Serena conduce operaclassica eco italiano

 

Giovedì 8 settembre 2022 alle ore 20 prima recita delle cinque de “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, sul podio della Sala Zubin Mehta il direttore principale del Maggio Musicale Fiorentino, Daniele Gatti.

 

In scena il celebre allestimento di Damiano Michieletto ripreso per questa occasione da Andrea Bernard.

Nel cast Nicola Alaimo nel ruolo di Figaro, Vasilisa Berzhanskaya nel ruolo di Rosina, Ruzil Gatin come Il conte d’Almaviva e Fabio Capitanucci, nel ruolo di Don Bartolo.

La prima recita dell’8 settembre verrà trasmessa in diretta radiofonica da Rai Radio3

 

La recita del 14 settembre è proposta al pubblico con uno sconto del 50% sul prezzo dei biglietti

 

Firenze, 5 settembre 2022 – Il direttore principale del Maggio, Daniele Gatti, torna sul podio della Sala Mehta giovedì 8 settembre alle ore 20 alla testa del Coro e dell’Orchestra del Maggio, per il primo appuntamento lirico della nuova stagione: in cartellone uno fra i più celebri e rappresentati capolavori di Gioachino RossiniIl Barbiere di Siviglia. La regia, nel rodatissimo e apprezzato allestimento di Damiano Michieletto, è ripresa da Andrea Bernard che torna a Firenze dopo il Don Pasquale di Gaetano Donizetti, andato in scena nel febbraio 2020 con la direzione di Antonio Fogliani. I costumi sono curati da Carla Teti, le luci da Alessandro Tutini.

In scena dunque lo storico allestimento di Damiano Michieletto rappresentato a Firenze per la prima volta nel luglio del 2005, e giunto alla sua nona messa in scena al Maggio per più di quaranta repliche fin ora. Lo spettacolo inizia come un viaggio in treno, annunciato dall’altoparlante; un modo allegro di viaggiare “attraverso” l’opera di Rossini, richiamando i luoghi e le situazioni con la fantasia. Costumi evocativi e bizzarri e colori accesi rendono i personaggi delle caricature, quasi fossero personaggi legati alla Commedia dell’Arte, Don Basilio è verdissimo con capelli lunghi, unti, naso adunco, tutto verde d’invidia come un serpente (o meglio, un basilisco); Figaro ha capelli che alludono a orecchie volpine e baffi, mentre don Bartolo, tutto in bianco, assomiglia a un panciuto bulldog che guarda geloso Rosina, vestita di rosso come il suo amante Lindoro. L’assenza di scene vere e proprie concentra tutta l’attenzione sulle gag comiche e le gestualità curate, ma soprattutto sulla voce e sulla musica, regine indiscusse dell’opera rossiniana. Questa assenza aiuta inoltre a sottolineare anche i lati più cinici se vogliamo di questo dramma buffo, di cui comunque emerge pur sempre il lato scherzoso e giocoso: le trovate sul palcoscenico si rincorrono con naturalezza e inventiva crescente,  così da non lasciare mai un momento spento nel gioco teatrale. La compagnia di canto è formata da Nicola Alaimo nel ruolo di Figaro, Vasilisa Berzhanskaya nel ruolo di Rosina, Ruzil Gatin come Il conte d’Almaviva, Fabio Capitanucci come Don Bartolo, Evgeny Stavinskiy nel ruolo di Don Basilio, Eduardo Martínez Flores è Fiorello/Un ufficiale,  Berta è interpretata da Carmen Buendía.

Il maestro del Coro del Maggio Musicale è Lorenzo Fratini.

Altre quattro le recite previste: il 10 settembre alle ore 18, il 12, il 14 e il 15 settembre alle ore 20.

