Serena conduce operaclassica eco italiano

Festival del Maggio Musicale Fiorentino: sabato 7 maggio 2022, alle ore 19, il maestro Theodor Guschlbauer,

alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio, sul podio del Teatro della Pergola per la prima recita di

Le Nozze di Figaro, di Wolfgang Amadeus Mozart.

La regia, nell’allestimento di Jonathan Miller, è ripresa da Georg Rootering.

Un omaggio al grande regista, a trent’anni dallo “storico” allestimento del 1992

 

Firenze, 4 maggio 2022 ¬– Terzo appuntamento operistico per l’84º Festival del Maggio Fiorentino: sabato 7 maggio alle ore 19, il maestro Theodor Guschlbauer, alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio, sul podio del Teatro della Pergola per la prima recita di Le Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart una delle opere liriche più celebri, amate e rappresentate al mondo. La regia, nello storico allestimento di Jonathan Miller messo in scena con la direzione di Zubin Mehta proprio alla Pergola per il 55esimo Festival, nel giugno del 1992 – poi riproposta al Teatro Comunale nel 2010 sempre con Mehta sul podio – è ripresa oggi da Georg Rootering. Le scene essenziali e figurative sono di Peter J. Davison, i costumi in stile d’epoca di Sue Blane e le luci sono curate da Emanuele AgliatiProprio al Teatro della Pergola, inoltre,  ebbe luogo il 12 giugno 1788, la prima rappresentazione dell’opera in Italia dopo il debutto al Burgtheater di Vienna nel 1786 . Al Maggio, a partire da 1937, in differenti produzioni fino al 2019, questa è la nona volta che l’opera mozartiana viene messa in cartellone.  In locandina una importante compagnia di canto con Alessandro Luongo nel ruolo del  Conte di Almaviva, Kirsten MacKinnon come La contessa di Almaviva, Luca Micheletti nel ruolo di Figaro, Benedetta Torre in quello di Susanna e Serena Malfi in quello di Cherubino; Fabio Capitanucci è Don Bartolo, Paolo Antognetti è Basilio. Completano il cast Carmen Buendìa che è Marcellina, Antonio Garés che è Don Curzio, Rosalia Cìd è Barbarina, Davide Piva è Antonio. Sarina Rausa e Nadia Pirazzini sono le Due contadine.  Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini.

Altre tre le recite previste: l’11 maggio alle ore 19, in sostituzione della recita originariamente programmata per il 19 maggio, il 14 maggio alle ore 15:30 e il 15 maggio, sempre alle ore 15:30.

Per il ciclo “Oltre il sipario”, conferenze sulle opere del Festival realizzato in collaborazione con Publiacqua, venerdì 6 maggio alle ore 18, il musicologo Maurizio Biondi parlerà dell’opera. L’incontro si svolgerà nel Foyer di galleria del Teatro del Maggio con la partecipazione dei cantanti e dei pianisti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino.

Grazie alla Fondazione CR Firenze, la recita dell’ 11 maggio è in vendita con uno sconto del 50% sui biglietti di ogni settore.

