Dopo il concerto “Bentornati al Maggio!” che ha festosamente inaugurato la programmazione del Maggio, il direttore emerito Zubin Mehta torna, il 22 settembre 2023 alle ore 20 con replica il giorno seguente alla stessa ora, per il secondo appuntamento sinfonico previsto in cartellone.
Il programma del concerto è interamente dedicato alle composizioni di Felix Mendelssohn-Bartholdy; violino solista Giuseppe Gibboni.
Firenze, 19 settembre 2023 – A distanza di pochi giorni dal festoso concerto mozartiano Bentornati al Maggio!, da lui diretto, e accolto con grandissimo calore dal pubblico che ha gremito la Sala Grande del Teatro, il direttore emerito Zubin Mehta torna alla guida dell’Orchestra del Maggio per il secondo concerto sinfonico previsto in programma. In cartellone, il 22 settembre 2023 alle ore 20, con replica il 23 settembre al medesimo orario, in Sala Mehta, due serate interamente dedicate alle composizioni di Felix Mendelssohn-Bartholdy, uno dei più fecondi e notevoli compositori del periodo romantico. Al violino Giuseppe Gibboni, fra i più talentuosi interpreti della sua generazione e primo violinista a riportare in Italia l’importante “Premio Paganini” a distanza di quasi 25 anni dall’ultima volta.
In apertura al programma una delle composizioni più note del musicista tedesco, ossia l’ouverture di Sogno di una notte di mezza estate, op. 61: le musiche di scena, ispirate dall’omonimo racconto di William Shakespeare e composte nel 1843 su commissione del re di Prussia Federico Guglielmo IV, seguirono di molti anni la stesura di questa ouverture, che venne composta da Mendelssohn quando aveva appena 17 anni, nel 1826, e originariamente pensata dal compositore come un brano orchestrale indipendente.
La prima esecuzione dell’ouverture avvenne nel febbraio del 1827 a Stettino, con la direzione di Carl Loewe; mentre il debutto delle musiche di scena composte per Guglielmo IV, cui l’ouverture si lega e che ne diventa il ‘brano di apertura’, da eseguirsi a sipario ancora chiuso, ebbe luogo nell’ottobre del 1843. Mendelssohn poté dunque riprendere il lavoro composto diciassette anni prima accostandolo a una serie di nuove pagine musicali dove egli mostrava, in tutta la loro pienezza, i suoi mezzi di compositore maturo ed esperto, senza che si notasse alcun salto di qualità o di stile e anzi, concludendo proprio citando un motivo dell’ouverture.
Segue poi il Concerto in mi minore op. 64 per violino e orchestra: composto nel 1844, il concerto fu pensato e scritto da Mendelssohn per l’amico Ferdinand David, primo violino dell’Orchestra del Gewandhaus e fra i più celebri virtuosi del suo tempo. La gestazione non fu però facile, come risulta evidente dalle parole dell’autore stesso in una serie di lettere scritte proprio a David: “È molto gentile da parte vostra reclamare da me il Concerto” scriveva nel 1839, “io ho il più vivo desiderio di scriverne uno, ma il compito non è semplice. Voi lo vorreste brillante, e come credete che uno come me lo possa!”. Lavorando alla composizione, Mendelssohn ebbe modo di confrontarsi regolarmente con David sia per quanto riguardava la struttura, sia sui dettagli e gli aspetti pratici della scrittura.
La prima esecuzione avvenne nel marzo del 1845, eseguita dallo stesso David sotto la direzione del direttore danese Niels Gade con la Gewandhaus di Lipsia; esecuzione alla quale Mendelssohn non poté presenziare poiché ammalato; verrà successivamente eseguita per la prima volta anche dall’autore, sempre insieme all’amico Ferdinand David, nell’ottobre dello stesso anno, ottenendo un formidabile successo.
Nel corso dell’esecuzione del Concerto, al violino, Giuseppe Gibboni.
Chiude il concerto un’altra delle più celebri e amate sinfonie del compositore tedesco, ossia la Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90, conosciuta come Italiana. Così come il Concerto op. 64, anche la Sinfonia n. 4 ebbe una gestazione lunga, iniziata nel 1829, quando Mendelssohn si trovava in Inghilterra. Nei due anni seguenti il compositore ebbe modo di viaggiare spesso in Italia, e il progetto ebbe modo di svilupparsi, ma fu solo fu solo dietro invito della Società Filarmonica di Londra, nel 1832, che Mendelssohn si decise ad ultimare la sinfonia. Fra le più celebri composizioni di Mendelssohn, come già sottolineato, essa è un omaggio all’Italia, alla forma classica e (indirettamente) alla grande arte di Johann Sebastian Bach; il carattere ‘italiano’ della composizione va rintracciato nella sua spumeggiante freschezza, nella cantabilità dal sapore mediterraneo di molti temi e nella luminosità della magistrale strumentazione; la cornice è quella classica, strutturata in quattro movimenti con ordinari ritornelli e riprese, che sembrano guardare soprattutto ai modelli di Haydn e Mozart e risentono in diversi punti dell’ influsso della grande lezione beethoveniana. Il celebre Saltarello finale, è l’unico brano comunque dichiaratamente “italiano” della sinfonia: una sorta di tarantella stilizzata, un’apoteosi del ritmo che presenta straordinarie assonanze con il mondo fiabesco delle musiche per il Sogno di una notte di mezza estate che apre il programma del concerto.
La scheda:
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY
Da Ein Sommernachtstraum (Sogno di una notte di mezza estate),
Ouverture op. 21
Allegro di molto
Concerto in mi minore op. 64 per violino e orchestra
Allegro molto appassionato / Andante / Allegretto non troppo. Allegro molto vivace
Violino Giuseppe Gibboni
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Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90 Italiana
Allegro vivace / Andante con moto / Con moto moderato / Saltarello: Presto
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Direttore Zubin Mehta
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Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Prezzi:
Settore D: 20 € – Settore C: 35 € – Settore B: 50 € – Settore A: 70 €