Carlo Di Stanislao
«Il cinema è una finestra sul mondo, un ponte tra passato e futuro.» – Federico Fellini
Il cinema, nella sua essenza più pura, è sempre stato molto più di una semplice forma d’intrattenimento. Per generazioni, ha rappresentato un luogo di incontro, di emozione condivisa, di memoria collettiva. In Italia, soprattutto nella seconda metà del XX secolo, la figura del cinema itinerante ha avuto un ruolo fondamentale nel portare l’arte cinematografica anche nelle località più piccole e periferiche, creando un contatto diretto tra spettatori e cultura visiva. Tra i protagonisti di questa tradizione spicca la famiglia Reato, il cui contributo al cinema italiano e alla cultura visiva è stato e continua a essere significativo.
Aquino Reato, padre di Marco, ha dedicato la sua vita al cinema itinerante, trasformando un semplice passatempo in una vera e propria missione culturale. Dall’acquisto e restauro di vecchi proiettori, fino all’organizzazione di spettacoli in piazze e spazi pubblici, Aquino ha costruito un ponte tra passato e presente, portando la magia del cinema nelle comunità meno servite. I suoi film non erano solo proiezioni: erano esperienze collettive, momenti di incontro che univano generazioni diverse, creando ricordi indelebili.
Il figlio, Marco Reato, ha ereditato non solo la passione per il cinema, ma anche il senso di responsabilità verso la cultura. Cresciuto tra i proiettori e le bobine di film, ha sviluppato una visione moderna e innovativa del cinema come strumento educativo e culturale, senza mai dimenticare le radici della tradizione familiare. Marco ha saputo combinare la nostalgia dei racconti del padre con una capacità imprenditoriale moderna, portando avanti progetti che valorizzano il patrimonio storico-cinematografico.
Nel corso della sua carriera, Marco ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio “Amici per il Cinema” alla memoria del padre, conferito durante la 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Questo premio non è solo un tributo personale, ma un simbolo del valore della memoria storica e dell’impegno culturale, un riconoscimento che celebra la passione trasmessa da generazioni e la capacità di trasformarla in progetti concreti.
Un esempio lampante di questa capacità è il suo contributo nel 2020 alla creazione del Museo delle Arti Cinematografiche dell’Istituto Lanterna Magica de L’Aquila. Questo progetto, ambizioso e innovativo, ha come obiettivo la conservazione del patrimonio cinematografico, la diffusione della conoscenza della storia del cinema e la formazione delle nuove generazioni. Il museo non è soltanto uno spazio espositivo, ma un centro dinamico dove i visitatori possono immergersi nelle tecniche di proiezione storiche, scoprire i segreti dei film del passato e partecipare a laboratori didattici interattivi. Grazie a iniziative come questa, Marco Reato dimostra come sia possibile unire memoria e innovazione, trasformando la passione personale in un bene culturale condiviso.
Il lavoro di Marco non si limita al museo. Attraverso conferenze, workshop e proiezioni speciali, continua a portare avanti l’idea del cinema come strumento di educazione e di dialogo culturale. Ricorda spesso i pomeriggi trascorsi accanto al padre, a montare proiettori e a preparare le piazze per gli spettacoli: esperienze che hanno il sapore di un vero e proprio “Nuovo Cinema Paradiso”, dove ogni dettaglio, ogni bobina, ogni sedia sistemata nel cortile della piazza diventava parte di una magia collettiva.
Il valore di questa eredità non risiede solo nella conservazione tecnica degli strumenti o dei film, ma nella capacità di trasmettere emozioni e memoria. Marco Reato ha compreso che il cinema itinerante non è solo storia, ma cultura viva, un mezzo per creare comunità e rafforzare il senso di identità territoriale. Le piazze e le sale non sono spazi neutrali: sono luoghi di socializzazione, di confronto e di apprendimento, dove ogni proiezione diventa un evento capace di unire le persone attraverso l’arte e la narrazione.
La famiglia Reato rappresenta così un modello unico di continuità culturale, dove la tradizione si fonde con l’innovazione. Aquino ha seminato la passione, Marco l’ha raccolta e moltiplicata, creando iniziative che oggi rappresentano un ponte tra passato e futuro, tra memoria e nuove tecnologie. In un’epoca dominata dallo streaming e dai contenuti digitali, la figura di Marco Reato ricorda l’importanza di preservare l’esperienza fisica del cinema, quella che si vive collettivamente, con luci spente e lo schermo davanti, circondati dal suono e dall’emozione condivisa.
Il Museo delle Arti Cinematografiche non è solo una testimonianza storica, ma un laboratorio di innovazione culturale. Qui, studenti, appassionati e visitatori possono comprendere come la tecnica cinematografica si sia evoluta, dall’epoca delle lanterne magiche fino ai moderni proiettori digitali, e capire quanto il cinema itinerante abbia influenzato la diffusione della cultura visiva nelle comunità italiane. Grazie al lavoro di Marco Reato, la città de L’Aquila si è dotata di un punto di riferimento culturale capace di stimolare la curiosità, la creatività e l’educazione artistica di giovani e adulti.
In definitiva, la storia di Marco Reato è un esempio straordinario di come la passione personale possa diventare patrimonio collettivo. È la storia di un figlio che ha scelto di non limitarsi a ricordare il padre, ma di trasformare quella memoria in azione concreta e innovativa, capace di incidere positivamente sulla società. Attraverso mostre, musei e iniziative culturali, Marco continua a dimostrare che il cinema non è solo intrattenimento, ma strumento di crescita personale e collettiva, un mezzo per educare, emozionare e unire le persone.
In un mondo che corre verso il digitale e la virtualità, l’opera di Marco Reato ci ricorda l’importanza di tutelare la memoria, valorizzare la tradizione e innovare senza dimenticare le radici. Ogni proiezione, ogni iniziativa culturale e ogni museo non è solo un omaggio al passato, ma un investimento per il futuro, un seme piantato nelle generazioni che verranno, affinché possano continuare a scoprire la magia del cinema, quella vera, tangibile e condivisa.
Il lascito dei Reato è quindi doppio: da una parte la memoria storica, dall’altra l’innovazione culturale, un equilibrio raro che pochi sanno raggiungere con tanta passione e competenza. Marco Reato, attraverso il suo impegno, dimostra che il cinema non è mai fermo, ma vive nelle mani di chi sa custodirlo e reinventarlo. E come diceva Federico Fellini, il cinema resta una finestra sul mondo, un ponte tra passato e futuro, capace di trasformare ricordi, emozioni e visioni in un’esperienza condivisa e duratura.