Il maestro Theodor Guschlbauer, che torna a poche settimane dal suo concerto alla Sala Mehta del 6 aprile, ha debuttato al Maggio nel 1971, come dice lui stesso: “In effetti molto prima che io dirigessi un’opera completamente a me affidata, cosa che avvenne nel settembre del 2000 quando diressi al Comunale Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, per la regia di Julie Taymor, debuttai sul podio al posto di Claudio Abbado per dirigere l’ultima recita di Cenerentola di Rossini, con Teresa Berganza. Ero assistente di Abbado per le prove ed ero al clavicembalo; fu impossibilitato a dirigere perché aveva un impegno e quindi lo sostituii. Sono passati cinquant’anni da allora e ne conservo sempre dei bellissimi ricordi”. Nato a Vienna nel 1939, prende lezioni di pianoforte e violoncello prima di studiare direzione d’orchestra con Hans Swarowsky condividendo Swarowsky con altri due celebri allievi: Claudio Abbado e Zubin Mehta. Continua successivamente i suoi studi con Lovro von Matačić e Herbert von Karajan. La sua prima scrittura gli offre la possibilità di dirigere i Wiener Volksoper e i Landestheater di Salisburgo. Presto diventa Direttore Musicale dell’Opéra de Lyon e nel 1975 viene nominato «Generalmusikdirektor» a Linz. Raggiunge la carica di direttore musicale e artistico della Strasbourg Philharmonic Orchestra fra il 1983 e 1998 e, dal 1997 al 2001, diviene direttore artistico e musicale dell’Orchestre Philharmonique Rhénanie-Palatinat. Dirige molte fra le più importanti orchestre fra cui i Wiener Philharmoniker, la London Symphony Orchestra, la Royal Philharmonic Orchestra, l’Orchestre de Paris, l’Orchestre de la Suisse Romande, la Deutsches Symphonieorchester Berlin, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra di Santa Cecilia a Roma, l’Orchestra RAI di Torino, la NHK Orchestra di Tokyo e la Israel Philharmonic Orchestra. Dirige periodicamente in molti festival, tra cui quelli di Salisburgo, Aix-en-Provence, Praga, Lucerna e Montreux. È anche direttore ospite ad Amburgo, Colonia, Monaco di Baviera, Vienna, Ginevra, Bruxelles, Lisbona e Parigi. Ha eseguito più di sessanta registrazioni, alcune della quali sono state premiate dal Grand Prix du Disque. La Fondazione Goethe di Basilea, lo ha premiato col prestigioso “Premio Mozart”, e la Alsace Foundation con il suo “Honour Prize”. È inoltre “Cavaliere nell’Ordine della Legion d’Onore”, la più alta onorificenza attribuita dalla Repubblica francese. “Sono molto contento di dirigere di nuovo al Maggio  – riprende il maestro Guschlbauer – perché considero questa Orchestra davvero meravigliosa. In questa occasione poi ho “scoperto” un Coro fantastico. Quest’allestimento storico di Miller è pulitissimo, molto bello e permette una lettura chiarissima della trama dell’opera che funziona come un perfetto ingranaggio e che noi, desidero sottolinearlo, eseguiamo integralmente quindi senza alcun taglio. Tutta la compagnia di canto è straordinaria, sia vocalmente che come presenza scenica; sono infatti anche dei bravissimi attori molto, molto credibili e molto ben bilanciati tra loro. Sono, sì,  molto soddisfatto! A proposito dell’opera in sé, che ho diretto moltissime volte, rimango molto legato alla tradizione viennese nell’esecuzione: tuttavia rispetto a due maestri come Karl Böhm o Bruno Walter la affronto con un piglio più rapido e moderno.”

La regia di Miller, capace di muovere con precisione il complesso ingranaggio dei giochi e degli equivoci fu accolta subito da un grande successo e dopo essere stata portata al Teatro Comunale nel 2010 con altrettanto grande successo è ora ripresa da Georg Rootering : “Sono molto onorato di poter lavorare a questa particolare produzione” ha affermato Rootering nel corso di una sua analisi “a cui sono particolarmente legato perché fu il mio primo impegno come assistente di Jonathan Miller a Vienna. L’allestimento è caratterizzato dal tipico humor inglese e dalla tipica intelligenza che distinguono Miller, e in scena vedremo un’ambientazione basata sul tempo in cui l’opera stessa è stata scritta: ci saranno colori caldi e costumi magnifici, anche per cercare di capire come l’opera potesse ‘apparire’ al tempo in cui debuttò sulle scene viennesi. Sono molto felice di poter fare questa ripresa e dopo il periodo di lunghi stop imposti dal Covid poter offrire al pubblico, insieme al fantastico cast e al Coro e all’Orchestra, questa grande commedia”.

