Comunicato stampa
ECCO IL PROGRAMMA DEL ROF 2026
Il nuovo Siège de Corinthe di Livermore e il ritorno
di due spettacoli-simbolo firmati Ponnelle e Michieletto
La 47a edizione del Rossini Opera Festival si terrà a Pesaro dall’11 al 23 agosto 2026. Inaugurerà il Festival un nuovo allestimento di Le Siège de Corinthe, diretto da Carlo Rizzi e messo in scena da Davide Livermore. Due le riprese di spettacoli-simbolo della storia del Festival: L’occasione fa il ladro, unica ma indimenticabile presenza al ROF di Jean-Pierre Ponnelle, uno dei maestri della regia lirica del Novecento, diretta da Alessandro Bonato; La scala di seta, messa in scena da Damiano Michieletto, uno dei più significativi registi contemporanei che proprio a Pesaro si è rivelato avviando la propria carriera internazionale, diretta da Iván López-Reynoso. Torna anche Il viaggio a Reims nella ormai storica versione ideata da Emilio Sagi per il ROF 2001 e interpretata dagli allievi dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”.
Nel programma concertistico figurano il concerto Flórez 30, che celebra il trentennale del debutto di Juan Diego Flórez al ROF, i classici Concerti di Belcanto, il ritorno di Rossinimania ed infine lo Stabat Mater diretto da Domingo Hindoyan, che chiuderà l’edizione 2026.
Il Festival sarà inaugurato l’11 agosto all’Auditorium Scavolini da Le Siège de Corinthe, con Carlo Rizzi alla guida dell’Orchestra del Comunale di Bologna e del Coro del Teatro Ventidio Basso. Nel cast, Adrian Sâmpetrean (Mahomet), Matteo Roma (Cléomène), Vasilisa Berzhanskaya (Pamyra), Maxim Mironov (Néoclès), Simón Orfila (Hièros), Tianxuefei Sun (Adraste), Giuseppe De Luca (Omar) e Anna-Doris Capitelli (Ismène). Il regista Davide Livermore firmerà anche le scene assieme ad Eleonora Peronetti e Paolo Gep Cucco, mentre i costumi saranno ideati da Gianluca Falaschi e le luci da Nicolas Bovey. Le tre repliche si terranno il 14, 17 e 21 agosto.
Seguirà il 12 agosto al Teatro Rossini la prima di L’occasione fa il ladro, che vedrà Alessandro Bonato alla guida dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini. Lo spettacolo di Jean-Pierre Ponnelle, proposto per la prima volta al ROF 1987, sarà ripreso da Sonja Frisell, con le luci di Fabio Rossi. Nella compagnia di canto figurano Manuel Amati (Don Eusebio), Damiana Mizzi (Berenice), Dave Monaco (Conte Alberto), Matteo Mancini (Don Parmenione), Martiniana Antonie (Ernestina) e Giuseppe Toia (Martino). Le altre recite si terranno il 15, 18 e 20 agosto.
Sempre al Teatro Rossini, il 13 agosto, sarà la volta della Scala di seta. Iván López-Reynoso dirigerà l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. L’allestimento di Damiano Michieletto, con scene e costumi di Paolo Fantin e luci di Alessandro Carletti, è andato in scena per la prima volta al ROF nel 2009 e la prossima estate sarà ripreso da Eleonora Gravagnola. Nel cast, Enrico Iviglia (Dormont), Hasmik Torosyan (Giulia), Mara Gaudenzi (Lucilla), Alasdair Kent (Dorvil), Iurii Samoilov (Blansac) e Paolo Bordogna (Germano). Le repliche sono in calendario il 16, 19 e 22 agosto.
La quarta opera in programma è Il viaggio a Reims dei giovani cantanti dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”, in programma al Teatro Rossini il 16 e 19 agosto nella messinscena ideata da Emilio Sagi e ripresa da Matteo Anselmi, con i costumi di Pepa Ojanguren e le luci di Fabio Rossi. Il cast sarà diretto da Sieva Borzak, sul podio della Filarmonica Gioachino Rossini.
Tra i concerti spicca Flórez 30, in programma all’Auditorium Scavolini il 18 agosto. Guillermo García Calvo dirigerà l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e il Coro del Teatro Ventidio Basso.
Al Teatro Rossini si terranno quattro Concerti di Belcanto, affidati a Matteo Mancini e Giuseppe Toia (14 agosto), Dave Monaco (17 agosto), Adrian Sâmpetrean (20 agosto) e Simón Orfila (22 agosto).
Sempre al Teatro Rossini torna il 15 agosto anche l’appuntamento con Rossinimania: ne sarà protagonista il chitarrista Eugenio Della Chiara con un concerto intitolato Rossini à Paris.
Il ROF 2026 si chiuderà il 23 agosto all’Auditorium Scavolini con l’esecuzione dello Stabat Mater. Domingo Hindoyan dirigerà l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e il Coro del Teatro Ventidio Basso, nonché un cast composto da Vasilisa Berzhanskaya, Anna-Doris Capitelli, Dmitry Korchak e Adrian Sâmpetrean.
Pesaro, 18 dicembre 2025.
