Il libro d’artista “Eredi Boggiano”
di Cristiano Berti
L’artista Cristiano Berti prosegue il tour di presentazione:
in programma una serie di incontri al MAMbo a Bologna, alla Fondazione Re Rebaudengo a Torino e all’Accademia di Belle Arti di Macerata
Dopo il primo incontro con l’autore e artista Cristiano Berti alla fiera d’arte contemporanea Artissima a Torino lo scorso 6 novembre, prosegue il tour di presentazione del libro d’artista Eredi Boggiano con tre nuove tappe in Italia.
Il libro,edito da Quodlibet e vincitore dell’Italian Council (X edizione, 2021), verrà presentato il 15 dicembre presso il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, in cui l’autore dialogherà insieme al direttore del museo Lorenzo Balbi. Il tour proseguirò poi a Torino alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Previsto inoltre un evento speciale il 6 dicembre all’Accademia di Belle Arti di Macerata: l’autore terrà un seminario dal titolo “Eredi Boggiano. La storia come azione artistica” rivolto agli studenti e aperto al pubblico.
In tutto il mondo il 2 dicembre si celebra la giornata mondiale contro la schiavitù e nonostante si possa pensare che questo sia un fenomeno ormai superato, le cose stanno in tutt’altro modo, e non solo nei paesi in via di sviluppo o nei regimi dittatoriali. Gli incontri in programma rappresentano quindi un’occasione speciale per il pubblico che potrà incontrare l’artista e autore Cristiano Berti per approfondire questo tema così attuale, in un dialogo costruttivo e denso di spunti di riflessioni.
Eredi Boggiano forma parte del progetto Cicli futili Boggiano, ideato da Cristiano Berti e composto di tre opere che, oltre a questo originale libro d’artista, comprendono un’installazione artistica e un video. Durante gli incontri l’autore racconterà come ha preso vita il progetto di ricerca durato cinque anni, che vede protagonisti temi come la schiavitù e la libertà, approfonditi con esiti in cui la valenza storica risuona inaspettatamente nell’attualità. Al centro di Eredi Boggiano sono le conseguenze dell’arrivo a Cuba del savonese Antonio Boggiano, sbarcato sull’isola alla fine del XVIII secolo e nel tempo divenuto proprietario di schiavi.
Secondo il diritto consuetudinario vigente nelle colonie spagnole, alla persona fatta schiava veniva automaticamente dato il cognome del padrone. Il libro, dopo aver ricostruito la biografia di questo antico emigrante, rivolge l’attenzione ai suoi molti schiavi e alle loro discendenze, giunte numerose fino ai nostri giorni. Il titolo del volume allude proprio a questi cittadini cubani il cui cognome italiano è segno di un lontano passato di oppressione e, allo stesso tempo, di identità e unità familiare.
Di grande ispirazione è infine la conversazione tra l’autore e il critico d’arte Seph Rodney, a chiusura del libro, che evidenzia la natura ibrida del progetto. Rodney ha saputo ben interpretare la forza artistica e propulsiva che ha spinto Berti a intrecciare al groviglio caotico del mistero dei Boggiano la ricerca dell’autodeterminazione e dell’identità dei Caraibi, che fa i conti con un lascito post-coloniale fatto di sfruttamento, schiavismo, ambizione e sradicamento delle proprie origini. Come nella conversazione tra Berti e Rodney, la simbiosi di arte visiva e storia sarà al centro anche degli incontri in programma a Bologna, Torino e Macerata.
Con questo secondo episodio dei suoi “Cicli Futili”, Berti torna a osservare le sorprendenti connessioni tra la cultura cubana e italiana, già protagoniste del suo precedente libro Gaggini. Le Alpi e il Tropico del Cancro(Quodlibet, 2017), centrato sull’opera dello scultore genovese Giuseppe Gaggini per la città dell’Avana. Ed è proprio durante la ricerca artistica e storica per la stesura del suo primo libro d’artista che Berti scopre l’esistenza di Antonio Boggiano, quale intermediario commerciale tra il conte di Villanueva e lo scultore.
Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.