Carlo Di Stanislao |
«La pace è il cammino della Chiesa, non la sua meta.»
— Benedetto XVI
L’8 maggio 2025 è stato un giorno storico per la Chiesa cattolica. Il cardinale Robert Francis Prevost, missionario agostiniano e vescovo di Chiclayo, è stato eletto al soglio pontificio, scegliendo il nome di Leone XIV. Questa scelta non è solo un riferimento alla grande tradizione dei papi Leone, ma anche un segno di speranza, forza e determinazione in un mondo sempre più turbolento. E nel suo primo discorso pubblico da papa, Leone XIV ha ripetuto la parola «pace» otto volte, dando un’indicazione chiara sulla direzione che intende imprimere al suo pontificato: una pace che non è solo assenza di guerra, ma un cammino di riconciliazione, giustizia e misericordia.
Un messaggio chiaro
Le parole del nuovo papa non sono mai casuali, soprattutto all’inizio del suo pontificato. Nel cuore della Piazza San Pietro, Leone XIV ha parlato con forza della pace, declinandola in molteplici sfumature. Non solo la pace tra le nazioni, ma anche quella che nasce dalla verità evangelica, dalla compassione per i poveri e dalla guarigione delle divisioni interne alla Chiesa. Le sue parole hanno risuonato come un invito all’umanità intera, un richiamo alla costruzione di ponti tra i popoli, di dialogo tra le religioni, di unità tra i cristiani.
La pace come principio centrale
La ripetizione della parola pace non è casuale. Leone XIV ha messo la pace al centro della sua visione ecclesiale e mondiale. Questo richiamo non si limita al desiderio di cessazione delle ostilità, ma include la pace interiore, quella che ogni cristiano cerca attraverso la preghiera e l’adorazione, quella che la Chiesa è chiamata a trasmettere attraverso il suo esempio. Il papa ha sottolineato come la pace non si ottenga semplicemente con trattati e negoziati, ma con un cambiamento profondo nei cuori e nelle menti di tutti, specialmente dei leader religiosi, politici e civili.
La pace come missione
Papa Leone XIV ha chiarito che la sua missione sarà di costruire una Chiesa che diventi «un segno di pace» in un mondo sempre più diviso. La pace che egli invoca è quella che si costruisce a partire dall’interno della comunità cristiana, da una Chiesa che si ascolta, che si ama e che testimonia l’unità in Cristo. In un periodo storico in cui i conflitti sembrano dominare, la Chiesa ha il compito di diventare “un ospedale da campo” dove la pace si semina attraverso il perdono, la riconciliazione e il sostegno ai più deboli.
Le sue parole hanno toccato anche la pace sociale, un concetto che richiama le grandi encicliche sociali della Chiesa, come Rerum Novarum di Leone XIII. Papa Leone XIV ha esortato i cristiani a lottare contro le disuguaglianze sociali, a difendere i diritti dei lavoratori e a garantire la pace sociale come fondamento della giustizia. La pace tra i popoli e la pace tra le classi sociali sono indissolubilmente legate: non può esserci vera pace senza giustizia.
Un pontefice di pace in un mondo di conflitti
Le parole di Leone XIV risuonano con forza anche nella società contemporanea, segnata da guerre, conflitti religiosi e tensioni politiche. In un mondo dove i conflitti sembrano proliferare, il nuovo papa si propone come il portatore di un messaggio che trascende le divisioni e cerca di unire le persone nella pace e nel dialogo. In un momento storico di crisi globale, la sua visione della pace non si limita a una speranza, ma è un impegno concreto che coinvolge ogni aspetto della sua missione.
In questo pontificato, il nome Leone XIV non è solo un legame con la storia della Chiesa, ma un richiamo a una missione urgente: la pace come costruzione quotidiana, attraverso l’amore cristiano, il dialogo interreligioso e l’impegno sociale. Papa Leone XIV vuole essere un papa che fa della pace la sua priorità, una pace che si alimenta di preghiera, verità e solidarietà, e che si concretizza in azioni che promuovano la giustizia e la dignità umana.
La forza storica del nome Leone
La scelta del nome Leone XIV non è solo una ripetizione di una tradizione papale, ma richiama uno degli episodi più significativi della storia cristiana. San Leone I, detto Magno, papa dal 440 al 461, fu colui che fermò Attila, il re degli Unni, quando stava minacciando Roma nel 452. Il suo incontro con Attila è una delle pagine più celebri della storia papale. Con una forza spirituale che travalicava la politica, Leone I riuscì a dissuadere Attila dal proseguire la sua marcia di distruzione, salvando Roma. La sua determinazione e la sua fede sono diventati un simbolo di coraggio e protezione, caratteristiche che oggi si ripropongono con il nome di Leone XIV.
In un mondo che oggi affronta altre “invasioni” — da conflitti, crisi migratorie e sfide globali — la figura di San Leone Magno, che fermò Attila con la sola forza della fede, continua a risuonare come un richiamo a un papato che sa affrontare le tempeste con la stessa fermezza spirituale. Leone XIV, con il suo nome, accetta l’eredità di un papa che ha fermato un invadente barbaro e che ha scritto una pagina indelebile nella storia della Chiesa.
Concludendo il messaggio
Leone XIV ha scelto di iniziare il suo pontificato con la parola pace non solo come speranza per il mondo, ma come sfida da realizzare. La pace che il nuovo papa propone è quella che costruisce a partire dalle fondamenta stesse della fede cristiana: la riconciliazione con Dio e con i fratelli, la guarigione delle divisioni e la promozione di una società più giusta e fraterna.
Come Benedetto XVI ha affermato: «La Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione». La pace che Papa Leone XIV invita a costruire è quella che affascina, che attrae, che vince il cuore degli uomini non con la forza, ma con la dolcezza del Vangelo.
Le sue parole di pace, pronunciate con solennità e passione, ci invitano a riflettere sul nostro impegno quotidiano a costruire una pace che non è solo assenza di conflitto, ma una pace che nasce dalla giustizia, dall’amore e dalla verità evangelica. Un pontefice di pace è più che mai necessario, e Leone XIV ha mostrato di essere pronto a guidare la Chiesa verso questo obiettivo, anche quando il mondo sembra camminare nella direzione opposta.