Serena conduce operaclassica eco italiano

Festival di Carnevale del Maggio Musicale Fiorentino

 

Venerdì 10 marzo 2023 alle ore 20 il maestro Daniele Gatti sul podio della Sala Grande

In cartellone le composizioni di Antonio Vivaldi, Johann Sebastian Bach e Igor Stravinskij.

Solisti Jessica Pratt, Eleonora Filipponi, Joseph Dahdah e Lodovico Filippo Ravizza. Solista alla tromba Claudio Quintavalla

 

Firenze, 8 marzo 2023 – Il direttore principale del Maggio, il maestro Daniele Gatti, sale sul podio  venerdì 10 marzo ore 20 nella Sala Grande del Teatro per un concerto sinfonico fortemente incentrato sul lato “estetico” con, sui leggii, il Concerto in re minore op. 3, RV 565 di Antonio Vivaldi, penultimo dei dodici concerti della serie L’estro armonico, pubblicati con Estienne Roget per farsi conoscere anche al di fuori dei confini italiani; segue Jauchzet Gott in allen Landen BWV 51 di Johann Sebastian Bach che fu eseguita per la prima volta il 17 settembre del 1730 alla Thomaskirche di Lipsia. In chiusura al concerto Pulcinella di Igor Stravinskij che rappresenta una delle prime tappe del periodo neoclassico del compositore e scritta all’alba del 1920 e che, come ha evidenziato il maestro Gatti stesso, in parte ‘anticipa’ di due giorni la prima di The Rake’s Progress, in programma in Sala Mehta domenica 12 marzo.

Un programma dunque fortemente incentrato sul lato ‘estetico’ come sottolineato nella sua analisi da Daniele Gatti: “Parlando della produzione stravinskijana, il periodo più lungo che possiamo notare è quello cosiddetto neoclassico che copre quasi un trentennio, dai primi anni ’20 ai primi anni ’50. Delle prime composizioni che segnano questa parte della sua opera fa parte proprio Pulchinella, che chiuderà il concerto del 10 marzo, mentre il Rake’s Progress segna invece la fine della fase neoclassica dei lavori di Stravinskij, chiudendo idealmente un percorso musicale. Trovo dunque davvero interessante ‘anticipare’ il Rake’s con un concerto che collima perfettamente e fortemente concentrato sull’estetica, con in programma anche il Concerto in re minore di Vivaldi e lo Jauchzet Gott Landen di Bach, ‘stuzzicando’ il pubblico con un piccolo ma intrigante percorso musicale di due serate attraverso un cruciale periodo musicale di Stravinskij”.

Nell’esecuzione del Jauchzet Gott, è chiamata come voce solista il celebre soprano Jessica Pratt, di ritorno al Maggio dopo le recite di Ariadne auf Naxos del giugno 2022 dirette proprio dal maestro Gatti e il professor Claudio Quintavalla, dell’Orchestra del Maggio, alla tromba. Le tre voci soliste nell’esecuzione di Pulchinella sono Eleonora Filipponi, da poco protagonista nel concerto sinfonico dello scorso ottobre al fianco di Zubin Mehta; Joseph Dahdah, talento da poco formatosi all’Accademia del Maggio e di recente protagonista, sempre sotto la direzione di Gatti, nel Don Carlo che ha chiuso il Festival d’Autunno del Maggio e Lodovico Filippo Ravizza, attuale artista dell’Accademia.

Jessica Pratt è una delle più apprezzate interpreti degli ultimi anni, in particolar modo nel repertorio belcantistico. Dopo aver vinto diversi concorsi di canto in patria nel 2003 si è trasferita in Italia per studiare con Gianluigi Gelmetti presso il Teatro dell’Opera di Roma e presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Renata Scotto. Presenza costante nei cartelloni dei più importanti teatri del mondo, ha lavorato con direttori come Daniel Oren, Daniele Gatti e Gianandrea Noseda. Al Teatro del Maggio, oltre alla recente Ariadne, è stata protagonista nella Linda di Chamounix di Gaetano Donizetti diretta da Michele Gamba per la regia di Cesare Lievi andata in scena nel settembre 2021.

