Carlo Di Stanislao
«La filosofia è la lotta contro l’inganno della nostra mente.» – Platone
Dedicato con gratitudine alla professoressa Maria Cialente, che mi ha insegnato l’amore per il dubbio e la filosofia, e che ha reso ogni domanda un viaggio verso la verità.
Nel cuore di Atene, tra il fruscio delle vesti bianche e il chiacchiericcio dei mercati, si muovevano figure che avrebbero cambiato il corso della storia del pensiero umano. Platone e Socrate non sono soltanto nomi scolpiti nei libri di filosofia; incarnano l’eterno dialogo tra l’uomo e la verità, tra la ricerca del sapere e il coraggio di dubitare. Questo stesso amore per il dubbio, che ho imparato dalla professoressa Cialente, trova un’eco potente nei dialoghi socratici: la consapevolezza che ogni certezza non interrogata rischia di diventare una gabbia. Matteo Nucci, nel suo ultimo libro Platone. Una storia d’amore, ci accompagna in una lettura quasi narrativa della vita del filosofo greco, trasformando la storia in una cronaca emotiva, dove ogni pensiero filosofico si veste di colori, suoni e odori dell’Atene antica.
Il cielo era bianco, dice Nucci, e l’aria densa di calore sembrava intrappolare ogni parola. In questo scenario, Socrate emerge come guida irriverente e indispensabile, un maestro capace di sospingere il pensiero oltre i limiti del già noto. I dialoghi, strumenti privilegiati della sua pedagogia, non sono esercizi astratti: sono prove di resistenza morale e spirituale, sfide poste all’uomo affinché riconosca la propria ignoranza come primo passo verso la conoscenza. In questo, sento ancora oggi l’influenza della professoressa Cialente, che con pazienza e passione mi ha mostrato che il dubbio non è debolezza, ma apertura.
Platone, suo discepolo, raccoglie questa eredità con una delicatezza narrativa che travalica il tempo. Nei suoi scritti, l’attenzione non si concentra solo sull’argomento filosofico, ma anche sulla dimensione umana dei protagonisti: l’ansia, la meraviglia, la passione per il sapere e la ricerca di armonia in una società complessa. È un’Atene che pulsa di vita: i carri che sollevano polvere, le mura basse che segnano confini minimi, le donne che tornano a casa – tutto diventa parte di un quadro in cui il pensiero filosofico trova la sua radice più autentica.
Ma perché Socrate è così fondamentale per Platone? La risposta non risiede solo nella tecnica dialettica o nell’insegnamento morale: Socrate rappresenta la capacità di mettere in crisi ogni certezza, di scalfire le verità convenzionali per permettere all’anima di volare verso il conoscere autentico. È il cigno che si alza in volo, fragile e potente allo stesso tempo, trascinando con sé la coscienza dei cittadini ateniesi e, per estensione, di tutte le generazioni future. La lezione della professoressa Cialente è simile: ha insegnato a guardare oltre le apparenze, a sospendere il giudizio e a nutrire il pensiero con attenzione, curiosità e amore per la verità.
Questa narrazione non si limita al contesto storico. La lettura della filosofia di Platone oggi ci pone davanti a una domanda fondamentale: cosa significa conoscere? Viviamo in un’epoca in cui le informazioni corrono più veloci della riflessione, eppure la lezione di Socrate resta più attuale che mai. L’arte del dialogo, la capacità di ascoltare prima di giudicare, l’attenzione alla propria ignoranza come punto di partenza per la conoscenza, sono strumenti indispensabili anche nel XXI secolo. Ed è proprio grazie all’insegnamento della professoressa Cialente che queste pratiche diventano concrete, tangibili nella vita quotidiana.