La prima recita sarà trasmessa in diretta radiofonica da rai Radio 3 e la recita del 14 settembre  è offerta al pubblico con uno sconto del 50% del prezzo sui biglietti di ogni settore

 

Il maestro Daniele Gatti torna dunque sul podio del Maggio per il primo titolo lirico della nuova stagione, a distanza di pochi mesi dall’applauditissima Ariadne auf Naxos, ultima opera da lui diretta nel corso dello scorso 84ºFestival del Maggio e torna sul titolo rossiniano dopo la sua precisa ma altrettanto effervescente e vivace direzione di Barbiere all’Opera di Roma nel 2020.

A riprendere lo storico allestimento di Damiano Michieletto rappresentato a Firenze per la prima volta nel luglio del 2005, e giunto alla sua nona messa in scena al Maggio, Andrea Bernard: il giovane regista di Bolzano si fa conoscere sulla scena internazionale grazie alla vittoria del prestigioso “European Opera-directing Prize” nel 2016 partecipando con il progetto di La Traviata che mette in scena al Festival Verdi di Parma 2017 in coproduzione con la Fondazione Haydn di Bolzano e Trento e il Teatro Comunale di Bologna. Nel 2020 debutta al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con una nuova produzione di Don Pasquale e nel 2021 lavora all’Opera di Francoforte con la regia di Amadigi di Händel al Bockenheimer Depot. Ha inaugurato la stagione del Theater Orchester Biel Solothurn in Svizzera per tre anni consecutivi con le produzioni de La Cenerentola di Rossini, Fille du regiment di Donizetti e L’Italiana in Algeri di Rossini. Nel 2018 mette in scena l’opera La spada nella roccia di Anastasi per il Teatro Regio di Parma. Contemporaneamente alla regia d’opera si occupa anche di teatro di prosa e dell’organizzazione di eventi artistici.

Nicola Alaimo è Figaro: il baritono palermitano, che ha già interpretato il ruolo più volte nel corso della sua carriera, l’ultima poche settimane fa nel corso del Salzburgerfestspiele, torna al Maggio a distanza di una manciata di mesi dalla sua ultima recita, accolta in modo trionfale dal pubblico, di Falstaff di Giuseppe Verdi con la direzione di sir John Eliot Gardiner per la regia di Sven-Eric Bechtolf. Alaimo, non ancora ventenne, vince il concorso “Di Stefano” a Trapani, debuttando il ruolo di Dandini ne La Cenerentola. Artista versatile, è stato scelto da Riccardo Muti come protagonista del Don Pasquale a Ravenna Festival ed in una tournée in Europa e Russia, come Pharaon in Moïse et Pharaon al Teatro dell’Opera di Roma e come Tulipano ne Il matrimonio Inaspettato di Cimarosa a Pisa e Ravenna. Esordisce negli Stati Uniti con Simon Boccanegra con la Boston Symphony Orchestra diretta da James Levine. Nel corso della sua carriera ha inoltre ricevuto il prestigioso “Premio Abbiati” nel 2016, grazie ad un Falstaff diretto proprio dal maestro Gatti e, a riguardo, Alaimo ha evidenziato la sua gioia nel tornare a lavorare insieme: “Rivedo finalmente il maestro Gatti dopo 6 anni dal nostro bellissimo Falstaff alla Scala che ci ha regalato il Premio Abbiati. È estremamente appagante lavorare con un direttore come lui, abile a evidenziare sempre cosa volesse evocare attraverso determinati passaggi musicali il compositore, passaggi che con l’ausilio della parola diventano mere espressioni, mai banali e sempre volte alla logicità del dettato compositivo e delle dinamiche associate al libretto. Anche la produzione di Damiano Michieletto è, nella sua semplicità, di una freschezza ineguagliabile: capace come pochi di tirar fuori le caratterizzazioni dei personaggi, il “suo” Barbiere non smette mai di stupire e porta lo spettatore – ma anche chi lo spettacolo lo fa – a non annoiarsi mai. Considero Damiano Michieletto un assoluto maestro ed è per me un grande piacere lavorare con lui.”

