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Festival d’Autunno del Maggio Fiorentino, dedicato a Giuseppe Verdi 

 

Domenica 23 ottobre alle ore 16.30 il maestro Andrés Orozco-Estrada, alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, sul podio della Sala Grande del Teatro del Maggio: in cartellone le composizioni di Franz Joseph Haydn, Maurice Ravel e Richard Strauss; solista il primo oboe dell’Orchestra, Marco Salvatori. 

 

Il medesimo programma sinfonico sarà presentato nella trasferta di Arezzo del 25 ottobre 2022.

 

 

Firenze, 21 ottobre 2022 – Al suo debutto assoluto sulle scene del Teatro del Maggio il maestro Andrés Orozco-Estrada, alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, sul podio della Sala Grande domenica 23 ottobre alle ore 16.30 per un nuovo appuntamento sinfonico del Festival d’Autunno. Sui leggii dei professori del Maggio di Franz Joseph Haydn la Sinfonia in do maggiore Hob:I:97 e, attribuito ad Haydn, il Concerto in do maggiore per oboe e orchestra Hob:VIIg:C1; poi  La valse, poema coreografico per orchestra di Maurice Ravel e la suite di Der Rosenkavalier di Richard Strauss nella versione del 1945.

Solista nel corso dell’esecuzione del Concerto in do maggiore per oboe e orchestra il primo oboe dell’Orchestra del Maggio Marco Salvatori. Il professor Salvatori è il primo di altri componenti della compagine orchestrale del Maggio, che suoneranno in successivi concerti. Il loro coinvolgimento come solisti testimonia la validità di ogni musicista e dell’intera orchestra, un complesso eccellente di alta levatura internazionale.

Il concerto è inoltre riproposto integralmente il 25 ottobre 2022 ad Arezzo, sempre con la direzione del maestro Orozco-Estrada, nella serata che segna il ritorno dell’Orchestra del Maggio nella città dopo l’applauditissimo concerto diretto da Zubin Mehta del novembre 2021. L’evento, in collaborazione con la Fondazione Guido d’Arezzo, è in programma all’Auditorium Guido d’Arezzo alle ore 21.

Per Andrés Orozco-Estrada il concerto del 23 ottobre segna dunque il debutto sul podio del Maggio: ha iniziato la sua educazione musicale suonando il violino, mentre ha ricevuto le sue prime lezioni di direzione d’orchestra a 15 anni. Nel 1997 si è trasferito a Vienna, dove è stato accolto nella classe di Uroš Lajovic, un allievo del leggendario Hans Swarowsky, alla celebre Hochschule für Musik und Darstellende Kunst, ottenendovi il diploma in direzione d’orchestra. Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Francoforte dal settembre 2014 al luglio 2021, è stato inoltre direttore musicale della Houston Symphony Orchestra dal 2014 al 2022 e direttore principale dei Wiener Symphoniker dal 2020 al 2022. Collabora regolarmente con le principali orchestre europee, tra cui Wiener e Berliner Philharmoniker, Sächsische Staatskapelle Dresden, Gewandhausorchester di Lipsia, Concertgebouworkest di Amsterdam, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l’Orchestre national de France, e statunitensi, quali la Chicago Symphony Orchestra e la Philadelphia Orchestra. Dirige inoltre, con grande successo, concerti e opere alla Staatsoper di Berlino e al Festival di Salisburgo.

Parlando del suo doppio appuntamento sinfonico, il maestro Orozco-Estrada si è definito entusiasta del suo debutto e del suo lavoro svolto insieme al solista Marco Salvatori e l’Orchestra del Maggio: “Per me è un grande onore essere qui al Teatro del Maggio insieme a questa splendida orchestra: anche il programma è veramente interessante, caratterizzato da tratti viennesi, sia per la presenza della sinfonia e del concerto di Haydn sia per i due restanti ‘pezzi’ del programma: La valse di Ravel, composizione ‘dedicata’ ai grandi valzer viennesi ma composta dopo il primo conflitto mondiale, e quindi caratterizzata inevitabilmente da tratti cupi e tragici e infine la suite di uno dei capolavori di Richard Strauss come Der Rosenkavalier, caratterizzata anch’essa da due valzer. Personalmente sento la serata di domenica quasi come un ‘doppio debutto’ dato che non ho mai esordito per la prima volta sul podio di un nuovo teatro dirigendo una sinfonia di Haydn, nonostante abbia diretto le sue sinfonie numerose volte nel corso della mia carriera. Sempre riguardo al Concerto per oboe e orchestra di Haydn, è un piacere poter collaborare con Marco Salvatori: credo che poter suonare con un solista della stessa orchestra sia decisamente un notevole aiuto non solo per poter dare un colore diverso al concerto stesso ma anche per rendere l’ambiente più familiare e piacevole”.