Alessandro Luongo interpreta il Conte di Almaviva: fra i protagonisti della Madama Butterfly andata in scena a dicembre 2021 diretta da Francesco Ivan Ciampa per la regia di Chiara Muti e del recente concerto sinfonico del 10 aprile diretto da Sir Mark Philip Elder, è uno dei baritoni più promettenti della sua generazione e ha già avuto modo di calcare alcuni fra i più importanti palcoscenici del mondo, fra i quali Teatro Real di Madrid, Teatro alla Scala, Théâtre des Champs-Élysées de Paris e La Fenice di Venezia. Ha collaborato con direttori quali Zubin Mehta, Riccardo Muti, Fabio Luisi, Seiji Ozawa e Bruno Campanella. Soffermandosi sulle caratteristiche del personaggio, in assoluto il ruolo che Luongo ha interpretato più volte in carriera, il baritono ha sottolineato di come sia incredibile trovare, ogni volta, nuovi aspetti su di esso: “Rimango affascinato ogni volta che interpreto questo personaggio e sempre per motivi diversi: anche in questa occasione, grazie al lavoro svolto con il maestro Guschlbauer, sono riuscito a trovare e valorizzare linee e aspetti che mi erano sfuggiti. Il ‘miracolo’ mozartiano che si ripete, in poche parole. Inoltre per me sarà la prima recita in assoluto sul palcoscenico della Pergola, un vero e proprio sogno che si avvera.”

Kirsten MacKinnon, al suo debutto al Maggio, è la contessa di Almaviva, ruolo affrontato più volte dal giovane soprano canadese: ha studiato canto al “Curtis Institute of Music” di Philadelphia, all’Opera di Philadelphia ha interpretato i ruoli di Micaëla nella Carmen di Bizet e della Contessa Madeleine nel Capricciodi Richard Strauss. È stata Pamina in Die Zauberflöte di Mozart per l’Opera di Toronto e la Contessa ne Le nozze di Figaro con la Garsington Opera. I suoi ruoli includono inoltre Elettra nell’Idomeneo di Mozart, l’omonimo personaggio in Iolanta di Ciajkovskij, Mimì ne La bohème di Puccini e Bystrouska ne La piccola volpe astuta di Janáček. Parlando della sua presenza in questa storica produzione e del personaggio della Contessa, Kirsten MacKinnon non ha nascosto la sue emozioni: “È un vero piacere far parte di una produzione meravigliosa come questa. Il set, i costumi e, naturalmente, la musica: tutto sembra così commovente. Mozart è senza dubbio uno dei miei compositori preferiti di tutti i tempi; si declina sempre in così tanti dettagli e in tantissimo divertimento. Adoro inoltre quando la Contessa diventa un po’ ‘cattiva’. La sua classe sociale era estremamente severa quando si trattava di comportamento, ma Mozart era un tale imbroglione che le dava comunque fette di cose deliziosamente inaspettate. Sa quello che vuole ed è disposta a essere selvaggiamente creativa e audace per ottenerlo. È bello interpretare un personaggio del genere”.

