L’Epifania è un pensiero nella notte delle stelle

Pierfranco Bruni 

Verrà. 

Con la notte che stilla rugiada e una luna che racconta favole d’Oriente e di deserti. Cammelli con il passo lento che attraversano sabbia e magia accolgono il vento e conoscono i destini. Vanno. Vanno per arrivare e ripartire. A volte arrivano senza essere mai partiti. 

Intorno a una capanna la pazienza è orante. 

I Pellegrini hanno lo sguardo e la carità di San Francesco. Sembrano leggenda. Sono camminatori e figure del destino. 

L’Epifania è un pensiero. Una Rivelazione in cui la luce è l’ora aurorale dei popoli che parlano le lingue dei Cantici. Sugellano il mistero nei colori degli abeti tra le dune delle parole e lo sguardo che illumina le perle danzanti. 

Verrà! Partita da lontananze che solo il cuore conosce lascia doni sui davanzali delle case e tra la cenere bianca dei caminetti. 

Millenni che trascorrono. 

Millenni attraversati.  

Millenni che si abitano. 

Stefano è per terra. Caduto tra le pietre mentre Paolo osserva i lanciatori di rocce e di scaglie di massi. Il tempo ci sarà per la salvezza dell’anima che ha voli di attimi e pensieri di arcobeni dopo la pioggia. 

Verrà! 

La Benatana ha il sorriso delle madri che avvolgono nella trasparenza i figli di Dio. Sono doni rivelanti. Bisogna custodire la Festa. 

La Benatana ha dormito nel segreto di una stalla. Con i piedi nudi ha saltellato tra i rovi e ramoscelli e intona un suono che giunge come eco tra gli intagli dei dettagli del tempo.

Verrà! 

Con riccioli tra i capelli e negli occhi le stelle comete degli inverni assolati del mio paese verrà sapendo di non essere mai partita e di essere sempre giunta a destinazione. 

C’era una volta una favola che ha vissuto la magia e la magia è ciò che non ha abbandono. In una lunga via la strada è stretta e il labirinto è infinito. 

Io dico la mia. 

Voi dite la vostra ora che la mia l’ho detta.

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