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84° Festival del Maggio Musicale Fiorentino 

Domenica 12 giugno alle ore 21 il maestro Alexander Lonquich al pianoforte e alla guida dell’Orchestra Giovanile Italiana per il concerto dedicato alla Regione Toscana. L’appuntamento sinfonico, nella Cavea del Teatro e offerto gratuitamente al pubblico, mette in cartellone le musiche di Franz Joseph Haydn e Wolfgang Amadeus Mozart.  

 

Firenze, 11 giugno 2022 – Quarto appuntamento sinfonico nel corso dell’84º Festival del Maggio: il maestro Alexander Lonquich, domenica 12 giugno, nella Cavea del Teatro alla guida dell’Orchestra Giovanile Italiana per un appuntamento sinfonico – offerto gratuitamente al pubblico – che mette in cartellone un programma con le composizioni di Franz Joseph Haydn e Wolfgang Amadeus Mozart. Al pianoforte, nel corso dell’esecuzione delle due gemme mozartiane, sempre il maestro Lonquich.

Apre la serata la Sinfonia n. 49 in fa minore, La Passione di Haydn, composta dal musicista di Rohrau nel 1768 per la corte del principe Esterházy; si prosegue con il famosissimo Concerto in re minore K. 466 per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart, scritto dal compositore nel febbraio del 1785 in un periodo di straordinaria sperimentazione delle proprie capacità e, in chiusura, il Concerto in mi bemolle maggiore K. 482 per pianoforte e orchestra, che Mozart scrisse pochi mesi dopo il Concerto in re minore e presentato nel corso di un’accademia viennese alla fine di dicembre 1785.

Agli strumentisti dell’Orchestra Giovanile Italiana si aggiungeranno due violinisti polacchi della Polska Orkiestra Sinfonia Iuventus, che saranno a Fiesole nell’ambito degli scambi previsti dal progetto MusXchange.

Alexander Lonquich, che al Maggio ha debuttato nel marzo del 1980 sotto la direzione di Gary Bertini, ha completato la sua formazione musicale con Paul Badura-Skoda, Andrzej Jasiński e Ilonka Deckers-Küszler; successivamente ha vinto il primo premio al “Concorso pianistico Alessandro Casagrande” dedicato a Schubert. Nel corso della sua carriera ha partecipato, sia in veste di direttore sia come pianista, ad alcuni dei più importanti festival al mondo come il Mozartwoche a Salisburgo, il Festival di Lucerna e il Festival di Lockenhaus e si è esibito al fianco di maestri del calibro di Claudio Abbado, Yuri Bachmet, Hans Graf e Marc Minkowski. Come direttore, il maestro Lonquich collabora stabilmente con l’Orchestra da Camera di Mantova e, tra le altre, con l’Orchestra della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Camerata Salzburg, la Mahler Chamber Orchestra e la Filarmonica della Scala. Ai numerosi impegni concertistici, Lonquich ha affiancato negli anni un’intensa attività didattica, tenendo masterclass in Europa, Stati Uniti ed Australia, e collaborando con l’Accademia Pianistica di Imola, l’Accademia Chigiana e la Hochschule für Musik di Colonia. Dal 2014 è Direttore Principale dell’OTO – Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza e nel 2020 è stato nominato direttore artistico della Fondazione Scuola di Musica di Fiesole. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica internazionale quali il Diapason d’Or, il Premio Abbiati (come miglior solista del 2016) e il Premio Edison.

Recentemente, al Maggio si è esibito nel concerto tenuto a febbraio 2020 e caratterizzato anche in quell’occasione dal repertorio di Mozart e Haydn.

