Ufficio Stampa 15/01/2025
Per la prima volta in edizione critica: quattro rappresentazioni a Verona dal 19 al 26 gennaio
FALSTAFF, L’OPERA RITROVATA DI SALIERI FESTEGGIA I 50 ANNI DEL TEATRO FILARMONICO
La commedia di Shakespeare musicata da Salieri va in scena a Verona in una nuova produzione firmata da Paolo Valerio con Orchestra, Coro e Tecnici areniani e un cast di giovani artisti diretti da Francesco Ommassini.
Il titolo, lo stesso scelto per la riapertura postbellica del Teatro Filarmonico proprio 50 anni fa, è presentato per la prima volta in edizione critica Ricordi e celebra i 200 anni dalla scomparsa del compositore legnaghese
Giovedì 16 gennaio alle 18, in Sala Filarmonica, l’opera viene presentata al pubblico in un incontro gratuito con la musicologa e docente Elena Biggi Parodi, curatrice dell’edizione critica
FALSTAFF
ossia Le tre burle · di Antonio Salieri
domenica 19 gennaio ore 15.30
mercoledì 22 gennaio ore 19.00
venerdì 24 gennaio ore 20.00
domenica 26 gennaio ore 15.30
Teatro Filarmonico di Verona
Fondazione Arena di Verona celebra 50 anni d’opera al Teatro Filarmonico riproponendo, a distanza di mezzo secolo, il titolo che inaugurò la prima Stagione artistica nel 1975, ma con uno spettacolo tutto nuovo e in edizione critica. Domenica 19 gennaio alle 15.30 si alza il sipario su Falstaff ossia Le tre burle, opera comica di Antonio Salieri,nato a Legnago e divenuto compositore alla corte imperiale di Vienna. Una gemma del teatro musicale da riscoprire, grazie alla regia dell’esperto shakespeariano Paolo Valerio, con scene di Ezio Antonelli e luci di Claudio Schmid, in una lettura settecentesca e frizzante, con un cast di giovani talentuosi e i complessi artistici di Fondazione Arena diretti da Francesco Ommassini. Repliche mercoledì 22 gennaio alle 19, venerdì 24 alle 20, domenica 26 alle 15.30.
Dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, Verona dovette attendere la ricostruzione del Teatro, per mano dell’Accademia Filarmonica, prima di rivedere l’opera sul principale palcoscenico al coperto della città. Era il 1975 e, per i 150 anni dalla morte di Salieri, andò in scena Falstaff: inaugurazione lirica del Teatro e vera e propria riscoperta, che fece circolare l’allestimento in numerose città, prima di tornare a Verona nel 1981. Da allora molti passi avanti si sono fatti nella rivalutazione di Salieri e della sua arte, liberi dalla leggendaria rivalità col coevo Mozart, immortalata in prosa da Puškin e al cinema da Amadeus. Cinquant’anni dopo, per il bicentenario salieriano, Falstaff va in scena per la prima volta in edizione critica, prodotta da Fondazione Arena, edita da Casa Ricordi e a cura di Elena Biggi Parodi, musicologa, titolare della cattedra di Storia e storiografia della musica al Conservatorio di Parma e critico musicale cui si deve la riscoperta di numerosi scritti del compositore, del quale ha già pubblicato il catalogo completo delle opere.
Salieri, nato nel 1750 da commercianti di Legnago, da sempre votato alla musica, fu notato a Venezia da Florian Leopold Gassmann, compositore alla corte degli Asburgo, che lo portò con sé come allievo a Vienna. Qui il giovane veronese conquistò anche la fiducia dell’Imperatore, che lo nominò Hofkapellmeister dopo il suo maestro. In questo ruolo amministrò fino alla morte (esattamente duecento anni fa) il patrimonio musicale di corte, i musicisti, le esecuzioni e il repertorio, fornendo in prima persona nuove composizioni in ogni genere, tra cui serenate, sinfonie, concerti, inni, messe, opere serie e buffe. A Vienna Salieri fu anche un ricercato insegnante: fra i suoi allievi, che spesso citarono il proprio maestro con dediche o variazioni di temi dalle sue opere, si annoverano Beethoven, Cherubini, Czerny, Hummel, Liszt, Meyerbeer, Schubert.
