DO UT DOpresenta il tema dell’VIII edizioneCOSCIENZACanal Grande (rouge et noir) di Andrew Holmes Huston1-4 febbraio 2024Artefiera, Padiglione 26, stand B102Galleria Stefano Forni – Piazza Cavour, 2 (BO)Fondazione Cirulli – Via Emilia, 275, San Lazzaro di Savena (BO)In occasione di Artefiera 2024, do ut do presenterà in anteprima al pubblico il tema centrale dell’VIII edizione: la Coscienza. Attraverso il potente linguaggio dell’arte, quest’anno do ut do esplorerà la tematica della Coscienza coinvolgendo 13 artisti che metteranno in mostra 24 delle loro opere suddivise in 3 sedi espositive, quali Artefiera, con uno stand curato dall’architetto Mario Cucinella, la Fondazione Cirulli e la Galleria Stefano Forni. Do ut do, nasce a Bologna nel 2011 nel contesto delle attività di raccolta fondi dell’Associazione Amici della Fondazione Hòspice Seràgnoli, organizzazione non-profit che opera nel campo dell’assistenza, formazione, ricerca e divulgazione della cultura delle cure palliative. Do ut do è un progetto charity di grande rilevanza culturale che unisce arte ed etica proponendo mostre ed eventi dedicati all’arte, architettura, design coinvolgendo artisti di fama internazionale, istituzioni, gallerie, imprese e collezionisti per riflettere su diversi temi legati alla contemporaneità. Oltre a esplorare le ultime tendenze artistiche, do ut do promuove valori etici e sociali, evidenziando come l’arte possa essere uno strumento potente per affrontare questioni cruciali della nostra società. L’intero progetto si basa sul «dare per dare» che si oppone, o quanto meno si discosta da un utilitaristico o egoistico «dare per ricevere». Nel corso degli anni, do ut do è infatti diventato un catalizzatore di creatività e impegno, connettendo responsabilità e sensibilità, etica ed estetica, dimensione sociale e individuale. Il fil rouge della nuova edizione, scelto dalla fondatrice e Presidente di do ut do Alessandra D’Innocenzo, ha una natura complessa che sfida ancora la comprensione completa. La Coscienza è infatti un soggetto astratto, la sua natura profonda è ignota e in quanto tale appare misteriosa agli occhi dell’essere umano. Essa è l’origine dell’intenzionalità, della creatività, della libertà e rende possibile trascendere i condizionamenti materiali, elaborare idee astratte, fare scelte deliberate. A tal proposito, Alessandra D’Innocenzo afferma: “La Coscienza? Ognuno deve rispondere per sé, è una questione personale, mutevole e contemporanea a sé stessi. L’Arte ne è testimone”.“Coscienza” di Luigi OntaniTuttavia, è anche una tematica attuale e riconducibile alla concretezza della vita quotidiana. L’Ambasciatrice di questa edizione di do ut do, Karole Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e della Fondazione Solomon R. Guggenheim per l’Italia, si è ampiamente espressa e ha dichiarato: “Il mondo di oggi è più turbolento che mai, il che rende urgente interrogarsi sul significato di una coscienza morale ed etica, su ciò che crediamo sia giusto e su ciò che si decide sia giusto. Per citare e parafrasare un collega del museo, stiamo attraversando un momento di grandi passioni e di molte urgenze e turbolenze politiche e sociali. In momenti come questi dobbiamo rimanere vigili e sostenere le proteste e le interazioni pacifiche con la garanzia di evitare ogni tipo di violenza, mantenendo il rispetto e una sana dose di empatia per i diversi modi di vivere, le fedi e i codici.” In merito agli obiettivi della biennale si è espresso il docente e filosofo Sebastiano Maffettone, che ha affermato: “L’idea geniale della Presidente di do ut do Alessandra D’Innocenzo è quella di unire nella stessa serie di eventi dedicati all’arte i valori estetici – che, come è naturale, sono alla base della scelta delle opere d’arte e degli eventi sottoposti all’attenzione generale di biennio in biennio – il concetto di dono, l’impegno filantropico e soprattutto, a parer mio, la capacità di farci riflettere su temi fondazionali del nostro tempo”. Maffettone ha poi indagato sul tema della coscienza ponendo l’attenzione sull’attualità e sul fenomeno della trasformazione digitale: “Viviamo infatti una condizione digitale, e non ne conosciamo fino in fondo le conseguenze per la vita, individuale e sociale, di tutti noi. Siamo però convinti che tali conseguenze debbano essere sostenibili dal punto di vista etico, sociale e politico. La coscienza è il punto di controllo di una possibilità del genere.” Anche il professore Pierpaolo Forte ha analizzato il leit motiv dell’VIII edizione, sviluppando osservazioni filosofiche sul passato fino ad arrivare al presente con il concetto di “coscienza artificiale” e sostenendo che: “La questione della «coscienza artificiale», l’ipotesi che anche le macchine possano essere, se non proprio consce di sé, “slightly conscious”, “un po’ coscienti” (lo vaticina uno dei creatori di ChatGPT), giacché non è impossibile che vengano dotate di una simil-coscienza, una replica algoritmica, certo, di quella umana, e dunque poco precipua e anche un po’ inquietante; e tuttavia, così come tra gli umani la condizione cosciente è il presupposto per la punibilità, e la consapevolezza e l’accettazione del rischio sono elementi decisivi per distinguere il comportamento colposo da quello doloso, si discute della responsabilità autonoma degli agenti robotici e dell’intelligenza artificiale, un’ipotesi presa molto sul serio dalla Commissione Europea, al lavoro sulla disciplina legale delle attività automatiche e delle loro conseguenze.” Vera Zamagni, docente di Storia economica all’Università di Bologna, ha condiviso la sua opinione sul tema e dichiara: “Oggi si discute se l’Intelligenza Artificiale mai arriverà alla Coscienza Artificiale. Non credo che ciò possa avvenire, ma se ci si arrivasse, allora l’umanità sarebbe finita. Infatti, si possono sostituire le abilità manuali della persona e persino quelle intellettuali, senza sostituire l’uomo. Ma se si arrivasse a sostituire la coscienza, allora davvero l’uomo diventerà antiquato, come già Günter Anders aveva preconizzato anni addietro. La tecnica avrà vinto e si sarà distrutta l’umanità, senza nemmeno ricorre alla bomba atomica.” La Coscienza ci confronta con i limiti delle nostre capacità descrittive e ci ricorda che la comprensione definitiva della realtà trascende la portata della scienza. I 13 artisti che esporranno le loro opere saranno: Luigi Ontani, Fabrizio Cotognini, Danijel Zezelj, Maurizio Finotto, Nino Migliori, Terry Pecora, Andrew Holmes Huston, Oliver D’Auria, Rae Martini, Simone Pellegrini, Luca Maria Castelli e il duo Ornaghi e Prestinari. Inoltre, quest’anno per la prima volta do ut do darà spazio agli artisti emergenti. Per l’VIII edizione la scelta è ricaduta su Luca Blumer che esporrà la sua opera “Numero di prova 1”, Trittico del quotidiano “Il manifesto” della fine degli anni ‘70 su cui sono applicati tessuti di cotone. L’opera si chiama “Numero di prova”, una dicitura che l’editore usava per identificare alcuni numeri del giornale.“Numero di prova 1” di Luca BlumerLe opere, dopo Artefiera, entreranno ufficialmente nella grande collezione do ut do, per poi essere assegnate a collezionisti o musei a fronte di un contributo di sostegno all’Associazione Amici della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli. L’intero ricavato verrà devoluto alla Fondazione Hospice. Come nelle passate edizioni, infatti, anche per il 2024 do ut do riunirà i generosi contributi di artisti, gallerie e collezionisti per sostenere concretamente la missione della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli dedita all’assistenza e cura di pazienti affetti da malattie inguaribili e delle loro