Marco Salvatori ha studiato oboe con Augusto Loppi e si è diplomato nel 1989 al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, perfezionandosi in seguito con Maurice Bourgue e con Thomas Indermühle alla Scuola di Musica di Fiesole. Fin da giovanissimo si è dedicato a questa attività con grande passione collaborando in qualità di primo oboe solista con orchestre quali l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e la Israel Philharmonic Orchestra. Primo oboe del Maggio dal 1999, ha lavorato con maestri del calibro di Claudio Abbado, Carlo Maria Giulini, Zubin Mehta, Riccardo Muti, John Eliot Gardiner, Seiji Ozawa, Riccardo Chailly e Valerij Gergiev e Daniele Gatti.
Anche Salvatori si è detto entusiasta di poter collaborare insieme al maestro Andrés Orozco-Estrada: “È davvero un onore e una gioia per me poter interpretare questa deliziosa e intensa pagina musicale con un giovane direttore di grandissimo talento quale Orozco-Estrada alla guida della nostra orchestra che per la sua grande qualità potrebbe presentare tranquillamente alla ribalta ognuno dei suoi membri. Il Concerto di Haydn per oboe e orchestra rappresenta indubbiamente uno dei cardini del repertorio oboistico del Settecento. Pur se di dubbia attribuzione – i filologi recentemente ne avrebbero assegnato la paternità a Ignaz Malzat, virtuoso oboista dell’epoca, allievo del fratello minore di Haydn, Michael – si presenta comunque come un brillantissimo saggio di invenzione musicale semmai assolutamente degno del “padre della sinfonia”. Sviluppato su tre movimenti, Allegro spiritoso, Andante e Rondo allegretto, si avvale di un organico che, oltre ai tradizionali archi, prevede oboi, corni, trombe e timpani che mettono a disposizione del compositore una ricca tavolozza di colori per un affresco che porta in scena una variopinta molteplicità di situazioni e sentimenti”.

Il programma:

 

Franz Joseph Haydn

Sinfonia in do maggiore Hob:I:97

Concerto in do maggiore per oboe e orchestra Hob:VIIg:C1

Le prime sei sinfonie ‘londinesi’ di Haydn videro la luce tra il 1791 e il 1792 durante il soggiorno del compositore nella capitale inglese. Ultima della prima serie, la Sinfonia n. 97 in do maggiore debuttò a Londranel maggio del 1792 alle Hanover Square Rooms diretta da Johann Peter Salomon – impresario, direttore nonché organizzatore delle fortunate tournée inglesi di Haydn – e con lo stesso autore al cembalo. Come le altre sorelle del gruppo, anche la Sinfonia n. 97 si apre con un Adagio solenne che introduce l’Allegro, dove risalta un primo tema di stampo energico e baldanzoso. L’Adagio ma non troppo è nella forma del tema con variazioni, finemente strumentate; il Minuetto mantiene il tono garbato della danza di corte, mentre il movimento finale avanza divertito tra arguzie sonore e soluzioni timbriche ricche di humor, chiudendo la partitura nel segno del brio.