Vasilisa Berzhanskaya interpreta Rosina: il giovane soprano si è laureato presso il dipartimento vocale dello Stavropol Territorial Music College (STMC), e nella stagione 2011/2012 Vasilisa fu solista della North Caucasian State Philharmonic. Tra il 2015 e il 2017 è stata membro del Young Artist Program al Bolshoi, dove studia sotto la guida di Dmitry Vdovin. Il soprano ha debuttato al Festival di Salisburgo nel 2017 nell’ambito del progetto Young Singers del Festival. Dotata di un ampio repertorio che si estende da Bellini a Čajkovskij, nel corso della sua carriera Vasilisa Berzhanskaya si è distinta come una delle più dotate interpreti del repertorio Mozartiano e Rossiniano. Recentemente è stata fra le protagoniste di Romeo et Juliette, andato in scena nel corso dell’84º Festival del Maggio diretto da Henrik Nánási per la regia di Frederic Wake-Walker.

Il conte d’Almaviva ha invece la voce di Ruzil Gatin, che di recente al Maggio è stato fra i protagonisti de Lo sposo di tre, e marito di nessuna andata in scena nel gennaio 2022 diretta da Diego Fasolis per la regia di Cesare Lievi. Il giovane tenore si laurea all’Università di Mosca in arte drammatica e nel 2012 si diploma al Conservatorio di Kazan in canto. Vincitore di numerose competizioni internazionali quali la “Youth of 21st Century” in Bulgaria, “The Way of Stars” a San Pietroburgo, “Morning Star” e il “Grand Prix Youth Festival Competition” a Mosca, nonostante la giovane età è già uno dei protagonisti della scena musicale internazionale avendo calcato alcuni dei palcoscenici più importanti al mondo. Gatin, inoltre, torna a vestire i panni del conte d’Almaviva a meno di due anni di distanza dall’ultimo Barbiere andato in scena al Maggio nell’ottobre 2020 diretto da Michele Gamba e sempre con la regia di Damiano Michieletto.

Fabio Capitanucci, che come Ruzil Gatin è stato protagonista sia de Lo sposo di tre, e marito di nessunaandato in scena lo scorso gennaio sia del Barbiere di Siviglia dell’ottobre 2020, torna a vestire i panni di Don Bartolo, lo spasimante tutore della bella Rosina: il baritono di Sabaudia è da tempo una presenza stabile nei cartelloni dei più importanti teatri al mondo come il Metropolitan di New York, il Liceu di Barcellona e la Royal Opera House di Londra. A soli 23 anni vince il “Concorso del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto” e le selezioni per l’Accademia di Perfezionamento del Teatro alla Scala. Dal 1999 è ospite nelle stagioni del teatro scaligero, dove ha debuttato in alcuni ruoli di grande prestigio come Marcello ne La Boheme, Cavalier Belfiore in Un giorno di regno, Sharpless in Madama Butterfly, Lescaut nella Manon di Massenet e Guglielmo in Così fan tutte.

Evgeny Stavinskiy è invece Don Basilio: ha completato gli studi universitari come cantante e direttore di coro alla “Moscow Academy of Choral Art”. Dal 2004 al 2005 ha approfondito i suoi studi proprio al Maggio Musicale Fiorentino, dove ha cantato la parte di Don Giovanni in Don Giovanni di Mozart, Lord Sidney e Basilio ne Il Viaggio a Reims e Il Barbiere di Siviglia di Rossini il sovrintendente Budd in Albert Herring di Britten. Nel 2005 è stato nominato direttore dell’ Orchestra Sinfonica della Città di Dubna. Nel 2006, diventa ospite fisso alla Novaya Opera Theatre di Mosca. Dopo la vittoria al “Concorso Riccardo Zandonai” , Evgeny Stavinsky è stato invitato a partecipare in diverse produzioni al Festival di Riva del Garda. Fra gli impegni recente, il ruolo di Mefistofele nel Faust di Gounod al Teatro dell’Opera di Budapest e al Novaya Opera dove ha vinto il premio nazionale “La Maschera d’oro” come miglior attore nel 2018, Oroveso in Norma al Teatro Massimo di Palermo, Raimondo in Lucia di Lammermoor al Teatro Comunale di Bologna. A Luglio 2018 ha debuttato al Royal Opera House Covent Garden in L’Ange de Nisida di Donizetti.