LE DICHIARAZIONI DEGLI INTERVENUTI
Il Direttore generale Cristian Della Chiara ha ricordato i numeri di un anno importante per il Festival: “Il 2025 è stato fitto di appuntamenti e di iniziative in Italia e all’estero: un anno in cui il Festival è tornato in città, ritrovando il calore dei suoi primi anni di storia. Il programma estivo ha proposto 42 eventi (14 recite d’opera, 21 concerti e 7 incontri con il pubblico). Accanto al cartellone principale, si sono aggiunte le celebrazioni per gli anniversari rossiniani. L’ anno è stato segnato anche dal successo ottenuto con la vittoria del Premio Abbiati per il migliore spettacolo e dalla nomination all’International Opera Award come migliore Festival”.
Il nuovo Presidente Michele dall’Ongaro ha dichiarato: “Il bilancio emotivo, psicologico e artistico è senza dubbio molto alto: per me è stata una meravigliosa sorpresa. In questo ruolo farò del mio meglio per portare un valore aggiunto e sono convinto che faremo un ottimo lavoro, perché qui esiste un terreno estremamente favorevole. Si percepisce chiaramente come tutti siano pronti a scommettere sul futuro. Questo Festival rappresenta un valore straordinario, raro e difficilmente replicabile. È il risultato di un lavoro importante che desidero riconoscere e ringraziare apertamente: quello del Sovrintendente e del Direttore artistico, capaci di tenere insieme qualità ed economia con grande intelligenza, ma anche con grazia ed eleganza. Un equilibrio tutt’altro che scontato”.
In collegamento da Vienna, il Direttore artistico Juan Diego Flórez ha spiegato: “Si tratta di un’edizione perfettamente in linea con la storia del Festival e la sua abituale qualità, e di questo il Sovrintendente Palacio ed io siamo molto contenti. La prossima estate, inoltre, celebrerò proprio al ROF i miei trent’anni di carriera con un concerto speciale. Sono nato qui artisticamente nel 1996, e sono molto fiero di questo. Per me Pesaro e il suo Festival sono un posto speciale”.
Così ha presentato il programma 2026 il Sovrintendente Ernesto Palacio: “Nella mia esperienza qui al ROF abbiamo attraversato diversi momenti di crisi, ma anche fasi in cui siamo riusciti a raggiungere risultati straordinari. Nel 2019 abbiamo registrato il record di incassi e di presenze e tutto sembrava andare per il meglio; poi è arrivato il Covid e abbiamo dovuto affrontare due anni estremamente complessi. Nonostante tutto, nel 2020 siamo stati gli unici a realizzare uno spettacolo al chiuso, chiudendo la platea e collocando l’orchestra in sala, in un momento difficile per tutti. Anche nel 2024 abbiamo affrontato una sfida importante, con una maxi edizione realizzata senza alcun supporto economico aggiuntivo. Eppure, ogni volta, siamo riusciti a rispondere alle difficoltà con edizioni di grande qualità, capaci di ottenere riconoscimenti significativi, come i Premi Abbiati o la nomination di quest’anno come miglior Festival. Per il 2026, però, la situazione si è rivelata ancora più complessa a causa dei tagli economici. L’obiettivo resta quello di mantenere una qualità alta, motivo di orgoglio per noi, apprezzata dal nostro pubblico e capace di avvicinarne di nuovo, con particolare attenzione ai più giovani”.
Presente in collegamento anche Davide Livermore, regista del nuovo Siège de Corinthe: “La città di Pesaro è un luogo speciale per chi fa il mio mestiere, un luogo che fin dall’inizio è stato portato a un livello di eccellenza, fondato su principi che fanno davvero la differenza all’interno del teatro. Io passo molto tempo a raccontare quanto il teatro sia il luogo migliore della società e credo che il palcoscenico, per esserlo davvero, abbia bisogno di etica e di un alto livello artistico: è questo, in definitiva, che definisce la qualità di un Festival. Il ROF è una delle più grandi eccellenze mondiali, un’eccellenza profondamente italiana. È un vero e proprio luogo dell’anima, nel quale ho imparato moltissimo, L’opera che presentiamo è meravigliosa e la produzione segue pienamente il principio del Festival, quello della sperimentazione. L’impostazione di questo lavoro tiene conto di una classicità profonda: il mondo greco è presente nella drammaturgia, ma viene messo sotto assedio da un’invasione contemporanea del mondo dell’arte. Da una parte la purezza, anche idealizzata, del mondo ellenistico; dall’altra l’irruzione della nostra contemporaneità, che invade e interroga la bellezza stessa.
Ha chiuso la giornata il Vice Sindaco di Pesaro Daniele Vimini: “L’arrivo del nuovo Presidente coincide con un momento importante, fatto di bilanci e di previsioni per l’anno prossimo. In questo contesto desidero ringraziare il Maestro Palacio per aver affrontato con grande responsabilità le difficoltà legate ai tagli, che non fanno bene a questo settore né al lavoro artistico, e che incidono anche su tutte le persone che operano dietro la complessa macchina del Festival. Proprio per questo sono stati messi in campo accorgimenti tecnici e artistici capaci di mantenere alta la qualità, nella speranza che le prossime edizioni possano essere più serene da questo punto di vista.
Sarà un’edizione significativa, in cui, nonostante le difficoltà, si cercherà di fare le cose nel modo migliore possibile, offrendo al pubblico, attraverso il proprio lavoro, uno spazio di visione e di bellezza: un mondo ideale da condividere”.
Pesaro, 18 dicembre 2025.
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