Eleonora Filipponi, anche lei fra le protagoniste di Ariadne auf Naxos insieme a Jessica pratt, ha compiuto gli studi al ISSM Claudio Monteverdi di Cremona; inizia poi a esibirsi con regolarità su alcuni dei principali palcoscenici italiani, interpretando numerosi ruoli come Flora in Traviata, Mamma Lucia in Cavalleria Rusticana, Carmen nell’omonima opera di Georges Bizet, articolando il suo repertorio da Mozart fino a Puccini. Dal 2020 comincia a collaborare con il gruppo Madrigalisti Estensi, diretti da Michele Gaddi, e interpreta La Ninfa nello spettacolo Guerrieri et Amorosi a Modena; si esibisce al Teatro Comunale di Modena nel Concerto per Luciano Pavarotti e, nello stesso teatro, debutta come Seconda Strega in Dido and Aeneas. Nel 2021 vince il 2° premio al VI Concorso Internazionale “Vano Visioli” (edizione online); debutta il ruolo di Clarina ne La cambiale di matrimonio di Rossini al Teatro Grande di Brescia. Il mezzosoprano tornerà inoltre sulle scene fiorentine in occasione del concerto di fine anno del 31 dicembre sotto la direzione del direttore principale Daniele Gatti. Joseph Dahdah si è da pochissimo formato all’Accademia del Maggio, e ha partecipato a numerose masterclasses con, tra gli altri, Richard Barker, Luca Salsi, Eva Mei, Bruno de Simone e Tatiana Chivarova. Ha cantato in numerose opere, oratori, concerti e festival in Libano, Italia, Germania, Venezuela, Polonia, Repubblica Ceca e Bulgaria, e recentemente al Maggio ha preso parte a Siberia di Umberto Giordano, diretto da Gianandrea Noseda; I due Foscari (Barbarigo) al fianco di Plácido Domingo, Aida (Radamès) in una produzione per ragazzi di Venti Lucenti e recentemente Il trovatoreErnani e Don Carlo sempre al Maggio.

Lodovico Filippo Ravizza, attuale artista dell’Accademia, è vincitore del 73° «Concorso ASLICO» nella categoria emergenti e ha frequentato masterclass con Roberto De Candia, Marco Vinco, Yolanda Auyanet, Francesca Sassu, Jacopo Brusa e Hana Lee.

Ha debuttato nell’opera come Alidoro in una riduzione de La Cenerentola (Rossini) nel 2018;è Ping in Turandot (riduzione) per «EuropaInCanto» per 54 recite, il Barone Douphol in La Traviata, Norton ne La Cambiale di matrimonio (Rossini), Lorenzo in I Capuleti e i Montecchi (Bellini), Mr Gobineau in The Medium di Menotti, cover di Israele in Marino Faliero al Donizetti Festival 2020.

Il programma:

Antonio Vivaldi

Concerto in re minore per due violini, violoncello, archi e continuo op. 3, n.11 RV 565 da L’estro armonico

Nel 1712 Antonio Vivaldi diede alle stampe la prima delle nove raccolte di concerti realizzate nel corso della sua vita. Il Prete Rosso aveva le idee ben chiare; per far conoscere la sua musica fuori dai confini italiani era fondamentale scegliere un editore di fama internazionale e così fu Estienne Roget di Amsterdam a pubblicare la prima raccolta vivaldiana: L’estro armonico. Il suggestivo titolo dato all’op. III, silloge di dodici concerti per archi con combinazioni strumentali varie, descriveva perfettamente le istanze dell’autore, desideroso di coniugare fantasia e libertà inventiva con il rispetto delle regole armoniche che costituivano la base di ogni composizione di quel periodo. L’estro armonico ottenne un successo grandioso in tutta Europa tanto da essere considerata la raccolta strumentale più significativa del Settecento. Il Concerto in re minore per due violini, violoncello, archi e continuo RV 565 è il penultimo dei dodici concerti della serie. Articolato in quattro movimenti – con l’alternanza di movimenti veloci e lenti – vede la contrapposizione di episodi solistici al ‘Tutti’ orchestrale e, secondo la cifra stilistica vivaldiana, si distingue per fantasia d’invenzione, linee melodiche ben definite, agilità di fraseggio e contrasti timbrici vivaci e accattivanti.

