Carlo Di Stanislao
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.” — Mahatma Gandhi
Oggi, 1 ottobre 2025, il Parlamento italiano ha approvato una legge storica contro l’obesità infantile, un problema che da anni costituisce una delle emergenze sanitarie più preoccupanti del Paese. La nuova normativa riconosce l’obesità come malattia cronica, la inserisce nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e stabilisce misure di prevenzione, cura e sensibilizzazione, sia a livello scolastico sia familiare. Questo provvedimento segna una svolta fondamentale nella tutela della salute delle nuove generazioni, ponendo l’Italia all’avanguardia in Europa per l’approccio sistemico e multidisciplinare al fenomeno dell’obesità infantile.
Italia: tra i Paesi europei con i più alti tassi di obesità infantile
L’Italia detiene purtroppo un primato negativo: tra i Paesi europei è quella con il maggior numero di bambini e adolescenti in sovrappeso o obesi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e i dati della Fondazione Valter Longo, circa quattro bambini su dieci tra i 7 e i 9 anni sono in sovrappeso, e il 17% circa è obeso. Il problema si accentua nelle regioni meridionali, dove i tassi superano il 43%, mentre al Nord si registrano valori più bassi, ma comunque preoccupanti, intorno al 25‑30%.
Le cause di questa diffusione non sono univoche. La combinazione di diete ipercaloriche, consumo elevato di alimenti ultra‑processati, sedentarietà e stili di vita scorretti ha creato un terreno fertile per la crescita dell’obesità infantile. Inoltre, molti genitori non percepiscono il sovrappeso dei figli come un problema urgente: studi recenti indicano che oltre il 60% dei genitori italiani non riconosce un peso eccessivo nei propri bambini, contribuendo alla sottovalutazione del fenomeno.
L’Europa, nel complesso, mostra valori più contenuti rispetto all’Italia, e paesi come la Grecia e la Spagna condividono un quadro simile, ma la media europea resta decisamente più bassa. Questo primato negativo italiano ha sollevato un allarme crescente tra pediatri, nutrizionisti e ricercatori, richiedendo interventi immediati e coordinati su scala nazionale.
Il punto di vista del professor Valter Longo
Il professor Valter Longo, rinomato esperto di biogerontologia e direttore del Longevity Institute della University of Southern California, ha più volte ribadito la gravità dell’obesità infantile in Italia. Secondo Longo, la causa principale non è soltanto l’accesso a cibi spazzatura o snack industriali, ma anche una malinterpretazione della dieta mediterranea. «Mangiamo troppo pane, pasta, pizza, patate e proteine. Tutto insieme. L’Italia è il Paese europeo con il maggior tasso di obesità dopo la Grecia. E questo a causa di una cattiva interpretazione della dieta mediterranea», ha dichiarato.
Longo sottolinea che il problema è amplificato da comportamenti familiari e sociali: genitori inconsapevoli, uso eccessivo di schermi, sedentarietà, cattiva qualità del sonno e spuntini frequenti costituiscono fattori che aggravano la predisposizione all’obesità. La sua posizione evidenzia anche un aspetto cruciale: l’intervento precoce. I primi anni di vita sono decisivi per stabilire abitudini alimentari, metabolismo e comportamento motorio che influenzeranno la salute per tutta l’età adulta.
Per questo motivo, la Fondazione Valter Longo ha sviluppato linee guida nutrizionali specifiche per i bambini, basate sui principi della dieta della longevità. L’obiettivo è promuovere un’alimentazione equilibrata, ridurre il consumo di carboidrati raffinati e zuccheri, e incrementare l’attività fisica quotidiana. Longo sostiene che educare le famiglie e le scuole a questi principi sia fondamentale per invertire la tendenza attuale.
Le conseguenze dell’obesità infantile
Le conseguenze dell’obesità infantile non sono soltanto estetiche o sociali: esse coinvolgono aspetti fisici, psicologici e metabolici. Bambini obesi hanno maggiori probabilità di sviluppare diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione, alterazioni lipidiche, problemi articolari e respiratori. Inoltre, studi recenti dimostrano un legame tra obesità infantile e processi di invecchiamento precoce, in quanto l’eccesso di grasso corporeo può influenzare negativamente la longevità e la salute metabolica nel lungo termine.
