Pierfranco Bruni
Cosa è stato, cosa rappresenta San Francesco d’Assisi nella vita della cristianità? Un percorso di Fede. Dentro la Fede. Non un personaggio. È Letizia.
Un Santo!
Da questo presupposto bisognerebbe partite per non divagare su interpretazioni che potrebbero assumere valenze che porterebbero a una religiosità del progresso. Non esiste una tale religiosità anche se il concetto di religioso inteso sul piano antropologico potrebbe assumere altre forme di lettura e altre valenze. Mancherebbe il Carisma. Che resta fondamentale e fondante nella Santità.
Certo la Chiesa è un dialogante «luogo» comparativo ma quando il dogma si attraversa la fedeltà alla Fede in Cristo resta centrale.
Un libro su San Francesco d’Assisi ha bisogno di spiritualità.
Si vuole o meno.
Non solo carità povertà ambientalismo solidarietà storia.
Ci vuole la Croce. La Resurrezione. Il Mistero. La Fede. La Grazia. Il Cristo in viaggio. Il deserto. Il Perdono. L’Accettazione. La Profezia. La Speranza. Sempre LA LETIZIA
Il laicismo e il relativismo non hanno la forza la percezione la metafisica l’ontologia la religiosità della tradizione il tempo del mistico. Non hanno il Pensiero!
Non tutti possono scrivere un libro su San Francesco tout cour.
Se non si è dentro la civiltà della cristianità del profondo si può scrivere una cronaca, una rappresentazione. Si scrive una analisi, si scrive una visione ambientalista dei luoghi e di una coscienza che non c’è più perché è matrice medievale. Si scrive una pagina storiografica.
C’è molta confusione nella editoria.
San Francesco è la Carne e il sangue di Cristo. Chi non comprende ciò non comprende il Santo.
Può fare letteratura con il Cantico. Può interpretare. Può leggere il contesto. Può creare una memoria. Non una nostalgia della Fede.
L’ateismo impera. Lo constatato quotianamente.
Non può entrare nella spiritualità di un Uomo religioso diventato Santo.
È inutile perdere tempo andando dietro a modelli storiografici e «viandanti» di linguaggi o a tutori della Ragione pre e post Illuministi per entrare nell’anima e nel tempo della spiritualità di Francesco.
Francesco non è Dubbio. Non è Pensiero. Non è Idea. Non è assolutamente un progressista in alcun senso. Non si faccia una icona del laicismo. Si accoglie come la Fede. L’assoluto!
Francesco è Santità!
Un presupposto essenziale per non scivolare nell’ovvio o in questioni di teologia comparata o addirittura di sociologia della dialettica. Francesco non è dialettica. È Assoluto! È un sentire o addirittura un Essere nel Sacro. C’è un rapporto che si stabilisce con l’Amore Assoluto ovvero nella non storia pur restando nel Tempo.
Un Francesco che ragiona con l’economia con l’ambiente (da ambientalista) con la politica con il territorio (non parlo di natura) è un Francesco non Santo. Le interpretazioni meta post Concilio II non appartengono alla spiritualità devozionale delle sue eredità.
Francesco è un Santo e come i Santi ha la preghiera come Profezia.
È il pellegrino della misericordia cristiana. Una Umanità che ha bisogno della Fede. Non del discutere.