Nel copiosissimo catalogo di Haydn tra le opere dubbie figura il Concerto per oboe e orchestra in do maggiore, attribuitogli nel secolo scorso dopo il ritrovamento di un manoscritto sul quale era stato aggiunto il nome dell’illustre maestro. Alcuni studiosi tendono oggi ad attribuire il concerto a un musicista allievo di Michael Haydn, fratello di Franz Joseph, senza però averne certezza. La paternità discussa dell’opera, tuttavia, non inficia il valore del concerto che risulta di ottima fattura compositiva. Realizzato probabilmente nel 1784 e pensato per una destinazione pubblica, vista l’aggiunta di trombe e timpani nell’organico, il concerto sfrutta l’intera gamma espressiva dell’oboe, chiamato a destreggiarsi anche in alcuni passaggi apertamente virtuosistici.

Maurice Ravel

La Valse, Poème chorégrafique

 

Da anni Ravel accarezzava l’idea di realizzare una composizione orchestrale dedicata al valzer, danza simbolo della Vienna ottocentesca. Dopo l’esperienza pianistica delle Valses nobles et sentimentales (1910), tra il 1919 e il 1920 compose La valse, poema coreografico destinato ai Ballets Russes di Sergej Djagilev. Era stato il fondatore e impresario della storica compagnia di ballo a chiedere Ravel di comporre una pagina che celebrasse la quintessenza del valzer viennese, ma, dopo averla ascoltata, Djagilev stroncò senza mezzi termini l’opera definendola inadatta alla danza: “è un capolavoro, ma non è un balletto.” Quindi La valse venne eseguita in concerto il 12 dicembre 1920 al Théâtre du Châtelet di Parigi e, solo anni dopo, nel 1929 fu portata sulle scene dalla danzatrice Ida Rubinštejn. L’opera si articola in due grandi sezioni dove si susseguono svariati motivi di valzer che, nonostante la fascinosa e ammaliante scrittura raveliana, si caricano di significati sinistri. Nella Valse il tono leggero e spensierato del ballo è continuamente incrinato da dissonanze, irregolarità ritmiche, sonorità angoscianti. È il ritratto di un mondo in frantumi che, secondo l’autore, rotea a ritmo di valzer come “un turbine fantastico e fatale”.

Richard Strauss

Der Rosenkavalier, suite

 

Rappresentato a Dresda il 26 gennaio 1911, Der Rosenkavalier, commedia per musica di Richard Strauss su libretto di Hugo von Hofmannsthal, segnò uno dei vertici artistici nella lunga carriera del compositore. Il successo fu tale da indurre Strauss a estrapolarne alcune pagine che furono rielaborate per l’esecuzione concertistica. Nel 1945 fu lui stesso a impaginare la Suite op. 59 che raccoglie alcuni tra i momenti musicali più noti e amati dell’opera. La Suite sia apre con la musica appassionata dell’introduzione che vede protagonisti La Marescialla e il giovane amante Octavian dopo la notte d’amore trascorsa insieme. Segue, senza soluzione di continuità, il brano di magistrale fattura che accompagna l’ingresso di Octavian con la rosa d’argento nel palazzo di Sophie, promessa sposa del goffo e volgare barone Ochs von Lerchenau. Tra i due giovani scoppia l’amore a prima vista, sottolineato dalla vibrante attesa di Sophie e dall’estasi sonora che accompagna la consegna della rosa. Dopo il valzer di Ochs, dal secondo atto, la musica del terzetto finale – culmine lirico per eccellenza intriso di dolcezza e nostalgia – la Suite si avvia alla conclusione a passo di valzer.

La locandina:

 

FRANZ JOSEPH HAYDN

Sinfonia in do maggiore Hob. 1:97

Adagio. Vivace / Adagio ma non troppo / Menuetto. Trio / Finale: Presto assai

FRANZ JOSEPH HAYDN (attribuito)

Concerto in do maggiore Hob. 7: VIIg:C1 per oboe e orchestra

Allegro spiritoso /Andante / Finale: Allegretto

MAURICE RAVEL

La Valse

Poème chorégrafique

RICHARD STRAUSS

Der Rosenkavalier, Suite (1945)

Direttore

Andrés Orozco-Estrada

Oboe

Marco Salvatori

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Prezzi:

Visibilità limitata e ascolto: 15€ – Galleria: 25€ – Palchi B: 40€  Palchi A: 75€

Platea 4: 40€  Platea 3: 55€  Platea 2: 75€  Platea 1: 100€

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