A livello psicologico, l’obesità infantile può portare a ridotta autostima, ansia, depressione e difficoltà relazionali con coetanei. Il bullismo legato al peso è un fenomeno diffuso, che contribuisce a creare una percezione negativa di sé, peggiorando ulteriormente la qualità della vita dei bambini coinvolti.
Il ruolo della legge nella prevenzione e nella cura
La legge approvata oggi stabilisce una cornice normativa chiara per affrontare l’obesità infantile. Inserendo questa condizione nei LEA, lo Stato garantisce accesso a trattamenti e interventi multidisciplinari, comprendenti pediatri, nutrizionisti, psicologi, dietisti e specialisti in attività motoria. Le misure previste includono programmi educativi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione sui corretti stili di vita, regolamentazione della pubblicità alimentare rivolta ai bambini, promozione dell’attività fisica e incentivi per la produzione e distribuzione di alimenti sani.
Inoltre, la legge prevede un monitoraggio continuo dei dati nazionali sull’obesità infantile, con la possibilità di adattare interventi specifici a seconda delle necessità territoriali, in modo da ridurre il divario tra Nord e Sud del Paese. L’obiettivo è garantire equità di accesso alle cure e agli strumenti preventivi, offrendo supporto alle famiglie più vulnerabili.
Interventi consigliati dal professor Longo
Longo propone un approccio integrato che combina dieta equilibrata, attività fisica regolare e educazione familiare. Le linee guida includono:
- Ridurre il consumo di carboidrati raffinati e zuccheri aggiunti.
- Privilegiare verdura, frutta, legumi e cereali integrali.
- Limitare le proteine animali a quantità moderate e favorire fonti vegetali.
- Incrementare l’attività fisica quotidiana, anche attraverso giochi, passeggiate o sport organizzati.
- Monitorare il peso e lo sviluppo dei bambini in modo regolare, prevenendo accumuli eccessivi di grasso corporeo.
Longo sottolinea che la prevenzione deve iniziare fin dai primi anni di vita, perché un intervento precoce può prevenire malattie croniche future, migliorare la qualità della vita e favorire un invecchiamento sano.
Sfide e prospettive future
Nonostante la legge rappresenti un passo importante, la sua efficacia dipenderà dalla capacità di implementazione concreta sul territorio. È necessario garantire fondi adeguati, formazione del personale scolastico e sanitario, e coinvolgimento attivo delle famiglie. Cambiare comportamenti consolidati richiede tempo, pazienza e un lavoro coordinato tra istituzioni, scuole, comunità e famiglie.
Il divario Nord-Sud resta una sfida importante: le regioni meridionali presentano tassi di obesità più elevati, spesso legati a fattori socioeconomici e culturali. Interventi mirati, basati su educazione, accesso a cibi sani e promozione dell’attività fisica, sono essenziali per ridurre le disparità e garantire a tutti i bambini le stesse opportunità di salute.
Conclusione: un impegno collettivo per il futuro
L’approvazione della legge oggi, 1 ottobre 2025, rappresenta un’opportunità storica per l’Italia. Essa offre strumenti concreti per prevenire e trattare l’obesità infantile, ma richiede un impegno collettivo di istituzioni, professionisti della salute, scuole e famiglie. Solo un approccio integrato e multidisciplinare, come suggerisce il professor Longo, potrà invertire la tendenza attuale e garantire ai bambini italiani un futuro più sano, attivo e lungo.
L’Italia ha ora la possibilità di diventare un modello europeo nella lotta all’obesità infantile, dimostrando che politiche pubbliche efficaci, unite a educazione e consapevolezza, possono produrre risultati tangibili. Educare le nuove generazioni a scelte alimentari consapevoli, promuovere uno stile di vita attivo e garantire l’accesso a cure specializzate sono passi fondamentali per ridurre i rischi futuri e favorire una popolazione più sana e longeva.
