Da Giovanni Gentile a Augusto Del Noce tra i fascisti eretici di Francesco Grisi in un volume postumo che scava nella cultura del Ventennio a cura di Pierfranco Bruni 

«Fascisti eretici», Solfanelli editore, è come se fosse un testamento spirituale. Francesco Grisi nel consegnarci questo lavoro postumo, ora in una nuova edizione, a cura di Pierfranco Bruni, presidente del Centro studi Grisi, che scrive un lungo saggio introduttivo, sottolinea soprattutto una indagine sulla eresia 

Un libro che resta. Francesco Grisi entra nella eresia delle vite non considerandole soltanto il «debito» di essere personaggi sullo/nello scenario della storia ma uomini nel rischio delle vite… La storia si consuma o si trasforma tra documenti e recite,  ma il vissuto degli uomini pur nelle solitudini non si dimentica. L’eresia  è la vera forza che ha il dono della libertà: Da Gabriele d’Annunzio a Luigi Pirandello, da Berto Ricci a Augusto Del Noce, da Giovanni Gentile a Gioacchino Volpe e oltre.

È proprio vero: chi ha vissuto ha il diritto e il dovere di testimoniarsi. Lo lascia scritto proprio Grisi sulla sua lapide.  Leggere questo volume (pp. 166, euro 12.00) di Francesco Grisi significa incamminarsi nelle eresie del Fascismo, ricercarne le radici profonde e penetrare in quel sottosuolo di anime che hanno formato un’epoca, lasciando un segno indelebile nella civiltà. Pertanto la questione non è circoscritta alle distorsioni in seno al movimento fascista e ai cosiddetti “personaggi eretici” dentro di esso. Queste pagine sono nel contempo un itinerario e una testimonianza di notevole caratura umana nella storia del tempo, fra la tradizione e la contemporaneità dello scrittore-viandante Grisi.

     La sua parola esula dal racconto del quotidiano e costruisce un sentiero fatto di metafore, di memoria e di simboli, essendo la scrittura l’elemento di mediazione fra il tempo e la vita. Si tratta dunque di un’operazione culturale, in cui la dimensione onirica e quella storica, la favola e il mito sono in un rapporto di interazione costante.

     Del resto, la storia ha bisogno della fantasia per essere ri-scritta e la letteratura necessita della memoria per ri-scoprire il sacro e sondare il mistero. In ambedue i casi è il viaggio dell’uomo nella sua propria coscienza, è la ricerca del senso delle cose impregnata di una profonda cristianità che è a sua volta «un viaggio alla ricerca del centro, del sogno, di un segno», la metafora appunto, che ci riporta alla ciclicità temporale, alla geografia sacra dei valori e al cerchio della vita che mai si chiude. Il saggio di Pierfranco Bruni che apre il volume, abbastanza ampliato, sottolinea tutto ciò.

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