Luca Micheletti, che torna al Maggio dopo il Rigoletto del novembre 2019 diretto da Renato Palumbo per la regia di Francesco Micheli interpreta Figaro, ruolo fra i più congeniali al baritono bresciano e infatti dice: “Per me è una grande gioia tornare a Firenze, questa volta durante il Festival, in un’opera del “cuore” come Le nozze di Figaro in cui interpreto il ruolo del titolo. Io ho avuto modo di debuttare in questa meravigliosa opera con il maestro Muti, nel ruolo del Conte di Almaviva (in forma di concerto a Ravenna), e poi ho debuttato il ruolo di Figaro l’estate scorsa al Teatro alla Scala. I due personaggi sono un po’ due facce della stessa medaglia e penso che per un interprete sia un’occasione unica quella di poter entrare all’interno di un’opera, così fondamentale e sfaccettata, da due prospettive differenti. In questo allestimento poi, storico per il Maggio, la regia di Miller consente con eleganza di entrare sottopelle nei caratteri e quindi anche questo è molto bello: riportare in vita questo spettacolo con la visione assolutamente classica e nitore che ci sta chiedendo anche il maestro Guschlbauer alla direzione. C’è un bellissimo cast di magnifici professionisti e tutti giovani con cui è un piacere cantare: è veramente una gioia”. Micheletti, attivo come valente interprete di prosa e regista, dopo anni di studio privato con il maestro Mario Malagnini, nel 2018 debutta nel campo lirico come baritono: è prima Escamillo nella Carmen a Cagliari e poi Jago nell’Otello messo in scena a Ravenna Festival da Cristina Mazzavillani Muti; per lo stesso Festival firma la sua prima regia operistica, una nuova Carmen nel 2019. Approda così, sia come regista sia come cantante, in altri teatri di livello internazionale diretto più volte da Riccardo Muti. Nel corso della sua carriera ha affrontato, fra gli altri, i ruoli di Figaro ne Le Nozze di Figaro al Teatro alla Scala di Milano; Macbeth al Tokyo Bunka Kaikan; Don Giovanni alla Sydney Opera House; il Conte di Luna ne Il trovatore alla Fenice di Venezia; Enrico ne Il Campanello al Teatro Lirico di Cagliari e Marcello ne La Bohème all’Opera di Roma. Nel 2021 è inoltre regista e protagonista del dittico La serva padrona di Pergolesi / Trouble in Tahiti di Bernstein per il Carlo Felice di Genova, dove torna nella stagione successiva come interprete e regista de La vedova allegra di Lehàr.

Benedetta Torre, che al Maggio ha debuttato nel Così fan tutte di Mozart andato in scena prima diretto da Zubin Mehta nel marzo 2021 poi ripreso fra l’agosto e il settembre 2021 con la  direzione di Ádám Fischer per la regia di Sven-Eric Bechtolf, interpreta Susanna: dopo aver vinto il premio giovani al “V Concorso Internazionale di Canto Francesco Paolo Tosti” sostiene tre concerti a Tokyo e Osaka. Partecipa al “6° Concorso Internazionale di Canto Renata Tebaldi”, aggiudicandosi il 2° premio e, nonostante la giovane età, ha già collaborato con alcuni importanti direttori come Riccardo Muti, Daniele Gatti e Ádám Fischer. Di recente, al Maggio, è stata fra le protagoniste de Lo sposo di tre, e marito di nessuna andato in scena nel febbraio 2022 diretto da Diego Fasolis con la regia di Cesare Lievi: “Sono entusiasta di ritrovare Susanna, soprattutto perché Le nozze di Figaro è stata l’opera del mio battesimo con Mozart, autore del quale ho sempre amato la genialità nella sua divina «semplicità» che, unita alla teatralità avvincente del libretto di Da Ponte, crea un connubio perfetto tra canto e recitazione in cui come artista prediligo in assoluto trovarmi. Sono davvero onoratissima di poter prendere parte a questa produzione, in un allestimento storico di Jonathan Miller, specialmente nel poterla portare in scena qui al Teatro della Pergola dove ‘Le nozze di Figaro’ sono andate in scena per la prima volta in Italia. Spero davvero che il pubblico possa addentrarsi letteralmente, grazie anche alla storica regia di Jonathan Miller, in questo bellissimo mondo settecentesco del capolavoro mozartiano”.