Johann Sebastian Bach

Jauchzet Gott in allen Landen cantata BWV 51 per soprano, tromba, archi e basso continuo

Nel corso degli anni trascorsi a Lipsia (dal 1723 al 1750) Johann Sebastian Bach produsse una copiosa mole di musica sacra e profana. In qualità di Kantor della Thomasschule di Lipsia doveva infatti comporre musica per ogni festività del calendario liturgico, tra cui cantate sacre, messe e mottetti. La Cantata BWV 51, «Jauchzet Gott in alien Landen», fu composta nel 1730 per la quindicesima domenica dopo la Trinità ed eseguita per la prima volta 17 settembre del 1730 alla Thomaskirche. Scritta per soprano, tromba, archi e basso continuo, la cantata si articola in cinque sezioni con tre arie intervallate da un recitativo e un corale. Caratteristica principale è il confronto antagonistico tra la voce del soprano e la tromba che si sfidano in numerosi passaggi virtuosistici secondo uno stilema di derivazione italiana. All’aria d’apertura, con violino e tromba concertanti, segue un recitativo, una sorta di arioso con accompagnamento di basso continuo. La seconda aria, in ritmo di siciliana, è costruita su un basso ostinato variato, mentre il corale passa senza interruzioni nell’Alleluja finale, dove in un fugato si fronteggiano i virtuosismi vocali del soprano e i brillanti interventi della tromba.

Igor Stravinskij

Pulchinella (Musique d’après Pergolesi) balletto in un atto per piccola orchestra con tre voci soliste (versione 1919)

Dopo la rivoluzione musicale condotta a suon di ritmi tellurici e primitivi dei suoi primi balletti (L’oiseau de feuPetruška e Le sacre du printemps) che lo avevano reso famoso nella Parigi di primo Novecento, Stravinskij è pronto a stupire ancora  una volta il pubblico, ma attraverso un’altra via. Nel 1919 il suo pigmalione Sergej Djagilev gli suggerisce di realizzare un balletto ispirato a un canovaccio napoletano del Settecento, con protagonista Pulcinella, basandosi su una serie di musiche di Pergolesi (alcune delle quali erroneamente attribuitegli) conservate al Conservatorio di Napoli. Stravinskij, innamorato tanto della tradizione napoletana quanto della musica di Pergolesi, accetta con entusiasmo la nuova sfida realizzando così il primo dei suoi lavori del cosiddetto periodo neoclassico. «Pulcinella fu la mia scoperta del passato, l’epifania attraverso la quale tutto il mio lavoro ulteriore divenne possibile. Fu uno sguardo all’indietro – la prima di molte avventure amorose in quella direzione – ma fu anche uno sguardo allo specchio». Pulcinella rappresenta dunque un perfetto esempio di ‘musica al quadrato’, ossia di un’opera costruita sulla base di una musica preesistente in cui lo stile di Pergolesi è assimilato totalmente e in maniera sorprendente in quello di Stravinskij, tanto da risultare spesso difficile riconoscere la mano dell’uno o dell’altro. Molti dei brani di Pulcinella – balletto con canto in un atto – conservano infatti intatte la forma e le linee melodiche originarie di Pergolesi. Stravinskij dal canto suo interviene abilmente qua e là con alcuni tocchi da maestro: alcune dissonanze, qualche irregolarità ritmica, qualche accento spostato che, inseriti tra le trame dell’armonia pergolesiana, donano un carattere distintivo e personalissimo alla musica.

La locandina:

ANTONIO VIVALDI

Concerto in re minore per due violini, violoncello,

archi e continuo op. III, n. 11 RV 565

da L’estro armonico

Allegro. Adagio spiccato. Allegro / Largo e spiccato / Allegro

JOHANN SEBASTIAN BACH

Jauchzet Gott in allen Landen

Cantata BWV 51 per soprano, tromba, archi e basso continuo

Aria / Recitativo / Aria / Corale / Aria

Soprano Jessica Pratt

Tromba Claudio Quintavalla

IGOR STRAVINSKIJ

Pulcinella

Balletto in un atto per piccola orchestra con tre voci soliste

(Versione 1919)

Mezzosoprano Eleonora Filipponi

Tenore Joseph Dahdah

Baritono Lodovico Filippo Ravizza

Direttore Daniele Gatti

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

 

 

Prezzi:

Visibilità limitata e ascolto: 15€ – Galleria: 25€ – Palchi B: 40€ – Palchi A: 75€ – Platea 4: 40€ – Platea 3: 55€ – Platea 2: 75€ – Platea 1: 100€

Durata complessiva 2 ore circa, con intervallo

Daniele Gatti– Chiefconductor Royal Concertgebouw Orchestra.Photo: Marco Borggreve

Jessica Pratt
Photographed at Bermondsey Studio and by the Thames, London 16 May 2015, for Opera News. Commissioned by Greg Downer.
Hair & make up byJackie Tyson
(c) Benjamin Ealovega 2015 // benjaminealovega.com // benjamin@ealovega.com // +44 7786 263823

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