Falstaff fu scritta nel 1799 per il Teatro di Porta Carinzia (sede di storici debutti da Mozart a Offenbach, passando per Beethoven, Chopin e Donizetti), su libretto di Carlo Prospero Defranceschi. È un’opera fra le più mature tra le circa quaranta firmate da Salieri. Partendo dalla celebre commedia shakespeariana Le allegre comari di Windsor, il compositore condensa abilmente i numerosi personaggi in poche essenziali figure, conservando la trama dell’originale e combinandole con le esigenze convenzionali dei ruoli dell’epoca. Il risultato è originale e la commedia procede speditamente con un’estremamente moderna successione di scene e numeri musicali in continuità, includendo tutte e tre le burle di Shakespeare (ridotte invece a due dal più celebre Falstaff verdiano del 1893). Un successo per l’opera italiana buffa anche in terra viennese, che Salieri omaggiò con una aria in lingua tedesca, spiritosamente inserita nell’azione.
Protagonista è il nobile decaduto sir John Falstaff, carattere larger-than-life, a caccia di piaceri culinari e sostegni economici. Sir John tenta di sedurre due donne sposate, le quali, a dispetto dei rispettivi mariti, ordiscono tre finti appuntamenti per Falstaff, umiliandolo in pubblico altrettante volte. Partendo dall’indomita energia del protagonista, Casanova nello spirito, ma meno nel fisico, il regista Paolo Valerio ha curato una cornice veneziana e rococò, l’ambiente libertino per eccellenza ed epoca della scrittura dell’opera comica. Questo mondo rivive con le scene e il projection design di Ezio Antonelli, le luci di Claudio Schmid e un affiatato cast di giovani talenti dell’opera: nel ruolo del titolo, Giulio Mastrototaro “insidia” Gilda Fiume, mrs. Ford, e Laura Verrecchia, mrs. Slender, ad insaputa dei mariti (dalle parti altrettanto esigenti vocalmente) di Marco Ciaponi e Michele Patti. Completano il cast la cameriera Betty di Eleonora Bellocci e il servitore Bardolf di Romano Dal Zovo. L’inarrestabile azione scenica è resa ancor più vivace dai numerosi mimi coordinati da Daniela Schiavone. L’Orchestra di Fondazione Arena e il Coro preparato da Roberto Gabbiani sono diretti dal maestro veneziano Francesco Ommassini. L’opera è inserita nel programma di Mozart a Verona 2025, Festival diffuso in tutta la città.
Falstaff inaugura la Stagione Lirica 2025, ricca di capolavori rari e titoli in prima esecuzione assoluta al Teatro Filarmonico: è ancora possibile acquistare abbonamenti, nuovi carnet e biglietti singoli per ogni data al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni recita, alla Biglietteria stessa del Teatro Filarmonico in via Mutilati.
BCC Veneta rinnova il suo legame con Fondazione Arena di Verona anche per il 2025, confermandosi main sponsor della Stagione Artistica del Teatro Filarmonico.
INCONTRO DI APPROFONDIMENTO APERTO AL PUBBLICO
Nuova stagione e nuova sede per gli incontri gratuiti di approfondimento, in collaborazione con Accademia Filarmonica di Verona: Falstaff sarà presentato al pubblico giovedì 16 gennaio alle 18 nella prestigiosa Sala Veranda dell’Accademia Filarmonica (via Mutilati 4) dalla curatrice dell’edizione critica Elena Biggi Parodi. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
APPUNTAMENTI PER GIOVANI E STUDENTI
Con Falstaff prende il via anche la programmazione 2025 di Arena Young: spettacoli, incontri e iniziative per bambini, studenti, famiglie, personale di scuole, università, accademie. L’opera debutta infatti con l’Anteprima riservata a studenti e giovani,venerdì 17 gennaio alle ore 16, preceduto da una presentazione dedicata.