Per poter accedere al concerto è necessario richiedere il biglietto, fino ad esaurimento dei posti disponibili, presso la Biglietteria del Maggio o il Servizio Cortesia

 

 

Il programma:

 

Franz Joseph Haydn  

Sinfonia n. 49 in fa minore, La Passione 

La Sinfonia n. 49 in fa minore “La Passione” fu composta da Haydn nel 1768 per la corte del principe Esterházy. L’appellativo – che non è d’autore ma fu apposto dall’editore per puri fini commerciali – si deve allo spirito drammatico e concitato della composizione ed è da collegarsi al clima dello Sturm und Drang, il movimento pre-romantico che investì il mondo delle arti alla fine del Settecento. Tuttavia i tratti distintivi della sinfonia come la tonalità d’impianto in modo minore, il clima cupo e serioso, le numerose tensioni armoniche create da successioni di accordi dissonanti, l’atteggiamento carico di pathos e a tratti dolente, nonché l’impianto formale tipico dell’antica sonata da chiesa – con l’alternanza di movimenti lenti e movimenti animati – contribuirono in passato ad alimentare la suggestione che dietro la composizione vi fosse un’ispirazione religiosa.

Wolfgang Amadeus Mozart  

Concerto in re minore K. 466 per pianoforte e orchestra

Concerto in mi bemolle maggiore K. 482 per pianoforte e orchestra

 

Negli anni trascorsi a servizio dell’arcivescovo di Salisburgo Mozart aveva avuto ben poche occasioni per cimentarsi con il genere del concerto per pianoforte e orchestra, ma a seguito del suo trasferimento a Vienna, nel 1781, si ritrovò di colpo catapultato nel sistema delle accademie, serate in cui i musicisti presentavano al pubblico proprie composizioni nella doppia di veste di interprete e autore. Per il Salisburghese fu una manna dal cielo. In pochi anni mise a punto una serie di capolavori in un genere, gradito al pubblico profano quanto a quello più esigente, che mixava difficoltà virtuosistiche e momenti di cantabilità e che nelle sue mani diventò il contenitore perfetto in cui dare sfoggio di tecnica pianistica eccelsa unita a una padronanza assoluta della scrittura orchestrale.

In quel clima propizio di sperimentazione delle proprie capacità, nasce il Concerto per pianoforte e orchestra in re minore KV 466 composto nel febbraio del 1785. Per la prima volta Mozart adotta in un concerto una tonalità tragica come il re minore, teatralizzando il confronto dialettico tra le due individualità sonore in campo. Nei tre movimenti (Allegro – Romanza – Rondò) vediamo solista e orchestra fronteggiarsi come due entità contrapposte in un clima carico di pathos. Rapide accensioni, continue oscillazioni tonali, ritmo incalzante e melodie inquiete sono al centro di quest’opera che rivela aspetti inediti della creatività mozartiana e che grazie a questa veste pre-romantica si assicurò il favore dei posteri. Entrato stabilmente in repertorio, si dice fosse il concerto mozartiano prediletto da Beethoven, che ne compose anche le cadenze.

Pochi mesi dopo, Mozart mette a punto il Concerto in mi bemolle maggiore KV 482, presentato anch’esso nel corso di un’accademia viennese alla fine di dicembre 1785. Destinato a un’orchestra in cui compaiono per la prima volta i clarinetti ad arricchire con nuovi impasti timbrici la sezione dei fiati, il Concerto in mi bemolle maggiore si apre con un primo movimento (Allegro) ricco di idee tematiche di carattere galante che danno vita al dialogo tra solista e orchestra. Di grande impatto espressivo è l’Andante, in tonalità minore e caratterizzato da una cantabilità sofferta e tratti drammatica, che tanto piacque al pubblico che Mozart dovette addirittura bissarlo. Mentre in chiusura un Rondò vivacissimo e spensierato accoglie inaspettatamente un episodio in tempo lento (Andantino cantabile) in cui spiccano i clarinetti con il loro timbro morbido.

Scheda concerto:

Franz Joseph Haydn  

Sinfonia in fa minore Hob. I:49 La passione

Adagio / Allegro di molto / Menuet: Trio / Finale: Presto

 

Wolfgang Amadeus Mozart  

Concerto in re minore K. 466 per pianoforte e orchestra

Allegro / Romance / Allegro assai

 

Wolfgang Amadeus Mozart  

Concerto mi bemolle maggiore K. 482 per pianoforte e orchestra

Allegro / Andante / Allegro. Andantino cantabile. Tempo Primo

Direttore e pianoforte Alexander Lonquich

Orchestra Giovanile Italiana

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