Completano il cast Eduardo Martínez Flores, giovane talento dell’Accademia del Maggio come Fiorello/Un ufficiale e Carmen Buendía nel ruolo di Berta.

 

L’opera:

 

Nel primo decennio dell’Ottocento il ventenne Gioachino Rossini aveva già conquistato le scene teatrali con Tancredi e L’Italiana in Algeri. Alla fine del 1815 firmò un contratto con l’impresario del Teatro Argentina di Roma per scrivere un’opera, da inserire nel cartellone di Carnevale dell’anno seguente, intitolata Almaviva, o sia L’inutile precauzione. Il soggetto era ben noto perché tratto dalla commedia Le barbier de Séville di Beaumarchais già messo in musica da molti altri autori: tra essi il celebre Giovanni Paisiello, il cui Barbiere di Siviglia (1782) aveva furoreggiato nei teatri di mezza Europa. L’impresa di proporre il remake di un titolo famoso mentre era ancora in vita Paisiello era oltremodo temeraria e così Rossini, per mettersi al riparo da possibili accuse, scelse un titolo diverso – Almaviva appunto – e decise di stampare nel libretto un avvertimento al pubblico in cui dichiarava che per rispetto nei confronti del più anziano maestro aveva chiesto al poeta Cesare Sterbini di scrivere per l’occasione un nuovo libretto. Ma la precauzione si rivelò inutile poiché al debutto, il 20 febbraio 1816, l’opera fu fischiata e la serata degenerò in bagarre come raccontato da Rossini stesso. Il compositore pesarese tuttavia non si ingannava sul valore del suo lavoro, e dopo le prime repliche il suo Barbiere incassò il plauso meritatissimo che gli spettava surclassando l’opera di Paisiello e diventando in breve l’opera più amata e rappresentata. Qualche anno più tardi, un musicista del calibro di Giuseppe Verdi avrebbe dato al Barbiere di Siviglia rossiniano la palma di “opera buffa più bella che esista, per abbondanza di idee musicali, per verve comica e per verità di declamazione”.

 

 

La locandina:

 

IL BARBIERE DI SIVIGLIA

o sia L’inutile precauzione

Melodramma buffo in due atti di Cesare Sterbini

dalla commedia omonima di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Musica di Gioachino Rossini

Edizione: Edwin F. Kalmus & Co., Inc., Boca Raton, Florida

Allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro concertatore e direttore Daniele Gatti

Regia e impianto scenico Damiano Michieletto

Regia ripresa da Andrea Bernard

Costumi Carla Teti

Luci Alessandro Tutini

Il Conte d’Almaviva Ruzil Gatin

Don Bartolo, dottore in medicina, tutore di Rosina Fabio Capitanucci

Rosina, ricca pupilla in casa di Bartolo Vasilisa Berzhanskaya

Figaro, barbiere Nicola Alaimo

Don Basilio, maestro di musica di Rosina, ipocrita Evgeny Stavinskiy

Fiorello, servitore d’Almaviva / Un ufficiale Eduardo Martínez Flores

Berta, cameriera di Bartolo Carmen Buendía

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino 

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Figuranti speciali Elena BarsottiSilvia BenvenutoEnrica GualtieriDavide ArenaMauro BarbieroFabrizio CasagrandeAlessandro CiardiniCristiano Colangelo

Allestimento Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Con sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze

 

SALA ZUBIN MEHTA

Giovedì 8 settembre 2022, ore 20 (in diretta su Rai Radio 3)

Sabato 10 settembre, ore 18

Lunedì 12 settembre, ore 20

Mercoledì 14 settembre, ore 20

Giovedì 15 settembre, ore 20

 

Prezzi:

 

Settore D: 30€

Settore C: 60€

Settore B: 110€

Settore A: 160€

Daniele Gatti– Chiefconductor Royal Concertgebouw Orchestra.Photo: Marco Borggreve

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