Per la rassegna Andiamo a teatro, il mondo della scuola potrà assistere alle rappresentazioni infrasettimanali al Filarmonico partecipando al Preludio un’ora prima dello spettacolo: un’introduzione alla trama, ai personaggi e al linguaggio del teatro in musica, a cura di Fondazione Arena, nella prestigiosa Sala Maffeiana, mercoledì 22 gennaio alle ore 18 e venerdì 24 gennaio alle ore 19.
Info e prenotazioni: Area Formazione e Promozione Scuole scuola@arenadiverona.it – tel. 045 8051933.
BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA
Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona
Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45
Tel. 045 8005151
BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO
Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona
Aperta due ore prima dello spettacolo
Tel 045 8002880
Call center (+39) 045 8005151
Punti vendita TicketOne.it
informazioni
Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona
Via Roma 7/D, 37121 Verona
tel. (+39) 045 805.1861-1905-1891-1939
ufficio.stampa@arenadiverona.it – www.arena.it
* * *
Domenica 19 gennaio ore 15.30 turno A
Mercoledì 22 gennaio ore 19.00 turno C
Venerdì 24 gennaio ore 20.00 turno D
Domenica 26 gennaio ore 15.30 turno B
FALSTAFF
Falstaff, ossia Le tre burle. Opera comica in due atti di Antonio Salieri
Libretto di Carlo Prospero Defranceschi dalla commedia Le Allegre comari di Windsor di William Shakespeare
Prima esecuzione dell’edizione critica a cura di Elena Biggi Parodi, Casa Ricordi, Milano
Direttore Francesco Ommassini
Regia e costumi Paolo Valerio
Assistente alla regia Giulia Bonghi
Scene e projection desgin Ezio Antonelli
Assistenti a scene e projection design Matteo Semprini, Livio Savini
Lui Claudio Schmid
Movimenti mimici Daniela Schiavone
Sir John FALSTAFF, cavaliere attempato
in disordine per la cattiva condotta Giulio Mastrototaro
Mrs. Ford, donna d’allegro umore, moglie di Gilda Fiume
Mr. Ford, ricco negoziante, marito geloso, e compare di Marco Ciaponi
Mr. Slender, ricco mercante e marito indolente di Michele Patti
Mrs. Slender, donna d’umore piuttosto brusco Laura Verrecchia
Bardolf, servitore di sir Falstaff Romano Dal Zovo
Betty, cameriera di Ms. Ford Eleonora Bellocci
Mimi Jessica Aiello, Francesca Benedetti, Francesco Saverio Cifaldi,
Maria Novelle Della Martira, Elisabetta Di Chiara,
Matilde Ferrari, Giampaolo Gobbi, Paolo Lupo, Matteo Vignati,
Alessandra Odoardi, Francesco Pacelli, Daniele Palumbo
Orchestra, Coro e Tecnici di Fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Direttore Allestimenti Scenici Michele Olcese
Clavicembalo / basso continuo Federico Brunello
Nuova produzione di Fondazione Arena
Omaggio all’evento inaugurale del 1975
All’interno del Festival Mozart a Verona 2025
Tempi di spettacolo
Atto I 80’ circa · intervallo · Atto II 70’ circa
FALSTAFF ossia Le tre burle
Note di regia di Paolo Valerio
“Sogno o son desto? Non so cosa pensare”.
Quest’opera è un gioco di seduzioni, divertimenti, inganni, travestimenti.
Un gioco sospeso, evanescente, di finzioni e magie, sospetti e bugie. Un gioco di burle, di gelosie e amori. Un gioco innocente e amaro.
Falstaff: “cavaliere attempato d’una grassezza deforme”, “ambulante barilotto”, “tinozza ambulante”, “insolente ubriacone”, “temerario arrogante”. Così lo tratteggia il libretto di Carlo Prospero Defranceschi, descrivendo con lessico impietoso un personaggio che s’illude di essere un seduttore irresistibile, ma che del Don Giovanni, ahimè per lui, non possiede il fascino, le physique du rôle, la naturale capacità di sedurre.
