy di Helsinki, conseguendo il Master of Orchestral Conducting.
Dirige in alcuni tra i più importanti teatri d’opera al mondo, fra cui il Metropolitan Opera di New York, la Deutsche Oper di Berlino, la Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera, il National Theatre di Tokyo, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro di San Carlo di Napoli, il Maggio Musicale Fiorentino, la Royal Swedish Opera di Stoccolma, la Staatsoper di Amburgo, la Dallas Opera, ABAO di Bilbao, la Volksoper di Vienna.
Il suo vasto repertorio comprende oltre cinquanta titoli del repertorio operistico; molto attivo anche in campo sinfonico, dirige regolarmente importanti orchestre internazionali, fra cui WDR Rundfunkorchester di Colonia, SWR Rundfungorkester di Baden Baden, Helsinki Philharmonic, Orchestra della Radio Finlandese, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, Aalborg Symfoniorcester, Orquesta Sinfonica di Galizia.
È stato Erste Kapellmeister all’Aalto Theater di Essen, Direttore Principale dell’Opera di Göteborg e dal 2000 è invitato regolarmente come direttore ospite all’Opera Nazionale Finlandese.
Fra gli impegni più recenti, Tosca di Puccini alla Semperoper di Dresda, La Fanciulla del west di Puccini a Pavia ed alla Korea National Opera di Seoul, La Bella addormentata di Čajkovskij a Helsinki.
Debutta al Teatro Filarmonico in occasione del sesto appuntamento sinfonico e torna per dirigere il settimo concerto della Stagione 2022.
FRANCESCA RODOMONTI
Oboe
Francesca Rodomonti consegue nel 2012 il Diploma accademico di primo livello presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali A. Peri di Reggio Emilia e nel 2014 presso lo stesso istituto il Diploma accademico di secondo livello.
Nel 2021 consegue il Master di perfezionamento presso l’Universität Mozarteum di Salisburgo che frequenta dal 2018 sotto la guida di Stefan Schilli.
Dal 2014 ad oggi frequenta Masterclass con Luca Vignali, Jean-Louis Capezzali, Marco Schiavon e Viola Wilmsen, Francesco di Rosa e Domenico Orlando.
Nel 2015, in seguito a selezioni nazionali e alla finale, si classifica prima al Premio Abbado. Nel 2017 vince il terzo premio al Concorso Internazionale di Chieri.
Nel 2018 vince il primo premio al Concorso Internazionale “AudiMozart”.
Dal 2013 collabora come secondo oboe e corno inglese con le orchestre della Fondazione Arena di Verona, Giovanile Italiana, Haydn di Trento e Bolzano, la Filarmonica e l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, dell’Accademia del Teatro alla Scala.
Dal 2014 al 2018 suona come primo oboe presso l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza. Nel 2016 collabora come primo oboe con la Filarmonica del Teatro Verdi di Salerno e dal 2018 con la Filarmonica di Torino.
Nel 2017 entra a far parte dell’Orchestra Giovanile Cherubini.
Nal 2017 viene invitata come Principal Oboe presso la Bergen Philarmonic Orchestra.
Nel 2018 collabora in qualità di secondo oboe con la Mozarteumorchester di Salisburgo e nel 2019 con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks.
Nel 2019 entra a far parte come primo oboe della Leipziger Symphonieorchester.
Dal 2020 collabora come primo oboe presso La Fondazione Arturo Toscanini di Parma, il Teatro La Fenice di Venezia, i Solisti Veneti, il Festival Pianistico di Brescia e Bergamo.
Da fine 2020 ricopre stabilmente il ruolo di Primo Oboe presso la Fondazione Arena di Verona.