Il personaggio di Cherubino è interpretato da Serena Malfi, di ritorno al Maggio a più di dieci anni dall’ultima esibizione, avvenuta proprio alla Pergola nel giugno 2011 ne L’incoronazione di Poppea diretta da Alan Curtis per la regia di Pier Luigi Pizzi: ha studiato al Conservatorio e all’Accademia Santa Cecilia di Roma diplomandosi poi a pieni voti e con lode al “Conservatorio San Pietro a Majella” di Napoli. A proposito del suo ruolo nell’opera dice: “Cherubino è uno dei miei ruoli preferiti in Mozart e nell’opera in generale. Adoro la sfrontatezza adolescenziale e il romanticismo che lo accompagnano per tutta l’opera. La produzione storica di Miller con le sue scene maestose riesce a farmi entrare ancora di più nel mood settecentesco e immagino il piccolo Mozart-Cherubino nascondersi e vagare sognante per le tante stanze del palazzo sempre alla ricerca di nuovi occhi da conquistare”. Il debutto di Serena Malfi è datato nel 2009 con La Grotta di Trofonio di Antonio Salieri in una produzione dell’Opernhaus di Zurigo. Da allora si è esibita in palcoscenici di assoluto rilievo internazionale come il Teatro dell’Opera di Roma, il Concertgebouw di Amsterdam, il Palau de les Arts di Valencia, l’Opéra National de Paris, il Teatro Colon di Buenos Aires, la Staatsoper Berlin, il Teatro alla Scala di Milano e il Metropolitan di New York. Nel corso della sua carriera ha avuto modo di collaborare con direttori del calibro di Daniel Barenboim, Sir Mark Elder, Marc Minkowski, Fabio Luisi e Riccardo Chailly.

Fabio Capitanucci dà la voce al personaggio di Don Bartolo: anche lui fra i protagonisti della recente produzione de Lo sposo di tre, e marito di nessuna del febbraio 2022, il baritono è da tempo una presenza stabile nei cartelloni dei più importanti teatri al mondo come il Metropolitan di New York, il Teatro alla Scala e la Royal Opera House di Londra. Oltre alle recenti recite de Lo sposo è stato inoltre fra i protagonisti del Barbiere di Siviglia andato in scena al Maggio nell’ottobre del 2020, oltre ad aver recentemente interpretato il ruolo del marchese di Boisfleury nella Linda di Chamounix di Gaetano Donizetti ondata in scena fra il settembre e l’ottobre 2021 diretta da Michele Gamba per la regia di Cesare Lievi. “Tutta Siviglia conosce Bartolo….il birbo Figaro vostro sarà” dice Capitanucci :”è questo il finale della famosa aria di Don Bartolo, sortita iniziale con la quale il Dottore di Siviglia spiega molto bene che la vendetta nei confronti di Figaro è qualcosa da non dimenticare! Un saggio non lo farebbe perché “obliar l’onte e gli oltraggi” è una bassezza propria dei vigliacchi; sicuramente troverà qualche cavillo nei codici per incastrarle Figaro! Ecco il Bartolo di questa storica messa in scena di  Jonathan Miller, cinico, freddo e chirurgico che però sa piegarsi agli eventi avversi con grande aplomb, e forse proprio questa caratteristica rende il personaggio di Bartolo interessante! Sarà un grande piacere interpretare questo ruolo per programma del Festival del Maggio Musicale Fiorentino in un teatro splendido come la Pergola!”.