Un Falstaff, dunque, che vagheggia d’essere un Giacomo Casanova ante litteram: da qui l’ambientazione evocativa di ponti e canali di una Venezia che tante vicende d’amore ha ispirato (anche allo stesso Shakespeare in Otello e ne Il Mercante di Venezia) ma dalla cui bellezza acquatica Falstaff sembra finire beffato e punito, forse per non esserne all’altezza.
I suoi goffi tentativi di corteggiamento, tutti destinati non solo al fallimento, ma all’umiliazione pubblica, vengono violentemente stroncati dai personaggi di questo dramma giocoso, donne e uomini che sin dalle prime battute decidono di punire, in maniera esemplare, la sua sciocca arroganza, ma anche la sua “diversità”, con l’acqua, il bastone e il fuoco.
Questa punizione collettiva e ripetuta nell’opera di Antonio Salieri diviene l’unico motore della vicenda, rispetto ai motivi diversi dell’originale shakespeariano.
Sembra potersi intravvedere l’ipocrisia di un mondo borghese che, mosso dall’indignazione per il vanesio seduttore ma anche dal semplice e oscuro desiderio di umiliare, insegue un’idea rigida di bellezza, di apparenza e di perbenismo che, annoiato dalle proprie stesse regole, trova nello scherzo sadico e reiterato uno svago apparentemente innocuo e soprattutto (qui sta il lato oscuro di questo “comico”) pienamente giustificato: infatti, dopo tutto, Falstaff, con le sue impacciate e illusorie aspirazioni a sedurre donne sposate, rappresenta pur sempre una inaccettabile minaccia per l’inviolabile, eppure tedioso e monotono ordine sociale basato sul matrimonio.
Quale migliore vittima, dunque, e allo stesso tempo miglior “giocattolo” di uno sciocco pancione che fin dalle prime battute cade nelle trappole di due donne tanto “giocose” quanto crudeli, ma che comunque, seppur sciocco, possiede il “coraggio” di non stare alle regole dell’implacabile conformismo borghese?
Falstaff diventa così il capro espiatorio di due coppie che assolutamente nulla da lui hanno da temere, poiché le trame dello “sguaiato” sono chiare fin dall’inizio, come anche l’idea di prendersi gioco di lui.
Ma perché, allora, tutte e tutti si accaniscono con una ferocia che sembra rituale?
Falstaff è ingombrante, certo, e le sue strategie amorose sono tanto goffe quanto fallimentari. Ma quale pericolo reale rappresenta? Qual è davvero la sua colpa?
Essere grasso? Sentirsi irresistibile? Corteggiare due donne sposate, ma contemporaneamente? E quale è il fine di tanto umiliante accanimento? Cancellare le sue pretese amorose? Forse anche farlo dimagrire? Che sia una, tra le sue molte colpe, quella di essere grasso, e quindi non all’altezza delle sue stesse aspirazioni,
soprattutto se a essere sedotte dovrebbero essere due donne del “calibro” di Mrs. Ford e Mrs. Slender?
Un’opera dura, tanto divertente quanto amara, che ci svela l’ossessione di una società per l’apparenza, sia essa estetica che sociale, e il suo rifiuto di accettare chi non si conforma, il malessere che il conformismo porta e la cattiveria che fatalmente da questo può scaturire. E così, in questo mondo immaginario e sognante, tra riflessi e specchi, tra natura e architettura, Falstaff si muove, o cerca di farlo, finendo per essere un bullo che finisce bullizzato, eppure con una sua incrollabile fede in sé stesso. Sempre pronto a rialzarsi, a sorridere, a sfidare un destino che si diverte a beffarlo, deciso ad attraversare le umiliazioni con una resistenza che è quasi eroica, convinto che, in fondo, il mondo e le donne possano ancora essere suoi, perché alla fine quegli uomini e quelle donne rischiano di rivelarsi, nel loro accanimento, assai peggiori di lui.
Falstaff non si arrende. E, mentre la commedia procede tra punizioni e risate, lui continua a combattere. Sempre indomito. Sempre Falstaff.
Antonio Salieri ci accompagna in questo viaggio divertente per ricordarci e raccontarci quanto sia naturale e miracoloso abbandonarsi alle passioni e ai sogni.


foto