L’approccio di Nucci rende visibile questa dimensione. Ogni descrizione, ogni dettaglio dell’Atene antica diventa metafora della tensione verso il sapere. I frontoni dei templi, le pietre dei vicoli, il fruscio delle vesti non sono solo ambientazioni: sono simboli di un mondo che cerca ordine, bellezza e verità attraverso il pensiero. Platone scrive per non dimenticare, per fermare la caducità del tempo e per dare forma all’eterno dialogo tra l’uomo e le idee. In questo, la memoria dei maestri che ci hanno guidato nel dubbio e nella ricerca della conoscenza resta imprescindibile, una luce che illumina il cammino anche nei momenti più incerti.
Socrate, con il suo metodo di interrogazione incessante, appare come un provocatore permanente. Non si limita a insegnare, ma costringe l’altro a guardarsi dentro, a riconoscere le contraddizioni, a dubitare delle apparenze. Chiunque cerchi la verità, chiunque si impegni nella ricerca del senso, può riconoscersi nel maestro ateniese. E Platone, narratore sensibile, trasforma questi momenti in piccoli miracoli di introspezione e scoperta.
Il rapporto tra maestro e discepolo è anche un racconto d’amore. Non di un amore romantico, ma di un legame che affonda le radici nella condivisione del sapere e nella tensione verso la virtù. Amore per la verità, per la bellezza delle idee, per l’armonia del vivere comune. È un sentimento intenso, a volte doloroso, perché il cammino della filosofia implica la sfida continua e l’incontro con la propria fragilità. Ogni lezione della professoressa Cialente era proprio così: un invito a vivere il pensiero, a sentire la bellezza del dubbio e a comprendere che la conoscenza si costruisce con pazienza e passione.
Platone ci insegna che l’arte di pensare è anche un’arte di vivere. La politica, la giustizia, la morale non sono concetti astratti, ma strumenti per orientarsi nella realtà, per comprendere la complessità dell’animo umano e della società. In un mondo moderno segnato da superficialità e apparenza, riscoprire la profondità di questi insegnamenti significa ritrovare una bussola, un orientamento che va oltre il mero accumulo di informazioni.
Ecco perché il libro di Nucci non è solo una biografia: è un invito a guardare il passato per illuminare il presente, a comprendere che la filosofia non è solo un esercizio accademico, ma un percorso di vita. Il cigno, sospinto dal vento delle domande, ci ricorda che ogni ricerca autentica richiede coraggio, pazienza e attenzione al dettaglio. E in questo cammino, la guida dei maestri come la professoressa Cialente è un faro prezioso che accompagna ogni passo.
In definitiva, Platone e Socrate rappresentano l’archetipo del dialogo umano. La loro storia ci ricorda che la conoscenza non è mai un traguardo statico, ma un viaggio continuo. E che la filosofia, in fondo, non è altro che la testimonianza di quanto l’uomo possa elevarsi, pur restando radicato nella propria umanità.
Le immagini di quell’Atene immaginata da Nucci – le polveri sollevate dai carri, i frontoni dei templi, il bianco dei muri, il fruscio delle vesti – sono più che semplici dettagli storici: sono metafore della nostra stessa ricerca interiore. La filosofia, in questo senso, diventa luce nel caos della vita quotidiana, guida e specchio insieme.
Platone ci ricorda che ogni verità ha bisogno di pazienza per essere compresa, e Socrate ci insegna che il dubbio è il primo passo verso la libertà del pensiero. La loro storia, raccontata con sensibilità narrativa, diventa un invito a continuare il dialogo, a non temere le domande scomode e a considerare l’errore non come fallimento, ma come tappa essenziale del cammino della conoscenza.
In un mondo in cui tutto sembra rapido e superficiale, leggere Platone attraverso gli occhi di Nucci è come fermarsi, respirare e ascoltare il vento che solleva le piume del cigno: un invito a volare alto, pur restando consapevoli della polvere sotto i nostri piedi. E forse è proprio questo il miracolo della filosofia: rendere visibile l’invisibile, dare forma al pensiero e farci sentire, anche oggi, il fruscio antico di un dialogo che non finirà mai.
