Piero Chiara, Casanova e io. La seduzione e la ribellione

Pierfranco Bruni 

Piero Chiara ebbe a scrivere su Giacomo Casanova:

«Non è uno stile da letterato sedentario e misantropo, è uno stile da esaltatore della vita, che con la sua irrequietezza sembra prevedere l’europeo futuro. Nella letteratura italiana mancava allora non solo un buon romanzo in prosa, ma ancora l’idea di uno stile così veloce e denso di avvenimenti. L’azione si fonde al dialogo, il quale diventa azione interiore».

Piero Chiara è uno dei maggiori studiosi italiani che si è occupato di Giacomo Casanova. Il suo studio resta ancora oggi un punto di riferimento non solo per ciò che riguarda il dato biografico del «libertino» veneziano ma anche per la ricerca dei dettagli che si leggono negli incisi delle sue opere e soprattutto ciò che si evince nei numerosi libri delle Memorie casanoviane. 

Speculazioni che vanno dal dato storico di tutto il Settecento e della presenza di Casanova nel Novecento compreso una comparazione con Gabriele d’Annunzio. 

A d’Annunzio Piero Chiara dedica un libro importante di cui si parlerà nel libro in uscita in questi giorni edito da Solfanelli.

Piero Chiara scrisse in un percorso settecentesco un Casanova di una eleganza seducente tra il senso di bellezza e l’inquietante mistero dei suoi viaggi tra nobiltà e amori. 

Visse d’amore e morì per troppa nostalgia? Luoghi e paesaggi, corti e visioni oniriche sono una geografia del tempo vissuto da un uomo diventato personaggio.

Nella  Storia della mia vita Piero Chiara recupera il sentimento e la passione. Ho lavorato su questo tema passando inevitabilmente attraverso il piacere dannunziano.

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