famiglie e alle attività di formazione e ricerca in medicina palliativa all’interno del Campus Bentivoglio. Anche quest’anno è prevista una pubblicazione dedicata al tema dell’edizione in corso. Il volume dal titolo “Un fatto di coscienza”, oltre alle 24 opere, raccoglierà più di 100 contributi di personaggi della contemporaneità che si distinguono nell’ambiente lavorativo e sociale in cui vivono. Artisti, curatori, collezionisti, critici d’arte, direttori museali, professori universitari, attori, scrittori e autorità con dettagli, approfondimenti e spunti di riflessione sul tema della coscienza. Do ut do 2024 è stato realizzato anche grazie al sostegno di Banca di Bologna, Mario Cucinella Architects, Art Defender, Labanti e Nanni, Legatoria Carfi, Casa Editrice Persiani, Radio Sata, Galleria Continua. Si ringrazia: Arte Fiera, Fondazione Cirulli e Galleria Stefano Forni. INFORMAZIONI UTILI DOVE:Artefiera – Padiglioni 26, stand B102, dal 1 al 4 febbraio 2024Galleria Stefano Forni – Piazza Cavour, 2 (BO), dall’1 al 4 febbraioFondazione Cirulli – Via Emilia, 275, San Lazzaro di Savena (BO), dall’1 al 4 febbraio Per informazioni su orari e biglietti di ingresso alla fiera si rimanda al sito www.artefiera.it/ CONTATTISITO: https://www.doutdo.it/MAIL: info@doutdo.itFACEBOOK: https://www.facebook.com/ |
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3-5 febbraio 2023 Artefiera Quartiere Fieristico di Bologna – Padiglione 26 stand B80 Anteprima il 2 febbraio 2023 |
In anteprima ad Artefiera dal 3 al 5 febbraio 2023 a Bologna, la biennale doutdo* presenterà al pubblico il nuovo tema dell’edizione 2023 con FRÀGIL, un’importante opera di Joan Crous, in un allestimento ideato e progettato da Michele de Lucchi con Alberto Nason.
Doutdo è una biennale di iniziative culturali che unisce arte ed etica, creata a Bologna nel 2011 da Alessandra D’Innocenzo all’interno delle attività di raccolta fondi dell’Associazione Amici della Fondazione Hòspice Seràgnoli. Ogni due anni doutdo propone mostre ed eventi dedicati all’arte, architettura, design e alle eccellenze della nostra cultura, coinvolgendo artisti, istituzioni, gallerie, imprese e collezionisti per riflettere su un tema legato alla contemporaneità. Per l’edizione 2023 della biennale il tema scelto, presentato in anteprima speciale ad Artefiera presso il Padiglione 26 stand B80, è la Fragilità.
“Siamo fragili, tutto è fragile intorno a noi: uomini, animali, piante, la vita sulla terra, le nostre relazioni, i nostri sentimenti, i nostri amori, le nostre idee, la sostenibilità del nostro modello di sviluppo, la nostra idea di progresso, la nostra presunta centralità nell’universo – dichiara Alessandra D’Innocenzo, fondatrice e presidente di doutdo – Se però accettiamo la nostra fragilità possiamo trasformare l’apparente vulnerabilità nel suo opposto, la storia umana lo ha dimostrato, la nostra fragilità diventa agilità consapevole, che se crea una comunità può produrre innovativi e potenti risultati, la vulnerabilità dei singoli diventa forza collettiva per difendere valori condivisi e il bene comune”
La nostra fragilità è come quella del vetro, inventato dall’uomo con fuoco e ferro, trasparente come l’acqua, duttile come la creta ma eterno come l’oro. Capace di dare luce al buio e di farci vedere le stelle. A rappresentare tutto ciò per doutdo sarà l’opera di Joan Crous, noto artista del vetro di origine catalana. La grande scultura FRÀGIL (dimensioni 120×360 cm) è la composizione di sei opere uniche, tutte diverse fra loro, realizzate in fusione di vetro con interventi manuali dell’artista. Per Artefiera l’allestimento dell’opera di Crous è stato affidato alla sapiente progettazione di Michele De Lucchi – designer, architetto e “falegname”, amico da anni di doutdo – in collaborazione con Alberto Nason, industrial e lighting designer.