Basilio è invece interpretato da Paolo Antognetti: “Don Basilio, dipinto sempre come il prelato ambiguo che si schiera dalla parte del potere è un classico di questo personaggio – dice Antognetti – ma oltre a questo, con il maestro Georg Rootering, abbiamo cercato di far emergere l’animo provocatore di chi trova profondo piacere a metter zizzania. Fin dalle prime battute con Susanna ad arrivare a far languir di fame il sempre affamato Don Bartolo. È un passaggio che si fa vittima di schemi ben rodati, di una società che per sopravvivere non può che portare una tale maschera. È un ruolo divertente da interpretare proprio per l’enorme possibilità interpretativa che i recitati permettono e, visto che questa volta è prevista l’esecuzione dell’aria, anche  per la ricchezza melodica, che un genio come Mozart sa rendere in musica.” Diplomato in tromba con il massimo dei voti al Conservatorio “G. Puccini”, Paolo Antognetti, all’attività di professore d’orchestra affianca quella di solista in un repertorio che spazia dall’opera al musical, dalla musica sacra alla cameristica. Ha iniziato gli studi di canto con Giovanna Canetti, perfezionandosi in seguito con Giuliano Ciannella e William Matteuzzi. Al Maggio, dopo il suo debutto avvenuto nel marzo del 2015 in Dido and Æneas, ha preso parte a numerose produzione tra cui Goyescas di Enrique Granados, andata in scena a gennaio 2016, Nabucco di Giuseppe Verdi, andato in scena nel dicembre dello stesso anno e la recente Adriana Lecouvreur dell’aprile 2021, titolo inaugurale dello scorso Festival del Maggio e più recentemente in Madama Butterfly con la direzione di Francesco Ivan Ciampa e la regia di Chiara Muti, quando ha interpretato il personaggio di Goro nel dicembre 2021.

Nell’ensemble sul palcoscenico della Pergola, inoltre, ben quattro fra artisti ed ex-allievi dell’Accademia del Maggio: Rosalia Cíd interpreta Barbarina, Davide Piva interpreta Antonio; Carmen Buendìa e Antonio Garés sono rispettivamente Marcellina e Don Curzio. Completano il cast, nel ruolo di Due contadine, le artiste del Coro del Maggio Sarina Rausa e Nadia Pirazzini.

La Fondazione Teatro del Maggio ringrazia i Soci fondatori di diritto e  tutti i Soci privati e ringrazia gli sponsor della Stagione e del Festival, Caffè Borbone e Officina Profumo-Farmaceutica Santa Maria Novella, e lo sponsor dell’84esima edizione del Festival, Enel.

L’opera:

Correva l’anno 1786 e il 1º maggio debuttava al Burgtheater di Vienna il primo dei tre capolavori realizzati da Mozart in collaborazione con Lorenzo Da Ponte: Le nozze di Figaro. Il soggetto, tratto dal ben noto Le mariage de Figaro, vergato da Beaumarchais nel 1778, è particolarmente congeniale a Mozart per situazioni e personaggi in gioco che si prestano a un’indagine psicologica in musica senza eguali prima di allora. La partitura è segnata fin dalle primissime battute da una prorompente vitalità: le note iniziali dell’ouverture ci trascinano nella folle journée di Figaro e compagni e da lì in poi la musica acquista un potere tale da diventare essa stessa azione attraverso colpi di scena, travestimenti, tranelli, mancate promesse, rivelazioni inaspettate, amori che provocano turbamento, ma anche nostalgia e tormento, fino al conciliante finale del quarto atto che ristabilirà l’armonia e l’ordine delle cose.

La locandina:

LE NOZZE DI FIGARO

Di Wolfgang Amadeus Mozart

Commedia per musica in quattro atti K. 492

Libretto di Lorenzo Da Ponte

Editore proprietario: Bärenreiter-Verlag, Kassel

Maestro concertatore e direttore Theodor Guschlbauer

Regia Jonathan Miller ripresa da Georg Rootering

Scene Peter J. Davison

Costumi Sue Blane

Luci Emanuele Agliati

Il conte di Almaviva Alessandro Luongo

La contessa di Almaviva Kirsten MacKinnon

Figaro Luca Micheletti

Susanna Benedetta Torre

Cherubino Serena Malfi

Don Bartolo Fabio Capitanucci

Basilio Paolo Antognetti

Don Curzio Antonio Garés

Barbarina Rosalia Cíd

Marcellina Carmen Buendia

Antonio Davide Piva

Due contadine Sarina RausaNadia Pirazzini

 

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

 

Con sopratitoli in italiano e inglese

a cura di Prescott Studio, Firenze

 

Prezzi:

Settore D: 40€  – Settore C: 70€  – Settore B: 140€  – Settore A: 200€

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