Il ladro di profumi, l’ultimo libro di Pierfranco Bruni

 

Il ladro di profumi, l’ultimo libro di Pierfranco Bruni

L’AQUILA – E’ uscito da poco nelle librerie Il ladro di profumi, l’ultimo libro di Pierfranco Bruni pubblicato dall’editore abruzzese Tabula Fati. Il romanzo va ad arricchire il già corposo elenco di pubblicazioni del fecondo autore calabrese, la cui produzione spazia dalla poesia alla narrativa, dalla saggistica alla critica letteraria, dalla storia all’arte e all’archeologia.

“Quando si scrive una storia non è detto che si scriva un romanzo. Si possono abitare tante vite nella magia della scrittura. Si indossano gli abiti di pensieri nuovi e si rinasce in un involontario mistero, catturati dalla fantasia, pur restando incarnati nella propria realtà-utopia, ormai trasfigurata”, è scritto in quarta di copertina.

In questo romanzo Pierfranco Bruni racconta di un ladro di profumi. E’ diventato ladro per la tanta nostalgia d’amore, invaghito, inseguito e intrappolato nel profumo della sua donna amata-amante. Per superare quello che è stato il suo amore, e uscire fuori dalla stanza della nostalgia, ha bisogno di dimenticare quella fragranza ammaliatrice e ammaliante. Ha qui inizio il viaggio che
coinvolge il lettore e lo scrittore stesso, ormai anch’egli rapito, in un intreccio di metafore, di paradossi, di enigmi, di avventure e forse di destini, a volte, indecifrabili.

Le pagine del romanzo lasciano un segno particolare e il linguaggio della scrittura, scelto da Bruni, trasporta in modo travolgente dal vero all’immaginario della bellezza, dalla bellezza al dubbio. Come in una girandola, la bellezza e il profumo trasformano il personaggio in un uomo e la fantasia in un innamoramento profondamente metafisico oltre la realtà e dentro il fascino dell’onirico. Tutto l’altro della storia e i dettagli è lasciato all’intrigante lettura del romanzo.

Pierfranco Bruni è nato il 18 gennaio 1955 a San Lorenzo del Vallo, in Calabria. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario ed esperto di Letteratura dei Mediterranei. E’ direttore archeologo del Ministero dei Beni Culturali, già componente della Commissione Unesco per la diffusione della cultura italiana all’estero. Vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia.

Presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, Pierfranco Bruni ricopre incarichi istituzionali per la promozione della cultura e della letteratura. Ha pubblicato numerosi libri di poesia, tra i quali Via Carmelitani, Viaggioisola, Per non amarti più, Fuoco di lune, Canto di Requiem, Ulisse è ripartito, Ti amerò fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio, Amsà e Shadi, Alla soglia della profezia, e di narrativa (racconti e romanzi), tra i quali si citano Paese del vento, Claretta e Ben, L’ultima primavera, E dopo vennero i sogni, Quando fioriscono i rovi, Il mare e la conchiglia, La bicicletta di mio padre, Che il dio del Sole sia con te, La pietra d’Oriente, Il sortilegio della speranza.

Si è occupato di letteratura del Novecento con la pubblicazione di saggi critici su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e sulla linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro. Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e si considera profondamente mediterraneo. Ha scritto, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (Il cantico del sognatore mediterraneo, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni. Diversi suoi libri sono stati tradotti all’estero.

Goffredo Palmerini

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