Numerosi giovani italiani nel mondo sono scesi in piazza per richiamare

 

Numerosi giovani italiani nel mondo sono scesi in piazza per richiamare l’attenzione sui cambiamenti climatici

L’energia, l’immediatezza e i sogni giovanili difficilmente sono contenibili. Spesso le aspirazioni dei giovani costituiscono la leva sulla quale nascono e maturano i cambiamenti epocali, diventando sparti acqua tra il passato e il futuro; innescono il cambiamento di storie, costumi e tradizioni. Va da se che le ragioni delle rivolte giovanili nascono da profondi mutamenti sociali, dalla ricerca di libertà e giustizia che li spingono a ricercare a tutte e latitudini l’emancipazione dei diritti affermandone i principi universali, posti alla base della convivenza all’interno della società moderna.

Oggi i giovani reclamano un futuro messo in discussione dal logoramento ambientale e dallo sfruttamento eccessivo delle

materie prime.
Questi sono i giovani d’oggi in rivolta, come li avrebbe facilmente descritti Albert Camus. Oggi è in discussione l’esistenza dell’uomo sul pianeta, ne va del  futuro dei giovani, convintamente veggenti, ansiosi di invertire la rotta
diretta verso un punto di non ritorno, perché vedono più lontano degli  attuali «padroni» del destino dell’umanità.

Oggi mi sono rallegrato e ho condiviso con spirito emotivo la manifestazione dei giovani zurighesi, e tra loro  ho riconosciuto con ampia soddisfazione  numerosi «millenias» italiani, che hanno dato vita a un lunghissimo corteo snodatosi nelle vie del centro trasmettendo apprensione e paure verso l’indifferenza di chi è sordo rispetto ai richiami della natura, è cieco riguardo alle continue catastrofi climatiche ed è muto e nega l’evidenza di un irreparabile declino verso il D-day.

La sensibilizzazione sui mutamenti climatici avanzata negli ultimi tempi con naturalezza da Greta Thunberg, la giovane studentessa svedese, ha contagiato le giovani generazioni a livello mondiale e con grande meraviglia ha acceso i riflettori sui rischi ambientali ai quali  bisognerà celermente porre rimedio.

Non bisogna lasciare questa giovane generazione sola nella loro lotta, non dobbiamo girare lo sguardo indietro, recuperiamo il tempo passato ricordandoci della gioventù passata, quando salivamo sulle barricate a rivendicare un mondo migliore. Le giovani generazioni a ragione lo rivendicano anche per chi, oramai ha i capelli brizzolati e coscientemente si rende conto, che così non si può più andare avanti perché un mondo migliore e diverso è possibile.

Bisogna crederci fino in fondo, ribaltare l’incuranza e impegnarsi a maggior ragione quando le sfide diventano impervie, le strade si fanno tortuose e gli obiettivi sembrano irraggiungibili. E’ questo anche la motivazione che spinge il Consiglio generale degli italiani all’estero a creare una rete mondiale di giovani italiani, ai quali affidare prossimamente il testimone per nuove avventure e per dar lustro al nostro paese al cospetto dei profondi mutamenti geopolitici, che forgeranno la nuova civiltà. A Palermo, dove dal 16 al 19 aprile prossimo si ritroveranno oltre cento giovani italiani provenienti da diversi continenti, al centro delle loro discussioni ci sarà il futuro, le storie che li accomunano e il rapporto che hanno e che vorranno avere con l’Italia.

Michele Schiavone

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