In questa occasione le sei opere originarie sono state unite in un’unica e grande installazione, un lungo tavolo di vetro che rimanda alla fotografia di Giovanni Gastel “La cena di Atene” (2019) la quale vede ritratti i protagonisti della passata edizione di doutdo. Come scrive Gianluca Riccio, uno dei curatori del progetto espositivo “Lungo il filo di questa trama insieme etica, morale ed estetica, i protagonisti dell’ultima edizione di doutdo, riuniti dallo sguardo partecipe di Giovanni Gastel intorno a un lungo tavolo, sono evocati dagli oggetti e dai residui di cibo cristallizzati sulla superficie dei sei tavoli che compongono la grande scultura realizzata da Joan Crus per l’edizione 2023; come se la scena – e il significato di cui è portatrice – fossero restati intatti nel corso di questi anni, ma il punto di vista si fosse ribaltato dall’esterno verso l’interno, con tutti quegli oggetti ordinari dispiegati sul piano orizzontale del tavolo-scultura a incarnare il senso di un messaggio che, anno dopo anno, resta custodito nella forma dell’opera chiamata a interpretarlo”. |
Ad accompagnare l’imponente opera di Crous saranno inoltre due panche “Bernina” progettate da Michele De Lucchi con Alberto Nason e realizzate in pietra Leccese da PI.MAR Limestone di Giorgia Marrocco, storico sostenitore di doutdo.
I curatori che affiancano il progetto espositivo ideato da doutdo sono Domenico De Masi (Professore emerito di sociologia del lavoro presso l’Università La Sapienza di Roma), Gianluca Riccio (storico dell’arte, curatore e Professore di storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli), Sebastiano Maffettone (Professore di filosofia politica presso l’Università LUISS di Roma) e Pierpaolo Forte (Professore ordinario di diritto amministrativo presso l’Università degli studi del Sannio di Benevento). Ai loro testi critici che saranno presentati in un unico volume durante Artefiera, si aggiungono i testi di Michele De Lucchi, Roberto Grandi e di Alessandro Bergonzoni. Quest’ultimo è amico e sostenitore di doutdo fin dagli inizi ed è infatti proprio lui ad aver dato il nome alla biennale*.
L’opera, dopo Artefiera, entrerà ufficialmente nella grande collezione doutdo, per poi essere assegnata a collezionisti o musei a fronte di una donazione a doutdo attraverso l’Associazione Amici della Fondazione Hòspice Seràgnoli il cui ricavato verrà interamente devoluto alla Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli di Bologna. Come nelle passate edizioni infatti, anche per il 2023 doutdo riunirà le generose donazioni di artisti, gallerie e collezionisti per sostenere concretamente la missione della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli dedita all’assistenza e cura di pazienti affetti da malattie inguaribili e delle loro famiglie e alle attività di formazione e ricerca sulla medicina palliativa all’interno del Campus Bentivoglio. Un «dare per dare» che si oppone, o quanto meno si discosta da un utilitaristico o egoistico «dare per ricevere». Una restituzione di senso e valore che non ricerca o pretende nulla in cambio.
Si ringrazia per il sostegno: Banca di Bologna e PI.MAR Limestone. Si ringrazia per la collaborazione: Cleto Chiarli – Tenute Agricole, Champagne Aleran, Dusk, Radiosata.
Un grazie speciale a: Joan Crous, Michele De Lucchi, Domenico De Masi, PierPaolo Forte, Sebastiano Maffettone, Giorgia Marrocco, Alberto Nason, Gianluca Riccio. |
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INFORMAZIONI UTILI
Anteprima doutdo 2023 ad Artefiera con l’opera di Joan Crous e l’allestimento di Michele de Lucchi con Albert Nason.
QUANDO: dal 3 al 5 febbraio 2023 ANTEPRIMA SU INVITO: 2 febbraio 2023 DOVE: Quartiere Fieristico di Bologna, Padiglioni 25 e 26 – Ingresso Costituzione STAND DOUTDO: Padiglione 26 stand B80
Per informazioni su orari e biglietti di ingresso alla fiera si rimanda al sito www.artefiera.it/
CONTATTI SITO: https://www.doutdo.it/ MAIL: info@doutdo.it FACEBOOK: https://www.facebook.com/ |
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